Scuola, non solo il nodo docenti: tra ricreazione e banchi è già in ritardo

Non solo il nodo docenti, tra ricreazione e banchi la scuola è già in ritardo
di Lorena Loiacono
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Lunedì 27 Luglio 2020, 00:39

 A caccia di docenti da portare in cattedra, ma anche di aule e palestre: per le scuole sono ancora tanti i dubbi da sciogliere dalla ricreazione alla mensa, dal tempo da passare a scuola all’organizzazione nei bagni. Ma il tempo intanto stringe: mancano solo 5 settimane e poi gli istituti, dopo 6 mesi di chiusura, riapriranno le loro classi. Si parte il 1 settembre con i corsi di recupero per gli studenti che ne hanno bisogno. Poi il 14 inizia l’anno scolastico vero e proprio: un anno complicato, quello che deve iniziare, forse ancora più difficile di quello appena concluso e segnato dal Covid.

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I NUMERI
Sì, perché a settembre 8 milioni di studenti e circa un milione tra docenti e bidelli, tecnici e amministrativi, torneranno a scuola e dovrà essere tutto in totale sicurezza. Altrimenti si rischia grosso. La parola d’ordine resta il distanziamento e quindi, tradotto in ambito scolastico, si tratta di organizzare tutto su turni, in piccoli gruppi e con una gestione dei flussi che tenga conto anche del trasporto pubblico, per evitare assembramenti anche fuori dalle scuole. E allora la scuola non sarà più come prima. Non si tratta infatti solo di scegliere la tipologia del banco da acquistare, tra le polemiche sui costi da affrontare e la produzione che va in difficoltà, ad essere stravolta sarà soprattutto la quotidianità della classe. E sono ancora tanti gli aspetti da mettere a punto. Ad esempio la ricreazione: in quel momento di pausa potrebbe essere necessario restare seduti. In molti casi, quella che una volta era una minaccia per l’alunno disobbediente, rappresenterà l’unico modo per fare la ricreazione in sicurezza. Se l’alunno deve mangiare un panino, quindi senza mascherina, deve necessariamente tenersi a distanza dagli altri compagni. Non ci si può alzare altrimenti, tutti insieme, gli alunni si ritroveranno in piedi tra i banchi o nei corridoi.
 



Quegli “spazi di manovra” in cui i dirigenti scolastici hanno preso le misure al centimetro per organizzare flussi in entrata e in uscita. Potrebbero esserci i turni per la merenda: chi entra alle 8 la fa alle 10:30, ad esempio, e chi entra dopo la posticipa in base allo scaglionamento orario. Chi potrà, andrà a fare ricreazione all’aperto. Ma potrebbe trattarsi di casi rari visto che occorre tenere conto innanzitutto del tempo e poi nei cortili, da settembre prossimo, potrebbero esserci gazebo e tensostrutture per allestire nuove aule. Quindi tutta l’area sarebbe interdetta e gestita, appunto da flussi precisi. I flussi riguardano anche gli ingressi la mattina, scaglionati appunto di dieci minuti l’uno dall’altro: in questo modo la campanella potrebbe suonare anche alle 7:30 e in quel caso i ragazzi uscirebbero prima, anche alle 15. Servirà il dopo scuola per quelle famiglie i difficoltà con i nuovi orari: chi lo pagherà? Le scuole potrebbero non avere le risorse necessarie.
 
LA GIORNATA
L’organizzazione su turni interessa tutti gli aspetti della giornata scolastica, compreso l’uso dei bagni: quante persone potranno accedere? Uno dei nodi da sciogliere riguarda il personale addetto alla pulizia: dovrà essere presente per igienizzare il bagno ogni volta che entra qualcuno? Tante criticità anche per la mensa: nei refettori già oggi, spesso, le scuole organizzano i turni perché non ci sono abbastanza tavoli per tutti. Gli alunni più piccoli mangiano prima, poi escono e gli addetti alla mensa preparano la sala per far entrare il secondo turno con i grandi.
 
L’IGIENE
Ora, se per garantire il distanziamento sarà necessario aggiungere altri turni, inserendo tra uno e l’altro anche l’igienizzazione di tavoli e sedie, si rischia di trascinare il pranzo fino al pomeriggio. Quindi le scuole possono decidere di far pranzare i ragazzi in classe, al banco e con pietanze sigillate. Anche in quel caso però i problemi di igiene non mancheranno. Mense off limits, dunque, ma anche le palestre: se vengono usate come aule dove si va a fare sport? All’aperto, ma solo finché il tempo lo permetterà. E poi c’è il grande punto interrogativo che riguarda i docenti: 85mila cattedre da coprire ma mancano i docenti da immettere in ruolo e oltre 200mila supplenze senza precari da assumere a tempo, tanto che il ministero ha deciso di chiamare in cattedra anche gli studenti laureandi in scienze della formazione primaria. 
 

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