Scuola, oggi il rientro ma non per tutti: una classe su tre rimane chiusa

Oltre a Campania e Sicilia, molti Comuni hanno deciso di posticipare la riapertura

Scuola, oggi il rientro ma non per tutti: una classe su tre rimane chiusa
di Lorena Loiacono
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Lunedì 10 Gennaio 2022, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 07:46

Gli studenti tornano in classe, oggi, per la ripresa delle lezioni in presenza. Ma non sarà così per tutti: almeno una classe su tre, infatti, resterà a casa. Per loro la lezione, questa mattina, si fa online: verrà attivata la dad. In più ci sono le assenze dei prof. Lo ammette anche il, ministro Bianchi: «C’è sicuramente la possibilità che domani manchi del personale». 
E così inizia in salita la riapertura delle scuole, dopo la pausa natalizia, con la didattica che riprende a singhiozzo tra intere regioni e singoli comuni che hanno deciso di lasciare chiusi gli istituti e le tante classi già in quarantena. Alla prima campanella del 2022, infatti, mancheranno decine di migliaia di classi: circa 120mila, delle 360mila complessive. Innanzitutto restano chiuse le aule della Campania, circa 44mila, per decisione del governatore De Luca che non le riaprirà prima della fine di gennaio. Anche se il Governo ha deciso di impugnare la chiusura delle scuole campane e quindi, da qui alle prossime settimane, la situazione potrebbe cambiare. Restano chiuse anche tutte le classi della Sicilia, circa 35mila, almeno per i prossimi tre giorni.

Scuola, tra quarantene, tamponi e mascherine domani il rientro: tutte le regole per contenere i contagi

La task force siciliana, che ha deciso di posticipare il rientro in classe, si riunirà nuovamente mercoledì per capire il da farsi da giovedì in poi.

Quindi anche nel caso della regione guidata dal governatore Musumeci potrebbero non mancare le novità: le criticità di queste ore potrebbero anche imporre uno stop più lungo. A spaventare, in entrambi i casi, sono l’aumento dei contagi oltre alle oggettive difficoltà nell’effettuare tempestivamente i tamponi. Le nuove regole per la quarantena infatti prevedono, nei casi dell’autosorveglianza, che per restare in classe si faccia subito un tampone e poi un secondo dopo 5 giorni. Ma se, sul territorio, i contagi sono tanto numerosi da rendere troppo difficile il tracciamento, la procedura diventa complicata da mettere in atto. Lo stesso vale, quindi, per tutti quei comuni che, autonomamente, hanno deciso di tenere chiuse le scuole oggi e nei prossimi giorni. 

 

Le proteste

Una scelta fatta a macchia di leopardo in tutta Italia. Nel Lazio, ad esempio, oggi restano chiuse le scuole vicino Roma nei paesi di Artena, Genazzano e Bellegra, gli istituti di Frosinone e di tutta la provincia per un totale di quasi 4 mila classi e, vicino Rieti, gli istituti di Borgorose a causa dell’alto numero di studenti positivi, di Fara Sabina e di Stimigliano. In Calabria restano chiuse le scuole di Reggio Calabria e dei comuni di Taverna, Magisano e Pentone, nella Presila Catanzarese, a Motta San Giovanni nel Reggino, a San Giovanni in Fiore nel cosentino e in tutta la provincia di Crotone, ad esclusione delle scuole del capoluogo. Anche in Puglia ci saranno scuole chiuse, in blocco, dei comuni di Copertino, Orsara di Puglia, Sannicandro Bari, Grumo Appula, Otranto, Uggiano La Chiesa, Soleto, Carmiano e Lizzanello. In Veneto niente lezioni in presenza, ad esempio, nel comune di Torri del Benaco, in provincia di Verona, e in Lombardia nei comuni di Cisliano, Albairate e Cassinetta. Migliaia di classi chiuse in tutta Italia, per ordinanza ma non solo. Alle circa 80mila classi chiuse in Campania e in Sicilia, se ne aggiungono quindi migliaia per decisione dei singoli comuni e altrettante quelle che sono andate in quarantena, durante il fine settimana, dopo i primi due giorni di lezione nelle regioni che hanno riaperto il 7 come Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Si arriva così ad un totale di circa 120mila classi chiuse, a distanza.

«Una classe su tre, oggi, non sarà in presenza – spiega Cristina Cosatrelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio - la situazione è preoccupante. Temiamo che entro la settimana avremo metà delle classi a distanza. Ci preoccupano le complesse misure di sorveglianza, il fatto che non abbiamo le mascherine Ffp2 e neanche indicazioni per il trattamento dei dati vaccinali». Le Ffp2 sono necessarie sie per i docenti che fanno lezione a contatto con alunni che non indossano la mascherina, come i bambini sotto i 6 anni o i ragazzi con problemi di salute, sia per gli studenti in autosorveglianza. La quota delle classi in dad quindi, nei prossimi giorni, potrebbe salire: dalle 120mila aule chiuse si potrebbe passare alle 180 mila, con un’ulteriore impennata di 60 mila classi online. 

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