Scuola, governo orientato a riaprirla il 7 gennaio: a dicembre alle superiori ancora dad in zone gialle

Scuola, governo orientato ad aprirle il 7 gennaio: a dicembre alle superiori ancora dad anche in zone gialle
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Sabato 28 Novembre 2020, 19:07 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 08:54

La parola d'ordine è massima cautela. E così, mentre si ragiona sul nodo dei viaggi di Natale, tramonta l'ipotesi di un ritorno a scuola a dicembre, caldeggiato dalla ministra Lucia Azzolina: il governo è orientato verso una riapertura delle aule il 7 gennaio, a festività concluse, accogliendo così le istanze dei presidenti di Regione. Resta però ancora la questione degli spostamenti tra le Regioni, col rientro a casa per Natale, il principale nodo che il governo deve sciogliere in vista del prossimo Dpcm.

Una questione non da poco anche perchè l'esecutivo, considerando il raffreddamento della curva dei contagi, si attende un'Italia quasi tutta gialla per metà dicembre, il che vorrebbe dire -stando alle attuali regole- libertà di spostamento: una mobilità che potrebbe fare da moltiplicatore ai contagi un pò come successe per Ferragosto. «La curva si è raffreddata e nei prossimi giorni si andrà sotto l'1, per metà dicembre è probabile che tutta Italia sia gialla - è il ragionamento di un'alta fonte di governo- ma non possiamo riaprire a Natale e Capodanno con il rischio di dover richiudere di nuovo a febbraio a causa di una terza ondata».

Insomma l'obiettivo potrebbe essere un nuovo Dpcm nei prossimi giorni con regole omogenee per tutto il Paese dal 4 dicembre in poi e una sorta di 'giallo rafforzato' per contemperare le esigenze sanitarie e quelle economiche.

La dicotomia di sempre. Assodato che non ci sarà alcun 'liberi tuttì per le feste nè tantomeno vacanze sulla neve, si tratta nella maggioranza e nell'interlocuzione con gli esperti sugli spostamenti tra regioni per raggiungere i propri cari. Da stabilire ancora limiti e deroghe; un'ipotesi è di permettere il ritorno alla residenza e il ricongiungimento con genitori anziani (con autocertificazione).

Piemonte, Cirio: recupereremo giorni di scuola persi

«Mi sono già confrontato con il direttore dell'Ufficio scolastico regionale e già da lunedì lavoreremo insieme per rimodulare il calendario scolastico dell'anno in corso e recuperare dalla primavera, cessata l'emergenza, i giorni in presenza che sono stati persi». Ad annunciarlo il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha firmato l'ordinanza che conferma la Dad per la seconda e terza media fino al 23 dicembre. «Riportare a scuola tutti gli studenti del Piemonte è una assoluta priorità - conclude Cirio -. Per cui voglio rassicurare chi giustamente è preoccupato che i nostri figli possano essere penalizzati da una scuola vissuta a distanza».

«Dobbiamo avere buonsenso ed essere prudenti per non vanificare tutto il sacrificio fatto finora» prosegue Cirio che parla di «una scelta dolorosa, ma necessaria. Riaprire la scuola non è una priorità: è la priorità - aggiunge - . Proprio per questo è fondamentale farlo in sicurezza, per non rischiare di dover richiudere fra un mese». Il presidente ribadisce che «il Piemonte ha predisposto un piano sui trasporti e gli orari che credo sarebbe opportuno adottare a livello nazionale, se veramente si vuole garantire la scuola in presenza. Perché ripartire senza cambiare le condizioni dei trasporti scolastici e senza scaglionare gli orari di ingresso a scuola, in modo da consentire più turni dei mezzi pubblici che viaggiano al 50% - afferma -, significa esporre al rischio molto concreto di un nuovo stop fra un mese, che sarebbe ancora più deleterio a ridosso degli esami di terza media e di maturità. Senza considerare l'impatto in prossimità delle feste». Cirio ricorda che «ci sono circa 15 giorni di scuola effettivi da qui all'Epifania. Due settimane in cui i ragazzi rischiano concretamente di tornare a contagiarsi nel pre e post scuola, portando poi il virus in famiglia proprio nel momento in cui si trascorrono giornate di festa con i propri parenti, a cominciare dai nonni».

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