Scuola, niente quadri: lo scrutinio è segreto

Scuola, niente quadri: lo scrutinio è segreto
di Lorena Loiacono
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Giovedì 11 Giugno 2020, 00:57 - Ultimo aggiornamento: 12:05

Il voto è segreto, non solo nell’urna ma anche a scuola. Quest’anno infatti la pandemia ha privato gli studenti anche del rituale incontro fuori dalla scuola per vedere i quadri, i temuti voti in decimi esposti in bacheca e ben visibili a tutti. Anche questa tradizione salta, si sposta parzialmente online e, a sorpresa, sarà visibile solo al diretto interessato. I ragazzi delle superiori, ad esempio, non potranno vedere i voti degli altri compagni: sapranno solo di essere stati tutti ammessi anche se potranno consolarsi con il fatto che il comitato tecnico scientifico ha escluso il plexiglass dai banchi. Comunque sia le bocciature interesseranno casi rari e complessi, dovuti alle eccessive assenze o a gravi episodi disciplinari nel periodo precedente al lockdown. Quindi l’ammissione alla classe successiva o all’esame è garantita, ma non è dato sapere il voto dei compagni. I voti numerici saranno infatti pubblicati solo sulla pagina personale dello studente, sul registro elettronico a cui si accede tramite le credenziali. La nuova regola è stata comunicata alle scuole il 9 giugno. Ed è stata accolta con sorpresa dai dirigenti scolastici che, fino all’ultimo, si erano invece organizzati alla vecchia maniera pensando semplicemente di dover spostare i quadri dal foglio di carta al formato digitale. 

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Non solo, una nota ministeriale di fine maggio prevedeva anche che, a prescindere dalla promozione, le eventuali insufficienze degli studenti venissero riportate nei documenti di valutazione finale così come nei prospetti generali da pubblicare sull’albo online dell’istituzione. Quindi chi ha già svolto gli scrutini finali ha anche già provveduto a stilare l’albo da pubblicare sul sito della scuola. Ora invece è tutto da rifare e per i dirigenti scolastici si tratta di una mossa inconcepibile, da cancellare: «Ritengo – denuncia Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, in una lettera rivolta alla ministra all’istruzione Lucia Azzolina - del tutto inaccettabile che, su una materia delicata come quella della pubblicazione degli esiti degli scrutini, si impartiscano nuove istruzioni in palese contrasto con quelle già diramate, meno di due settimane addietro». In questo modo solo il singolo studente saprà con quali insufficienze deve fare i conti a settembre e, di fatto, si evita di pubblicare i quadri finali con diverse insufficienze. 

Fino allo scorso anno i voti “sospesi” e segnati in rosso erano due o tre al massimo. Si trattava di quelle materie da recuperare con un esame a settembre. Quelli che ne avevano di più venivano direttamente bocciati. Quest’anno invece saranno tutti ammessi, senza esami di recupero, ma si eviterà di far vedere le 5 o 6 insufficienze in fila con cui sono stati promossi. La situazione si complica per i voti di ammissione alla maturità: la precedente ordinanza ministeriale 10/2020 prevedeva infatti che “l’esito della valutazione è reso pubblico, riportando all’albo dell’istituto sede d’esame il voto di ciascuna disciplina e del comportamento, il punteggio relativo al credito scolastico dell’ultimo anno e il credito scolastico complessivo, seguiti dalla dicitura “ammesso”. Per i dirigenti scolastici se ne deduce che tutti i voti vanno pubblicati, a prescindere dal loro valore numerico, insieme al credito scolastico e vanno pubblicati online, anche in base alla legge del 2009 sull’uso del mezzo telematico contro lo spreco della carta. Ora invece è arrivata la richiesta di pubblicare i voti solo sulla pagina personale del candidato, abolendo il “vecchio” albo.

«Sottolineo espressamente – assicura Giannelli - che non si pone alcuna questione di tutela della “privacy” in quanto tale condotta è prevista da precise fonti normative, fermo restando il divieto di pubblicazione di dati personali idonei a rivelare lo stato di salute o comunque non pertinenti. La stessa Autorità Garante si è ripetutamente espressa in tal senso. Le istruzioni fornite ieri (9 giugno ndr), in tutta evidenza, regolano la materia in modo contrastante con quanto previsto dalle norme attualmente vigenti e, pertanto, ne chiedo la rettifica». 
 

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