Scuola, stop ai cellulari in classe: arriva la circolare del Ministero. Ma sei studenti su sette lo usano

Circolare di Valditara che rilancia il divieto. Molte scuole prive di regolamento

Scuola, stop ai cellulari in classe: arriva la circolare del Ministero. «Niente sanzioni», cosa c'è da sapere
di Lorena Loiacono
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Martedì 20 Dicembre 2022, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 00:52

Usano il telefonino per chattare, fare foto o giocare online. Tutto rigorosamente di nascosto dal professore: è così che 6 ragazzi su 7, in classe, non rispettano il divieto di usare lo smartphone. E sulla questione ieri è intervenuto direttamente il ministro all’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che, in una circolare, ribadisce il divieto di usare il telefonino tra i banchi, consentendolo solo a scopi didattici. «Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo - ha spiegato il ministro - ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. Con la circolare non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti». 

Presidi: d'accordo con Valditara su divieto cellulari a scuola

LE REGOLE

Il ministro invita a una stretta sui cellulari ma di fatto non introduce sanzioni.

Nella circolare si fa riferimento ad una nota del 2007 con cui il suo predecessore Giuseppe Fioroni affrontava la questione del cellulare tra i banchi: erano i tempi in cui, con i primi smartphone in classe, gli studenti filmavano atti di bullismo che poi finivano in rete. Se ne vietò l’uso. Ma poi la situazione negli anni è cambiata prima di tutto perché è arrivato il piano della scuola digitale e, negli ultimissimi anni, anche la dad per cui lo smartphone è rientrato gradualmente in classe ma, ovviamente, solo per scopi didattici. Resta escluso l’utilizzo privato. Nella circolare di ieri viene citata anche una recente indagine conoscitiva, portata avanti dalla VII commissione del Senato, in cui si evidenziano gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere: «Ci sono danni fisici - si legge nella relazione del Senato - come miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo-scheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminuzione dell’empatia. Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità e la capacità dialettica». Insomma, un quadro assolutamente allarmante. Contro il quale, al momento, non si pone rimedio con sanzioni precise: «Apprezziamo le intenzioni del ministro Valditara e il suo intervento - ha commentato Rino di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti - ma una regola senza sanzione non funziona. I ragazzi non rispettano il divieto, purtroppo, e dobbiamo capire il motivo. Alle superiori gli studenti, con il telefonino, fanno come vogliono». 

LA QUOTIDIANITÀ

A dimostrarlo è un’indagine del portale skuola.net, da cui emerge che non tutte le scuole hanno emesso un regolamento ad hoc e comunque, anche in quelle dove il divieto è stato messo nero su bianco, la maggior parte degli alunni non lo rispetta. Secondo il sondaggio infatti oltre 6 studenti su 10 devono fare i conti con regole interne legate all’utilizzo dello smartphone in ambiente scolastico e a questi si aggiunge un ulteriore 30% a cui, per il momento, sono stati dati soltanto dei “suggerimenti”. Ma il problema non si risolve comunque perché appena 1 alunno su 7 racconta che le regole sono effettivamente osservate. Ma allora le scuole come si regolano? All’istituto Matteucci di Roma, ad esempio, il divieto è previsto dal regolamento: «Per i trasgressori arriva una sanzione disciplinare - spiega la preside Maria Gemelli- spesso si tratta di una nota che va comunque a pesare sul voto di condotta. La regola vale per tutti, ovviamente, neanche il personale può usare il telefonino per motivi privati: il buon esempio non deve mancare». Ci sono poi i casi in cui la norma non è scritta ma resta comunque sottintesa, come nel caso del liceo Righi, sempre a Roma: «Non si sono mai verificati fatti gravi - spiega la dirigente Cinzia Giacomo Bono - quindi per ora la norma scritta non c’è. Ma chiaramente chi usa il telefonino viene ripreso dal docente e rischia una sanzione». Ma c’è anche chi ha deciso di combattere l’utilizzo improprio dello smartphone tra i banchi attraverso misure drastiche: al liceo Malpighi di Bologna i ragazzi devono consegnare i telefonini all’ingresso e la stessa regola vale per docenti e personale. 

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