Covid, il caso dei centri vaccinali a forma di primula. No della Feu

Covid, il caso dei centri vaccinali a forma di primula. No della Feu
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Mercoledì 16 Dicembre 2020, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 16:07

Filiera degli Eventi Unita (Feu) contro la gestione della campagna anti Covid governativa. «L’Italia rinasce con un fiore», questo è lo slogan scelto per lanciare la campagna vaccinale anti-coronavirus, quasi imminente. Sarà la primula il fiore prescelto per rappresentare gli stand dei centri vaccinali, ma l'iniziativa ha subito trovato le critiche di Feu, l'Associazione nata lo scorso novembre con l'obiettivo di tutelare il settore degli eventi, che ammonta a circa il 2,5% del Pil nazionale. In particolare, in un comunicato, Feu ha parlato di «regali natalizi delle star di Governo». Si tratta di una critica che investe i fondi destinati a realizzare i gazebo e gli stand che verranno impiegati per la vaccinazione anti Covid nelle città italiane.

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La polemica

Dopo quella dei banchi a rotelle, la polemica sulla forma - a primula - dei centri vaccinali divide di nuovo l'Italia.

L'accusa di Feu è di realizzare una bella, quanto costosa, campagna vaccinale. Costi che potrebbero essere risparmiati in quanto «ci sono miliardi di gazebo chiusi e fermi da marzo 2020 nei magazzini delle aziende ed invece di noleggiare quelli già esistenti propongono di crearne di nuovi, con i soldi pubblici; nuove strutture, che molto probabilmente non troveranno mai altra collocazione, dai costi esorbitanti, in un momento in cui le istituzioni non riescono neanche a dare ristori equi a tutti».

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Le ricadute sul lavoro

L'allarme è stato lanciato da Adriano Ceccotti, presidente di Feu, che sottolinea come si stiano condannando molte aziende a rimanere ferme, e con loro i circa 570.000 addetti. Infatti l'Associazione, che non ha beneficiato dei ristori per via della distinzione dei codici Ateco, denuncia di non essere stata considerata per l'iniziativa, mentre coinvolge un settore che genera un indotto da 65 miliardi all'anno. «In Feu siamo divisi in categorie e tra loro abbiamo le imprese di tensostrutture, sono 75, che con il loro materiale che hanno chiuso nei loro magazzini potrebbero coprire almeno 1.500.000 mq e che non sono stati presi assolutamente in considerazione per questa iniziativa”. Queste le parole di Ceccotti.

I costi e l'efficacia dell'iniziativa

Feu ha inoltre espresso preoccupazione in merito al futuro impiego delle strutture vaccinali anti Covid, oltre che ai costi. Yuri Bricherasio, già referente della categoria tensostrutture e gazebo di Feu, ha dichiarato che: «Secondo noi essendo un progetto personalizzato ogni primula costerà dai 70.000 ai 100.000 euro». Riprendendo le parole di Domenico Arcuri, il Commissario straordinario all'emergenza, Feu ha specificato che se «all’inizio ci saranno 300 punti di somministrazione per poi arrivare a 1500 gazebo nella fase massima», a quel punto il costo per gli italiani si aggirerebbe intorno ai 150.000.000 euro. Il tutto, secondo l'Associazione, in un momento che vede moltissimi italiani nell'incapacità di avere anche solo il vaccino antinfluenzale. «Perché non spendono questi soldi per gli ospedali e ne utilizzano molti meno per noleggiare piuttosto materiali già esistenti? Perché non possono darci equi sostegni e poi hanno i soldi per queste iniziative? Perché ci sentiamo così presi in giro?», questa la dichiarazione finale.

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