Scuola, boom di tutor: arrivate 50mila adesioni. In ogni istituto 19 super-docenti Valditara: «Sfida vinta»

Il via a settembre, si parte dal triennio superiore: lotta all’abbandono scolastico

Scuola, boom di tutor: arrivate 50mila adesioni. Valditara: «Sfida vinta»
di Lorena Loiacono
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Martedì 6 Giugno 2023, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 11:26

Il tutor scolastico prende forma, con oltre 52mila richieste da parte dei docenti per partecipare alla sperimentazione avviata dal ministero dell’istruzione e del merito. Le scuole superiori si preparano, quindi, per partire già da settembre con il docente specializzato nel personalizzare la didattica e nell’affiancare gli studenti lungo il percorso di apprendimento. La figura del tutor, così come quella dell’orientatore, sarà operativa per ora nel triennio della scuola superiore ma, una volta andata a regime, coprirà tutto il percorso di scuola secondaria, vale a dire negli 8 anni dalla prima media all’ultimo anno della scuola superiore.

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I DATI

Il ministero di viale Trastevere ha reso noti i numeri dell’adesione al progetto, superiori alle stime iniziali: i professori hanno infatti partecipato permettendo così alla quasi totalità degli istituti superiori di partecipare ala sperimentazione.

Su 2.734 scuole interessate dalla riforma che istituisce il docente tutor e il docente orientatore, infatti, sono 2.728 quelle che hanno inoltrato la richiesta di partecipazione ai moduli formativi: vale a dire il 99,8% del totale. Si tratta complessivamente di 52.176 tutor e 4.252 docenti orientatori. Si tratta di circa 19 tutor per ogni scuola superiore. Un dato che, per viale Trastevere, ha superato le aspettative visto che l’obiettivo minimo per avviare il progetto, prefissato dal ministero, era di 37.708 tutor e 2.753 docenti orientatori da avviare alla formazione. È stato raggiunto quindi il 138% di partecipazione di docenti tutor e il 154% di docenti orientatori. In base alle stime ogni tutor dovrà seguire un gruppo di 25-30 studenti.

«Si tratta di un risultato importante – ha dichiarato il ministro dell’istruzione e al merito Giuseppe Valditara – dovuto alla risposta eccezionale giunta dalla comunità scolastica tutta e dai docenti in particolare, che, nonostante gli impegni già gravosi di chiusura dell’anno scolastico, hanno dimostrato di voler ricoprire un ruolo da protagonisti del cambiamento della scuola. L’importante novità introdotta dal Ministero ha riscosso un diffuso consenso. Ora lavoreremo insieme, anche attraverso un costante confronto con tutti gli interlocutori istituzionali, per proseguire il percorso di personalizzazione della didattica e di orientamento, nell’interesse degli studenti italiani e in linea con le migliori esperienze internazionali. Una sfida vinta». I docenti seguiranno dei corsi di formazione e per l’anno scolastico 2023-2024 inizieranno a sostenere i percorsi di studio degli alunni su più fronti: saranno chiamati a dare supporto agli studenti e alle famiglie nell’individuare e valorizzare le attitudini e le propensioni di tutti, ad accompagnarli nelle scelte consapevoli e coerenti con le reali potenzialità e competenze ottenute. L’obiettivo del ministro Valditara, che ha fortemente sostenuto l’avvio della sperimentazione, è la personalizzazione della didattica per ridurre la dispersione scolastica. Il fenomeno dell’abbandono è infatti preoccupante: secondo i dati di Save the Children, che ha lanciato l’allarme èellìutlimo report sui giovani, gli studenti che lasciano gli studi prima del diploma, in Italia, sono il 12,7% ma la media si impenna nelle regioni del Sud dove i problemi sono maggiori. In Sicilia, ad esempio si arriva al 21,1% di dispersione, al 17,6% in Puglia, al 16,4% in Campania e al 14% in Calabria.

LE FUNZIONI

Il tutor dovrà fare in modo che questi ragazzi non abbandonino la scuola, organizzando corsi di recupero e progetti di inclusione. Iniziative che hanno l’obiettivo di ridurre anche la cosiddetta dispersione implicita che fa riferimento a tutti quei ragazzi che, pur raggiungendo il diploma, non ne possiedono le competenze previste. Un problema che riguarda il 9,7% dei diplomati nel 2022: anche in questo caso le percentuali schizzano nelle regioni del Meridione. Per l’introduzione di queste due nuove figure è previsto un finanziamento pari a 150 milioni di euro, già indicati dal decreto ministeriale firmato nel mese di aprile scorso. Fondi che vanno ad aggiungersi alle risorse stanziate per consentire corsi di supporto in orario extracurriculare, allungando così il tempo scuola. Il tutor dovrà seguire un corso di formazione e guadagnerà dai 400 ai 700 euro in più al mese: «Non sarà un superiore sovraordinato – ha specificato il Ministro – ma semplicemente un coordinatore che deve progettare il percorso per ogni ragazzo, in particolare per quei ragazzi che sono più in difficoltà».  

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