Pisa, bimbo down a casa perché manca l'insegnante di sostegno. Meloni: «Vergogna»

Pisa, manca l'insegnante di sostegno, bimbo down non può tornare a scuola: «Già faceva le prove allo specchio»
4 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Settembre 2020, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 19:43

Niente primo giorno di scuola per Marco (nome di fantasia), bambino con la sindrome di down di Pontedera, in provincia di Pisa. A causa del Covid-19 non è stata nominata la maestra di sostegno che avrebbe dovuto assisterlo nel fondamentale passaggio della prima elementare e per questo sarà costretto a rimanere a casa per un tempo indefinito. A denunciare la situazione è stata la mamma con un post su Facebook. 

Scuola, Azzolina ospite della D'Urso: «La temperatura degli studenti si misura a casa. Mi fido delle famiglie»

Intervistata dall'Agi, la donna ha raccontato che il figlio non vedeva l'ora di cominciare la scuola: «Da una settimaa faceva le prove davanti allo specchio, col grembiule e zainetto, impaziente di andare», spiega la mamma del piccolo Marco. «Adesso chi glielo spiega che non potrà entrare in classe come gli altri bambini della sua età? La settimana scorsa ho partecipato a una riunione con la preside e i genitori nella quale ci sono state illustrate le regole antiCovid e spiegato come la scuola sia stata rinnovata, predisposta e attrezzata anche con maxi schermi». «Alla fine della riunione - prosegue la madre - ho chiesto informazioni per il sostegno a mio figlio». La donna riferisce che dai responsabili della scuola le sarebbe stato risposto: «Abbiamo solo 2 maestre per 14 disabili».

Scuola, si torna sui banchi ma mancano 150mila prof e 20mila amministrativi e tecnici

«Mio figlio ha la sindrome di down, ma è autosufficiente e iperattivo e non vede l’ora di tornare a scuola. Io mi sono offerta di accompagnarlo e stare con lui in classe per qualche ora, perchè il bambino ha solo bisogno di qualcuno che gli dica cosa deve fare. Mi è stato detto che non posso stare con lui in classe. È iperattivo e le nuove regole prevedono che i bimbi debbano stare fermi, al proprio posto. Ma lui seduto a un banco, autonomamente, non ci starà mai. Se gli viene spiegato cosa fare ubbidisce, ma ha bisogno di un sostegno», spiega.

Scuola, ripartenza per 115mila studenti due istituti resteranno chiusi, tante cattedre vuote

«Dalla scuola mi hanno assicurato che avrebbero risolto e ci hanno fissato un appuntamento con la preside per venerdì mattina alle 10. Mio marito e io abbiamo preso un permesso dal lavoro ma la preside non ci ha mai ricevuto - continua - mi è stato poi detto che non c’è stata la possibilità di organizzare un sostegno per mio figlio e consigliato di non portarlo a scuola lunedì e martedì, perchè poi ci sarebbero state le elezioni e nel frattempo la scuola avrebbe cercato soluzioni.  Quando ho chiesto di mettere nero su bianco queste indicazioni e mi hanno detto che c’era stato un equivoco, e che non mi avevano mai detto di non portarlo a scuola. Ma intanto mio figlio oggi è dalla nonna e l’insegnante di sostegno non è stata nominata». «La responsabilità di tutto questo non è ovviamente della scuola, ma di chi non ha provveduto a fare le nomine», precisa. 
 

 

Accertamenti del Ministero Il Ministero fa sapere di «avere disposto subito i necessari accertamenti, attivando l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e l’Ambito territoriale di Pisa, e di aver chiesto una relazione urgente al dirigente scolastico. Dalla scuola hanno già fatto sapere che a tutti gli alunni con disabilità è stata garantita la massima accoglienza, come doveroso. E che nel primo giorno di scuola 34 alunni con disabilità su 36 hanno regolarmente frequentato. Come previsto dalle norme vigenti, infatti, degli studenti con disabilità non si occupano solo gli insegnanti di sostegno, ma anche quelli curricolari. La scuola e la famiglia stanno dialogando in queste ore per chiarire quanto accaduto».


Meloni: vergogna. «A Pisa un bambino Down ha dovuto rinunciare al suo primo giorno di scuola in prima elementare perché non c'è l'insegnante di sostegno. Per settimane aveva fatto le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, perché non vedeva l'ora di tornare sui banchi ma non glielo hanno permesso. Stamattina ho telefonato alla madre per esprimerle la mia vicinanza e mi ha raccontato tutta la sua rabbia e il sentimento di abbandono che ha provato». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «È una storia che lascia senza fiato -aggiunge Meloni- perché i bambini e i ragazzi più fragili sono quelli che durante il lockdown hanno pagato il prezzo più alto e ora rischiano di essere penalizzati ancora una volta. È drammatico che tutto questo non importi a nessuno, a partire dal ministro dell'Istruzione Azzolina. Fratelli d'Italia aveva presentato un pacchetto di emendamenti per scongiurare questa emergenza nell'emergenza ma, guarda un pò, sono stati cestinati. Avrebbero dovuto garantire l'inclusione degli studenti più fragili e aiutare le famiglie, ma le risposte del governo sono state solo due: esclusione e isolamento. Vergogna», conclude.

© RIPRODUZIONE RISERVATA