​Scuola di sabato e distanziamenti, genitori e presidi: «Così a settembre non si riapre»

Scuola, turni anche sabato mattina. I genitori: «Così a settembre non si riapre»
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 24 Giugno 2020, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 07:40

Attese da settimane, la bozza delle linee guida per la riapertura a settembre ha sollevato una bufera di proteste. Sul piede di guerra i sindacati ma anche presidi e famiglie. “Così la scuola, a settembre, non riapre”: un coro praticamente unanime, che domani si farà sentire in occasione della presentazione delle linee guida definitive, anche in piazza.

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Il comitato “Priorità alla scuola”, composta da docenti e genitori, domani farà sentire la sua voce in 60 piazze italiane, per chiedere la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza di tutte le scuole, dai nidi alle università, a tempo pieno. Da Firenze a Roma, da Milano a Bologna e Napoli.

Che cosa c'è che non va nella bozza delle linee guida? “Il distanziamento di un metro – spiega Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - almeno nel 40% delle classi, non è garantito. Dobbiamo trovare nuovi spazi e non sarà semplice ma dovremmo anche avere personale in più. Il personale scolastico, tra docenti e ata, oggi in servizio nelle scuole non sarà sufficiente”.

Il problema della scuola, da anni ormai, sono le classi sovraffollate. Ora, in emergenza Covid-19, non sono ammesse. Si rischia di dover procedere ancora con la didattica a distanza. “Il punto non è la sanificazione o l'igiene, il problema sono le classi pollaio, la mancanza di spazi - spiega Mario Rusconi presidente di Anp Lazio – mi riferisco a quelle classi che normalmente ospitano 25 o 30 alunni e che già non rispettavano le norme di sicurezza prima del Covid, ora le rispettano ancora meno. Sono aule dove non si può rispettare il distanziamento e creare nuove classi è difficilissimo”.

Le scuole che non dispongono di aule sufficientemente capienti per tutti, a distanza di un metro l'uno dall'altro, secondo le linee guida dovrebbero chiedere aiuto agli enti locali per trovare spazi esterni, tra musei, cinema o teatri, parchi e Ville. Un lavoro chirurgico, da fare scuola per sucola. Altrimenti si tornerà alla didattica online, una possibilità contemplata però solo per le scuole superiori, per i ragazzi più autonomi. Anche s e, oltre all'età, gli studenti dovranno avere anche gli strumenti giusti: pc e connessione adeguati per poter studiare.

Le incognite sono ancora tante ma il tempo stringe: “Settembre è alle porte – sottolinea Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil - ma ancora nulla si è detto sulle problematiche del rientro in sicurezza per alunni e lavoratori della scuola nonché sulle questioni relative alle condizioni di gestione organizzativa e didattica in termini di tempi, orari, organici, spazi e risorse necessari all'avvio dell'anno scolastico. Anzi, tutto quello che trapela è in qualche modo preoccupante. La bozza delle linee guida non prevede alcuna risorsa aggiuntiva e che non si fa carico della progettualità politica della ripartenza, decentrando l'affidamento delle responsabilità, ipotizzando la privatizzazione e l'esternalizzazione di parte dell'orario scolastico, riproponendo la generalizzazione della didattica a distanza”.

Non solo addetti ai lavori, le incertezze su settembre tolgono il sonno anche alle famiglie, scatenando crisi di ansia da non sottovalutare, dai più piccoli ai più grandi.

L'allarme parte dai medici: “Insegnanti e genitori potrebbero andare incontro a crisi ansioso depressive con la riapertura delle scuole a settembre – spiega la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini della Società Psicoanalitica Italiana e International Psychoanalytical Association sui rischi di malessere legati al ritorno sui banchi - i docenti hanno paura di essere contagiati tornando in cattedra. Le mamme e i papà invece, se da un lato saranno liberati dall’accudimento h 24 dei figli, dall’altro temono che questi possano contrarre il virus a scuola, anche perché non proprio tutti i nodi sembrano risolti”.

Quali sono le paure più forti per mamma e papà? “Molti si chiedono, per esempio, come si potrà garantire il distanziamento durante il pranzo nelle mense, soprattutto per i più piccoli delle scuole materne e primarie - sottolinea Lucattini - senza contare le norme sui dispositivi di protezione, il dover tenere la mascherina per otto ore, starnutire in un gomito e soprattutto lavarsi le mani e non metterle in bocca: qualcosa di realmente impossibile per i bambini piccoli che, si sa, lo fanno continuamente”.
 

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