Università, svolta in Australia: esami con carta e penna. «Così si impara a scrivere»

Allarme per i software che producono saggi indistinguibili da quelli degli umani

Svolta nelle Università, esami con carta e penna. «Così si impara a scrivere»
di Lorena Loiacono
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Martedì 17 Gennaio 2023, 22:53 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 17:52

Abituati a cercare sempre la strada più semplice in rete, tra tablet, pc e smartphone, gli studenti rischiano di non essere più in grado di scrivere e superare esami di loro pugno. Dall’Australia parte la risposta delle università: si torna a carta e penna. La tecnologia finisce per aiutare chi vuole copiare senza spingerlo a imparare. A partire dalle valutazioni del 2023, le prove si sosterranno con la scrittura tradizionale. 
L’ultima novità, che ha aggravato le preoccupazioni degli atenei sulle capacità di elaborare testi acquisita dagli studenti, sono gli strumenti messi a disposizione dall’intelligenza artificiale. In poco tempo si è largamente diffuso l’utilizzo tra i banchi di ChatGPT un software che si sta trasformando in un banale ma efficace aiutino per superare l’esame. Diversi gruppi di studenti universitari australiani sono stati beccati a sfruttare l’intelligenza artificiale per rispondere alle domande dei test in aula o per scrivere di sana pianta un saggio o un elaborato con cui devono essere poi valutati. Un uso tanto frequente da essere arrivato all’orecchio degli accademici tanto da scuotere “The group of eight”, vale a dire il gruppo delle otto principali università australiane riconosciute per il loro alto livello nella ricerca, tra cui Sydney e New South Wales.

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IL GRUPPO DEGLI OTTO

Gli otto atenei australiani stanno infatti rivedendo la valutazione dei loro studenti dopo essersi accorti che usano la tecnologia per copiare.

Il bot ChatGPT, diventato virale negli ultimi due mesi, è in grado di generare testi su qualsiasi argomento, in risposta a qualsiasi domanda e produce testi che sembrano in tutto e per tutto scritti da uno studente. L’elaborato è coerente con la grammatica e la sintassi: è impossibile capire che arrivi da un’applicazione perché è in grado di eludere anche i software antiplagio, cioè quelle tecnologia che riescono a riconoscere quando un lavoro è stato messo insieme copiando e incollando testi presenti nella rete. ChatGPT produce una scrittura originale, rapida e credibile. Un docente di informatica medica della University of Central London ha messo alla prova ChatGpt: ha sottoposto al bot una domanda utilizzata dalla sua facoltà nel 2022. Il risultato è stato spiazzante: «Il testo - ha spiegato il professore - è coerente, completo, e va dritto al punto, cosa che spesso agli studenti non riesce».

Inevitabile che un aiuto tanto efficace venisse adottato dai ragazzi, che ormai ne fanno un uso smodato. Per questo gli atenei corrono ai ripari. Nei regolamenti universitari e interuniversitari australiani, come riportato dal quotidiano The Guardian, è arrivata la norma anti-plagio. Per gli accademici, l’uso dell’intelligenza artificiale va a «ledere l’etica degli studenti». Dopo l’entusiasmo per le infinite possibilità offerte dall’uso dell’AI, ora ci si deve interrogare sulle possibili applicazioni scorrette. 

LE CONTROMISURE

E dunque si ritorna al passato, cioè a carta e penna, per scongiurare una valanga di buoni voti ai furbetti che copiano e per evitare che gli studenti perdano l’abitudine a ragionare e a scrivere. Tutti coloro che verranno trovati ad utilizzare dispositivi informatici per produrre testi d’esame o saggi accademici verranno sanzionati per “uso illegittimo”. In linea con la decisione degli atenei australiani ci sono anche le scuole newyorkesi dove, dopo i primi casi, è stato messo al bando tra i banchi l’uso dell’Intelligenza artificiale: «A causa delle preoccupazioni per l’impatto negativo sull’apprendimento degli studenti e per la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti - ha dichiarato Jenna Lyle, portavoce del Dipartimento dell’educazione di New York, in un comunicato riportato dalla Cnn - l’accesso a ChatGPT è vietato alle reti e ai dispositivi delle scuole pubbliche di New York». 

FENOMENO GLOBALE

La stessa misura preventiva è stata adottata anche negli istituti di Los Angeles dove l’accesso a ChatGPT è stato bloccato in tutte le reti e per tutti i dispositivi del Distretto scolastico. Il fenomeno insomma non è assolutamente circoscritto. Il mancato apprendimento è la conseguenza più temuta dai docenti.

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