Scuola: la tristezza della mia prima settimana di liceo classico

ph. Nicole Cavazzuti
di Nicole Cavazzuti
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Lunedì 14 Settembre 2020, 11:58
"Dopo una settimana di scuola sono riuscita a conoscere solo le tre compagne di classe più vicine al mio banco. Trascorriamo l'intervallo seduti e per parlare tra di noi dobbiamo indossare la mascherina. Sono felice di essere tornata a scuola, ma provo un senso di disagio nel non poter socializzare liberamente". Ilaria ha 14 anni e da una settimana frequenta la prima liceo classico al Beccaria di Milano.
Che, per consentire un ingresso morbido alle ben 11 prime di quest'anno, ha deciso di aprire già il 7 settembre, a differenza degli altri istituti milanesi.

"Non dimenticherò mai il primo giorno di scuola! Che atmosfera diversa rispetto al mio ingresso alle elementari e alle medie! Ci hanno fatto entrare in aula uno alla volta, chiamandoci per cognome. La prima cosa che mi ha colpito sono stati i banchi, delimitati da adesivi per terra che indicano le distanze da mantenere", osserva Ilaria. Che aggiunge: "Abbiamo potuto scegliere liberamente dove sederci e visto che sono orba come una talpa mi sono messa in seconda fila. La cosa triste è che non possiamo conoscerci tra di noi. Anche all'uscita dalla scuola i bidelli ci impongono di mantenere il distanziamento sociale".

E mentre la maggioranza degli studenti milanesi oggi tornerà sui banchi, Ilaria e i suoi compagni saranno invece alle prese con le prime lezioni di didattica a distanza. " Il preside ci ha spiegato che la prudenza non è mai troppa. Per evitare un sovraffollamento, quindi, tutte le classi si alterneranno tra scuola e casa", chiarisce la giovane studentessa. 
Che conclude con voce cupa: "Siamo onesti: avrei preferito vivere la mia prima liceo in modo diverso. Meglio così che niente, intendiamoci. Ma la scuola è fatta anche di socialità, di sport, di relazioni. Oggi tutto ciò ci viene in buona parte precluso".
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