Comunicazione, l'Associazione PA Social: «Serve una nuova legge»

Comunicazione, l'Associazione PA Social: «Serve una nuova legge»
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 15:15
Innovare la comunicazione pubblica puntando ad un nuovo modello organizzativo da redazione unica; riconoscere i nuovi mestieri della comunicazione digitale; tutelare sia le tradizionali che le nuove figure professionali; creare percorsi contributivi e contrattuali definiti e comuni per i tanti che hanno ancora la voglia, l’ambizione e l’obiettivo di occuparsi di comunicazione e informazione nel settore pubblico; superare diffidenze e compartimenti stagni unendo le forze per un aggiornamento della legge 150 sulla comunicazione pubblica, grande opportunità per giornalisti, comunicatori, nuove professioni del digitale, Università.

Sono alcune delle proposte emerse questa mattina durante il confronto “151. Verso una nuova legge per la comunicazione pubblica”, organizzato dall’associazione PA Social e tenuto nella sede di Agcom a Roma. Dare una casa comune a tutti coloro che si occupano di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione nell’era digitale è infatti l’obiettivo a cui sta lavorando l’associazione e la necessità che emerge da tante amministrazioni pubbliche che si cimentano con successo nella comunicazione digitale con i cittadini.

“Dal 2000 ad oggi il mondo è cambiato, sono arrivati strumenti che hanno rivoluzionato il lavoro di chi si occupa di informazione e comunicazione - ha detto Francesco Di Costanzo, presidente PA Social - negli ultimi anni l’Italia ha messo in campo tantissime positive esperienze di nuova comunicazione pubblica ed oggi può essere orgogliosa di avere la prima rete a livello internazionale dedicata all’utilizzo di web, social, chat, intelligenza artificiale per servizi e informazioni ai cittadini.
Nel nostro Paese abbiamo molti straordinari professionisti che ogni giorno informano e comunicano con i cittadini e anche tantissime persone che ancora oggi, nonostante tutto, hanno il sogno, la voglia, l’ambizione e il progetto di voler essere giornalista, comunicatore, professionista del digitale, in particolare nel settore pubblico. Abbiamo tutti (giornalisti, comunicatori, nuove professioni del digitale, Università) la responsabilità di tracciare un percorso di collaborazione, di individuare una casa comune, aperta e inclusiva, che superi una volta per tutte i compartimenti stagni e gli orticelli e dia maggiori opportunità, tutele e riconoscimento, nel breve e nel lungo periodo, a tradizionali e nuove professionalità. È prima di tutto un grande passaggio culturale prima ancora che legislativo, organizzativo e professionale. Come Associazione PA Social da tempo sosteniamo la necessità di aggiornare la legge 150, proporre nuovi modelli organizzativi, dare ampio spazio ai profili di comunicazione e informazione nelle nuove assunzioni nella PA. Il confronto è da sempre aperto a tutti e molto partecipato, è arrivato però il momento di correre”.
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