Scuola, corsa alla pensione: mancano 50 mila prof, settembre a ostacoli

Scuola, corsa alla pensione: mancano 50 mila prof, settembre a ostacoli
di Lorena Loiacono
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Sabato 20 Giugno 2020, 00:37

Per riaprire le scuole in sicurezza è necessario, innanzitutto, avere i docenti in cattedra, al loro posto, il 1 settembre perché le classi, di certo, il prossimo anno non possono essere accorpate in attesa del supplente. Neanche per 10 minuti. Ma si tratta di un obiettivo che fino ad oggi probabilmente non è stato mai raggiunto. Ed è un problema enorme, visto che ora per riattivare la didattica in presenza servirebbero anche molti più docenti di quelli previsti in condizioni di normalità. E così, mentre i precari e gli aspiranti docenti aspettano i concorsi già banditi e che si svolgeranno non prima dell’autunno, si fa la conta sui posti vacanti dello scorso anno e sui docenti che, dal 31 agosto prossimo, andranno in pensione.

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Dati alla mano, i conti rischiano di non tornare. Un anno fa il ministero dell’istruzione chiese oltre 62 mila assunzioni ma il ministero dell’economia gliene concesse 57.322. Cinquemila in meno in base al calo degli iscritti. Quel taglio imposto dal Mef comunque non pesò sul risultato finale visto che, da viale Trastevere, si riuscì ad assumere appena 22 mila docenti. Meno della metà. Il motivo è da cercare nella giungla delle graduatorie dei precari: quelle di merito, dove si trovano i vincitori di concorso, e quelle ad esaurimento sono praticamente finite. In Italia non ci sono precari da assumere. O meglio ce ne sono tantissimi nelle graduatorie di istituto, ad esempio, pronti ad insegnare ma senza abilitazione perché non hanno avuto modo di prenderla. Il concorso straordinario e quello abilitante serviranno proprio a sanare questo paradosso. Sta di fatto che, esclusi i posti riservati a quota 100, sono rimaste scoperte circa 25 mila cattedre. Per settembre il problema potrebbe essere identico a quello di un anno fa, se non addirittura peggiore visto che di nuovi abilitati non ce ne sono. Ma si complica anche a causa dei pensionamenti: l’Inps ha infatti dato esito positivo alle domande di pensionamento ricevute dal mondo della scuola. Su un totale di 39.700 pensionamenti del personale scolastico, 29.990 sono docenti.

IL VINCOLO
I loro posti andranno in parte a disposizione della mobilità per i trasferimenti e in parte alle immissioni in ruolo. Considerando la parte riservata alle assunzioni, si potrebbe arrivare a un totale di 47 mila massimo 50 mila posti vacanti a cui vanno aggiunti tutti gli incarichi annuali e le supplenze brevi, per oltre 100 mila precari. Inevitabilmente quindi termineranno i docenti da assumere, provenienti dalle graduatorie di merito e ad esaurimento nelle diverse provincie. Quest’anno il ministero dell’istruzione punta su una nuova possibilità: la call veloce. L’idea della ministra Azzolina è di dare il ruolo, una volta esaurite le operazioni tradizionali, a coloro che accettano di spostarsi da altre regioni garantendo comunque il vincolo di restare sullo stesso posto per almeno 5 anni. Gli uffici scolastici regionali individueranno i posti rimasti liberi, dopo le assunzioni, e li metteranno a bando: i docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e dei concorsi di altri territori potranno fare domanda, volontariamente, e si procederà con una graduatoria temporanea per punteggi. L’incognita sul prossimo anno, quindi, è tutta sulla partecipazione dei precari alla call veloce. Per i concorsi infatti bisognerà aspettare ancora diversi mesi. Sono iniziate intanto le iscrizioni per il concorso ordinario per scuole medie e superiori: secondo una rielaborazione di Tuttoscuola, dei 33 mila posti a disposizione una buona parte è destinata all’insegnamento di italiano per circa 5571 posti complessivi, di matematica per 4129 posti e per il sostegno dove devo essere assunti da concorso 5764 docenti.

 

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