Scuola, Conte: «Tutto pronto» Ma genitori e presidi non sono d’accordo

Scuola, Conte: «Tutto pronto» Ma genitori e presidi non sono d’accordo
di Mauro Evangelisti e Cristiana Mangani
7 Minuti di Lettura
Sabato 12 Settembre 2020, 00:41 - Ultimo aggiornamento: 13:47

"Si torna a scuola" è la nuova iniziativa del Messaggero. Come tornare a scuola in sicurezza? Mandateci le vostre domande a dilloalmessaggero@ilmessaggero.it Le gireremo ai nostri esperti. E sul Messaggero di domenica le vostre risposte.

«Con o senza rotelle i nuovi banchi monoposto non sono arrivati». Questa è la frase che con più frequenza rimbalza da una scuola all’altra, da un quartiere della periferia di Roma al piccolo paese di una regione del nord. E poi le mascherine, quelle che, secondo le promesse, dovevano arrivare con una cadenza memorabile, «10-11 milioni al giorno», a volte ci sono, a volte no, e non è esattamente una prospettiva interessante visto che il Comitato tecnico scientifico ha spiegato che a scuola, quando ci si sposta, le protezioni di bocca e naso vanno indossate. Il premier, Giuseppe Conte, ha deciso di annullare il videomessaggio per l’inizio dell’anno scolastico da inviare a studenti e famiglie, da trasmettere domani nel corso di Domenica In. Conte ha rinunciato perché preoccupato per le promesse non mantenute? No, perché il centrodestra ha contestato la mancanza del contraddittorio e soprattutto perché sette giorni dopo ci saranno referendum ed elezioni in alcune Regioni.


Niente banchi monoposto. E allora banchi vista muro alla Scuola primaria Manzoni di Roma nella foto inviata dal lettore Roberto P. di Roma: «Tanto valeva lasciarli accanto a 30 cm con la mascherina, piuttosto che a 50-60 cm»


Il 9 settembre il premier, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, aveva elencato una serie di promesse alla voce riapertura delle scuole, garantendo: «Se mi sento tranquillo di accompagnare mio figlio a scuola? Ben tranquillo, assolutamente fiducioso. Gli comunicherò tutto l’entusiasmo di iniziare questo nuovo anno scolastico». Ecco, tutto questo entusiasmo, nelle famiglie, nei ragazzi e negli insegnanti, non traspare. Ma Conte aveva detto: «Le famiglie italiane non devono dubitare che abbiamo fatto il massimo per dare ai nostri ragazzi il meglio e per regalare alla scuola un nuovo inizio. Ed è una grande opportunità: ci saranno più spazi, più docenti e meno alunni per classe grazie a un investimento di 7 miliardi da gennaio a oggi. Distribuiremo 11 milioni di mascherine chirurgiche gratuite per il personale scolastico e gli studenti».
 
LA CORSA
A due giorni dalla prima campanella, per lo meno in quelle regioni e in quei comuni dove non è stato deciso il rinvio, la situazione è differente da quella descritta: in non pochi casi mancano gli insegnanti, gli spazi non sono stati ancora individuati e già si ipotizza di proseguire, per una parte degli studenti, con le video-lezioni. Le mascherine sono in ritardo, ha denunciato Cittadinanzattiva, magari arriveranno nelle prossime ore, ma ad esempio la Regione Lazio ieri è corsa ai ripari distribuendo last minute per consegnarne cinque milioni, sufficienti per la prima settimana. Per citare un vecchio film sul mondo della scuola, “io speriamo che me la cavo”.

LE SEGNALAZIONI

Roma, Anna D.
«Entrata alle 8 o alle 9? Io lavoro, devo saperlo»

«Quando comincia la scuola, mamma?». Una risposta alla quale mamma Anna D. non sa cosa dire al figlio di 10 anni che andrà in prima media. «Dopodomani - scrive al Messaggero - le lezioni dovrebbero avere inizio, ma non abbiamo avuto informazioni. A che ora inizierà? Alle 8 o alle 9? Io lavoro, ho bisogno di preavviso per prendere permessi. Lui vuole sapere: «Avrò il banco con le rotelle? Dovrò mettere la mascherina tutto il giorno?» E poi: «Posso mettere quella che ha la stoffa con i teschietti, o devo indossare quella che mi daranno?». Ah, saperlo.

