Giornata persone con disabilità, Berliri: «Non si lascia indietro nessuno»

Giornata persone con disabilità, Berliri: «Non si lascia indietro nessuno»
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 12:57 - Ultimo aggiornamento: 17:40

Si celebrerà  domani 3 dicembre, la 'Giornata internazionale delle persone con disabilità', che per l'occasione sarà accompagnata dallo slogan «Non si lascia indietro nessuno. Mai». Uno slogan che per molte case famiglia, per molte persone, va ben oltre la retoriche. Per molte organizzazioni di Roma e del Lazio, infatti, questa realtà è tangibile e rappresenta l'operato quotidiano di centinaia di operatori ed educatori sociali.

Perché, in fondo, l'obiettivo finale è quello di dare una casa - non semplicemente un tetto di un istituto - a persone con disabilità, compresi i tanti bambini e bambine disabili che versano in condizioni di semi abbandono.

Ill messaggio che si vuol dare è quello dell'inclusione: dare una famiglia, quindi, a chi la famiglia non ce l’ha. Il coronavirus ha reso le cose più difficili, e già prima della seconda ondata, gli operatori non si sono mai tirati indietro, dando voce e visibilità ai più fragili.

Una visibilità che l'emergenza sanitaria in corso rischia di oscurare. Da dati Istat emerge che, solo in Regione Lazio, risultano 280.000 persone con disabilità sopra i sei anni di età: si tratta di circa il 5.2% della popolazione. A tal proposito, l'associazione Casa al Plurale ha lanciato un allarme: fornire i vaccini anche per gli operatori delle case famiglia. Già si parla - infatti -di una futura vaccinazione per tutto il personale medico e sanitario del Paese. Nonostante non sono ancora ben chiari i tempi, l'associazione ha avvisato che è necessario includere nel piano italiano per la vaccinazione Covid anche tutti gli operatori del settore.

A questa richiesta, si affianca anche quella di natura economica, ossia di aumentare gli stanziamenti per le rette in casa famiglia. È la richiesta immediata di Casa al Plurale, insieme a quella ormai 'storica' di stanziare un aumento per le rette nelle case famiglia. Le case famiglia sono un costo e - soprattutto - hanno dei costi: «Dopo di noi, chi si prenderà cura di nostro figlio disabile?». Questo è il leitmotiv ripetuto dalle famiglie con dei figli in istituti.

Quello dell'inclusione e della sostenibilità economica è un messaggio  - del resto - in linea con le attuali norme di contenimento per il Covid: gli istituti non sono quasi mai dei centri di accoglienza. Le case famiglia consistono spesso in piccoli appartamenti nei quali vivono in media sei persone. A questi si aggiungono poi gli educatori, distribuiti nelle fasce orarie mattutina, pomeridiana e serale. Inoltre va considerato che l'impegno degli educatori è praticamente perpetuo: tutti i giorni, comprese le festività. 

Stando ai numeri, il Comune di Roma ha stanziato Torino 60 milioni di euro, mentre quello di Roma 15: una differenza sensibile che pesa sulle liste di attesa.  Attualmente a Roma ci sono 400 persone in lista, mentre a Torino nessuna. «Il grado di civiltà di una comunità si misura sulla sua capacità di farsi carico delle persone più a rischio di emarginazione sociale. Nel mondo animale non c'è spazio per chi resta indietro. In quello umano sì? Se sì, allora occorre la concretezza dei gesti e delle risposte» così Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale.

Nel frattempo anche la Rai ha deciso di contribuire alle iniziative previste per il 3 dicembre, annunciando che manderà in onda uno spot realizzato da 'Tulipani di Seta Nera'. Allo spot hanno contribuito anche Rai per il Sociale, ASviS e ANMIL. Diretto dal regista Riccardo Trentadue, lo spot includerà anche Francesco Musto, già vincitore del premio «Sorriso Rai Cinema Channel».

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