Impossibile da realizzare, l’idea di riportare tutti gli studenti in classe a partire da lunedì prossimo è definitivamente sfumata. Non sarà quindi garantita la presenza al 100% degli alunni ma si parte da una quota inferiore: almeno dal 60%. Un dietrofront del governo che comunque rasserena gli animi. Prima le rimostranze dei presidi e poi, ieri, quelle delle Regioni hanno fatto sì che il governo decidesse per una riapertura delle classi graduale. È quanto emerso dall’incontro Stato-Regioni con i comuni e le province. Le aule troppo piccole e i bus sovraffollati non possono garantire un rientro in sicurezza al 100%. È così da un anno, del resto. E le scuole lo sanno bene: le condizioni non sono cambiate. L’obiettivo si sposta su settembre.
Servono nuovi spazi per garantire il distanziamento tra i banchi e, soprattutto, serve una riorganizzazione del trasporto pubblico locale che non vada in tilt nelle ore di punta: lo scaglionamento dei due orari di ingresso adottato fino ad oggi, uno alle 8 e uno alle 10, non ha retto neanche il carico del 50%. Quindi deve necessariamente essere incrementato il servizio pur mantenendo la riduzione della capienza al 50%, nel rispetto delle misure anti-Covid. Difficile immaginare infatti che tra 4 mesi non ci sia più bisogno di mantenere le distanze a bordo dei bus per evitare infezioni. «L’obiettivo da realizzare quanto prima - ha detto ieri il Ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’incontro tra Governo ed enti locali - deve rimanere quello di riportare tutti in presenza al 100%. Bisogna continuare a lavorare anche e soprattutto in vista di settembre a cui dobbiamo arrivare preparati». Ma intanto la scuola adesso finirà come è iniziata: con la didattica a distanza.
Le scuole superiori dovranno garantire la presenza almeno al 60% degli alunni e dove possibile dovranno raggiungere il 100%.
I dirigenti
Di fatto, quindi, spetta ai dirigenti scolastici valutare la quota di ragazzi tra i banchi in base alle caratteristiche territoriali e dell’istituto: «Ritengo sia una scelta di buonsenso e ragionevolezza che viene incontro alle nostre richieste di questi giorni e che tiene conto delle criticità non risolte - ha commentato il presidente nazionale dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli – è bene che siano i dirigenti scolastici a decidere le percentuali degli studenti in presenza perché lo faranno considerando le condizioni del territorio e delle istituzioni scolastiche, garantendo la massima sicurezza per tutti». Tra i nodi irrisolti, oltre ai trasporti, c’è anche il tracciamento dei contagi: il mondo della scuola ha chiesto più volte la possibilità di avere screening periodici anche con tamponi tra gli studenti. Ma per ora questa richiesta resta inascoltata: graverebbe troppo sulla tenuta del servizio delle Asl.