Roma, Roberto P.
«Il metro di distanza non viene rispettato»

All’Ics scuola primaria Manzoni di Roma c’è un problema di banchi e di come sono stati sistemati. Papà Roberto P. si dice basito per come gli alunni dovranno seguire le lezioni: «La distanza interpersonale è palesemente inferiore a un metro. E poi dovranno assumere una postura innaturale. Ora - aggiunge - capisco che non si può avere la bacchetta magica e che criticare è facile, ma consentitemi di manifestare il mio dissenso». 

Lucca, Michela L.
«Basterà un raffreddore perché ci sia il panico»

È molto preoccupata mamma Michela L. Scrive dalla provincia di Lucca e chiede: «La mia bambina andrà in prima, come le viene un raffreddore sarà il panico, anche perché l’altra mia bimba va alla materna dove nessuno mette la mascherina. E poi ci sono i nonni di 70 anni. Se lo prendono le bambine lo portiamo a tutti».

Roma, Genitore preoccupato
«I banchi con le rotelle non sono ancora arrivati»

Niente banchi con le rotelle, ma soprattutto aule troppo piene. È la preoccupazione di un genitore che si chiede come si possa cominciare in queste condizioni. «All’Itc Sandro Pertini di via Lentini - evidenzia - le classi sono di 30 alunni e i banchi non sono arrivati. Qui la sicurezza non esiste, nessuna precauzione contro il Covid. Mi chiedo: è mai possibile una cosa come questa?». 

Roma, Lorenza F.
«Senza distanziamento meglio non ricominciare»

Si dice ritorno a scuola, «ma che scuola sarà se non ci si potrà avvicinare, si dovrà stare lontani dai nonni?». Lorenza F. è un medico, e ritiene che sarebbe stato meglio continuare con la didattica a distanza. «Le scuole non possono garantire il distanziamento minimo. Ricominceranno a circolare i virus influenzali. Perdere qualche mese in più avrebbe fatto superare il periodo influenzale e il virus sarebbe stato più sotto controllo». 

Roma, Mirella M.
«Classi pollaio una realtà, non sono state eliminate»

Una vita dedicata all’insegnamento, alla crescita degli alunni: la professoressa Mirella M. è docente da 35 anni in un liceo romano. Usa toni molto garbati nella sua lettera, anche se non nasconde di essere molto disturbata da tutte «le bugie che si stanno dicendo». «Non è vero che non ci sono le classi pollaio - spiega - le nostre prime sono di 28/30 studenti, perché così vuole la legge. Non è vero che sono state allargate le aule. In nessuna scuola si potrebbe fare». E poi i docenti: «Non si sta facendo alcuna assunzione. Ministro ci eviti le banalità, la scuola è una seria realtà».

Roma, Mamma arrabbiata
«Le mail tornano indietro, non c'è comunicazione»

La firma è di “una mamma arrabbiata e confusa”. Due figli all’Ic Poggiali Spizzichino dell’VIII Municipio. «Già veniamo da anni bui e difficili - sottolinea - E ora, oltre a tutti i ritardi, quello nelle comunicazioni è il più pesante. Parlano di documenti da firmare, ma non si sa dove siano. Inviamo mail che ci tornano indietro perché piene. Al telefono ci dicono che non hanno risposte da darci. Come si fa ad affrontare la situazione così?».

Roma, Enrico G.
«C'è confusione, sarà una ripresa da brividi»

Tre nipoti, tre scuole diverse a Roma Est. Nonno Enrico G. è fuori di sé. Ce l’ha con il governo, con tutti coloro che non reagiscono. «È una riapertura da brividi - protesta - sono degli incapaci». Ha quattro nipoti: due alle elementari, uno alla media, e l’ultimo arrivato all’asilo. La confusione regna sovrana.

Roma, Mamma "Contro"
«In Europa hanno riaperto, non capisco i nostri ritardi»

Tra le domande più ricorrenti e le preoccupazioni, c’è anche una voce contro. È una mamma che protesta per i ritardi nelle riaperture. «Perché se nel resto d’Europa - scrive - le scuole sono state aperte ad aprile-maggio, qui ancora tergiversiamo? Tra l’altro ho visto le maestre negli asili che per proteggersi dal virus si sono travestite da palombari. Ma stiamo bene?».

Roma, Cristina C.
«Il servizio pre-scuola penalizza i genitori single»

Tempi duri per una mamma lavoratrice. Al centro del dibattito la gestione del servizio pre-scuola della elementare Graziali Lante nel quartiere Salario. Servizio che non sarà attivo. «Come fa un genitore solo - si interroga Cristiana C. - a lasciare il figlio a scuola alle 8,30 e a essere in ufficio alle 9? Sono previsti permessi speciali in casi come questo? Il ministro Azzolina e gli altri competenti hanno pensato a questo problema enorme?».




 

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