Scuola, la Cassazione: all'insegnante che insulta gli studenti fino a sette anni di carcere

Scuola, la Cassazione: all'insegnante che insulta gli studenti fino a sette anni di carcere
di Lorena Loiacono
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Domenica 7 Febbraio 2021, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 13:59

Quando il bullo in classe è il docente, si tratta di reato. Offendere ripetutamente un alunno, davanti ai compagni e con epiteti denigratori, per i giudici significa macchiarsi di maltrattamenti. A stabilirlo è una recente sentenza con cui la Corte di Cassazione ha chiarito che apostrofare un proprio alunno con epiteti come deficiente o fetente non rappresenta una strategia educativa né l'azione nata da un intento punitivo: significa solamente maltrattare un ragazzo.

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SCUOLA MEDIA
Un reato ancora più odioso se si considera la forte differenza di età tra l'insegnante e l'alunno: nel caso specifico, infatti, il ragazzo aveva appena compiuto 12 anni, si trovava quindi a frequentare la scuola media e non aveva certo gli strumenti caratteriali e la forza per poter contrastare la voce grossa del suo insegnante. Di fronte a cui provava solo disagio e umiliazione, per questo motivo quindi secondo la Corte Suprema si entra nel reato di maltrattamento.
Una sentenza che fa luce sul confine che c'è tra i metodi correttivi degli insegnanti, anche severi, e i veri e propri maltrattamenti.

La degenerazione di questi atteggiamenti può comportare rischi elevatissimi.


LA MORTIFICAZIONE
Nel caso giunto in Cassazione, lo studente ha ottenuto ragione: l'offesa continua e reiterata è maltrattamento. Un comportamento simile non ha nulla a che vedere con la severità di un docente e dei suoi metodi correttivi: secondo i giudici, infatti, quando si arriva all'ingiuria e alla mortificazione dello studente vuol dire che l'atteggiamento del professore non ha alcuna valenza educativa. Non solo, un simile atteggiamento è anche più grave del reato di abuso di mezzi correttivi per i quali, in base all'articolo 571 del Codice penale, è previsto un periodo di reclusione di sei mesi: «Chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi». La pena per il reato di maltrattamento, sul codice all'articolo 572, è invece ben più pesante: se un docente offende ripetutamente uno studente, provocando così umiliazioni o lesioni psicologiche, va dai 3 ai 7 anni di reclusione ed è previsto anche un risarcimento per i danni subiti qualora il giovane o la famiglia ne faccia richiesta.

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