Scuola nel Lazio, il 20% non riapre. E famiglie senza notizie

Scuola nel Lazio, il 20% non riapre. E famiglie senza notizie
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 10 Settembre 2020, 00:25

Nel Lazio una scuola su cinque lunedì non riapre. E nel sud della regione si arriva al 70-80 per cento, addirittura in provincia di Latina siamo vicini a 9 istituti su dieci. A quattro giorni dalla prima campanella, molte famiglie non sanno ancora se lunedì bambini e ragazzi potranno entrare in classe. Tra insegnanti e personale che mancano, lavori di adeguamento delle aule alle norme anti Covid non completati, nuovi banchi a posto singolo non ancora consegnati, la situazione è frammentaria in tutta Italia. Vi sono regioni che da tempo hanno deciso di ripartire, con date differenti, in ritardo: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Campania. Delle restanti, al nord vengono segnalati meno problemi, anche se in vari istituti si partirà con formule innovative, parte della classe in presenza, parte collegata in remoto.

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Ma se prendiamo il Lazio come regione campione, allora si scopre che la situazione è frastagliata. Premessa: ieri in Prefettura, a Roma, si è svolto un vertice e la Regione ha confermato che saranno assunti 300 medici per formare, insieme agli infermieri, 500 équipe per seguire da vicino le scuole. Per ora, però, almeno il 20 per cento degli istituti il 14 settembre non aprirà i cancelli, con punte più alte nelle province di Latina e Frosinone. A Roma si conferma quella percentuale, una scuola su 5 ancora non è pronta. Altro esempio: Viterbo. Il sindaco Giovanni Arena, ieri mattina, dopo avere effettuato un sopralluogo nelle varie scuole della città era pronto a firmare un’ordinanza: dalle elementari alle superiori, tutto chiuso. «Troppi posti non coperti sia per gli insegnanti, sia per il resto del personale scolastico - racconta - così come fai a garantire le misure di prevenzione dell’epidemia? Qualche ora dopo però dall’Ufficio scolastico regionale mi hanno assicurato che nelle prossime ore ci saranno le assegnazioni. Ho scelto di fidarmi, ma sabato se la situazione non è mutata, firmo l’ordinanza». La mappa del rinvio, nel Lazio, diventa ancora più fitta se ci si sposta a sud di Roma. A Latina niente scuola in quasi tutta la provincia, a cominciare dal capoluogo, ma anche in comuni con molti abitanti come Sabaudia, Formia, Terracina e Gaeta. Di fatto la percentuale di coloro che dovranno aspettare un’altra settimana per tornare tra i banchi si avvicina al 90 per cento. Le ragioni? Lavori non completati, docenti non ancora nominati, mancanza di dispositivi di protezione. Non muta di molto la situazione in provincia di Frosinone, dove comuni come Cassino, Anagni e Sora hanno già posticipato l’apertura, mentre nel capoluogo è in corso una riflessione. Meno complicato il quadro nel Reatino: per ora solo alcuni piccoli comuni hanno deciso il rinvio come Cantalupo in Sabina, Casperia, Poggio Nativo, altri ci stanno pensando. 

E Roma? In provincia la lista dei comuni che hanno deciso di non aprire le scuole il 14 settembre vede realtà importanti come Valmontone, Colleferro, Segni, Labico e Artena. All’interno del territorio della Capitale la situazione è eterogenea, ma in linea di massima la percentuale uno su cinque rappresenta il quadro di insieme. Roma Capitale ha deciso di rispettare la data del 14 settembre, la Regione Lazio ha ribadito che la data di riapertura resta quella. «Però certo - racconta l’assessore alla Scuola, Claudio Di Berardino - se ci sono problematiche particolari, singoli comuni ma anche singole istituzioni scolastiche possono decidere di rinviare la riapertura. Ma scelte di questo tipo vanno motivate». E devono essere approvate dal consiglio di istituto.

Dunque, se ad esempio a Latina è semplice descrivere la situazione - ordinanza del Comune, si andrà a scuola solo il 24 settembre e questo vale per tutti, ad esclusione dei nidi - a Roma dipende dal singolo istituto. La stima del leader dei presidi, Mario Rusconi, è che il 20 per cento delle scuole della Capitale non è pronta per lunedì prossimo. Alcuni esempi: il dirigente scolastico dell’Istituto capofila della rete di scuole Rosetta Rossi, nel Municipio XIV, ha scritto alla Regione Lazio, spiegando che non è possibile rispettare la data del 14, a causa del ritardo della consegna dei banchi monoposto, delle carenze degli organici, della poca chiarezza su come comportarsi con i soggetti fragili sia tra gli insegnanti sia tra gli studenti. Al Liceo Vittorio Gassman mancano gli spazi, i banchi monoposto arriveranno solo a ottobre, «a oggi risultano scoperte più di 15 cattedre di sostegno e 24 cattedre intere». Solo alcuni esempi che spiegano come mai il 14 settembre in media il 20 per cento delle scuole di Roma e del Lazio non riapriranno, con punte vicino al 90 a Latina e provincia.
 

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