Scuola, riapertura a metà dicembre: l'ultimo tentativo di Conte e Azzolina

Scuola, riapertura a metà dicembre: l'ultimo tentativo di Conte e Azzolina
di Marco Conti
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 10:37

L'Unione Europea invita gli stati membri a prolungare le vacanze di Natale per evitare un ritorno in classe di massa che potrebbe far rialzare la testa al virus. La raccomandazione parla a Ventisette paesi dove solo uno, il nostro, ha le scuole chiuse ormai da settimane e un lungo periodo di vacanze natalizie. E' per questo che il governo e la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina danno poco peso alla raccomandazione e puntano invece alla riapertura a gennaio se non addirittura prima delle vacanze natalizie, a metà dicembre.

Visto che ora anche nelle zone gialle si fa didattica a distanza nei licei, il tentativo è quello di riportare, in percentuale, tutti in classe malgrado le resistenze in parte del governo.

I ministri di Pd e Leu, Franceschini e Speranza, restano contrari mentre sul fronte della riapertura sono schierati da tempo i 5S e Italia Viva.

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Il dado

Conte e la Azzolina spingono per un seppur graduale ritorno in classe, già da lunedì 14 dicembre, e contano sul supporto che arriva dal Comitato tecnico scientifico il quale da tempo ha non solo ridimensionato i rischi che si corrono a scuola, ma ha anche puntato il dito sulle conseguenze negative che una prolungata chiusura ha sugli studenti anche dal punto di vista sanitario e psicologico. Proprio oggi Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, verrà audito dalla Commissione Cultura della Camera proprio sul tema della ripresa dell'attività didattica. E sempre domani il ministro della Salute Roberto Speranza riferirà alle Camere sui possibili contenuti del nuovo Dpcm.
Malgrado la contrarietà di buona parte dei presidenti regionali, che sempre oggi incontreranno il governo nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, il presidente del Consiglio spinge per riaprire anche le scuole superiori e le medie soprattutto nelle regioni che non sono in zona rossa. E' il caso del Piemonte che due giorni fa è passato in zona arancione - come la Lombardia - ma a differenza di quest'ultima non ha riaperto le scuole medie. Tra il Natale aperto e le scuole aperte, il presidente piemontese Cirio sembra aver scelto il primo ma ieri ha ricevuto una lettera della Azzolina nella quale gli chiede conto della scelta.

Inserire nel nuovo Dpcm una percentuale di riapertura anche per le scuole superiori potrebbe però non bastare vista la possibilità che hanno i presidenti di regione di chiudere. Se il tentativo di far fare una decina di giorni di scuola, magari con metà studenti, dovesse fallire, resta immutato l'obiettivo principale: riprendere il 7 gennaio senza più interruzioni. Un obiettivo che allineerebbe l'Italia al resto dell'Europa sul quale si lavora soprattutto sul fronte dei trasporti che rappresentanti, specie nelle grandi città, il vero tallone d'Achille che favorisce la diffusione del virus.

La svolta

Incontrando ieri i capigruppo è stato lo stesso Conte a proporre l'istituzione di tavoli presso le prefetture dove discutere con i presidi, gli amministratori e i responsabili del trasporto locale, le soluzioni differenziate da zona a zona su orari di ingresso e presenze a scuola. In questo modo anche nelle zone gialle, come nel Lazio o in Liguria, anche gli studenti delle scuole superiori potrebbero tornare in classe seppur in percentuale ridotta.
 

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