Usano il telefonino per chattare, fare foto o giocare online. Tutto rigorosamente di nascosto dal professore: è così che 6 ragazzi su 7, in classe, non rispettano il divieto di usare lo smartphone. E sulla questione ieri è intervenuto direttamente il ministro all’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che, in una circolare, ribadisce il divieto di usare il telefonino tra i banchi, consentendolo solo a scopi didattici. «Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo - ha spiegato il ministro - ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. Con la circolare non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti».
Presidi: d'accordo con Valditara su divieto cellulari a scuola
LE REGOLE
Il ministro invita a una stretta sui cellulari ma di fatto non introduce sanzioni.
LA QUOTIDIANITÀ
A dimostrarlo è un’indagine del portale skuola.net, da cui emerge che non tutte le scuole hanno emesso un regolamento ad hoc e comunque, anche in quelle dove il divieto è stato messo nero su bianco, la maggior parte degli alunni non lo rispetta. Secondo il sondaggio infatti oltre 6 studenti su 10 devono fare i conti con regole interne legate all’utilizzo dello smartphone in ambiente scolastico e a questi si aggiunge un ulteriore 30% a cui, per il momento, sono stati dati soltanto dei “suggerimenti”. Ma il problema non si risolve comunque perché appena 1 alunno su 7 racconta che le regole sono effettivamente osservate. Ma allora le scuole come si regolano? All’istituto Matteucci di Roma, ad esempio, il divieto è previsto dal regolamento: «Per i trasgressori arriva una sanzione disciplinare - spiega la preside Maria Gemelli- spesso si tratta di una nota che va comunque a pesare sul voto di condotta. La regola vale per tutti, ovviamente, neanche il personale può usare il telefonino per motivi privati: il buon esempio non deve mancare». Ci sono poi i casi in cui la norma non è scritta ma resta comunque sottintesa, come nel caso del liceo Righi, sempre a Roma: «Non si sono mai verificati fatti gravi - spiega la dirigente Cinzia Giacomo Bono - quindi per ora la norma scritta non c’è. Ma chiaramente chi usa il telefonino viene ripreso dal docente e rischia una sanzione». Ma c’è anche chi ha deciso di combattere l’utilizzo improprio dello smartphone tra i banchi attraverso misure drastiche: al liceo Malpighi di Bologna i ragazzi devono consegnare i telefonini all’ingresso e la stessa regola vale per docenti e personale.