Scuola, proteste contro la Azzolina in tutta Italia: anche la Lega in piazza

Scuola, proteste contro la Azzolina in tutta Italia: anche la Lega in piazza
di Mario Ajello
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Giovedì 25 Giugno 2020, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 12:32

Oggi è l’Azzolina Day. Le manifestazioni, le proteste, gli strali degli insegnanti e degli studenti, l”assedio” al dicastero  dell’Istruzione a Trastevere organizzato dalla Lega con Salvini in prima fila (ma la Meloni e Fratelli d’Italia, no), lo scoramento e l’amarezza tacita ma a che no delle famiglie verso una ministra che ne sta azzeccando davvero poche.

E chi si aspettava dalle kermesse governativa di Villa Pamphili qualche forma di chiarezza su che cosa Conte e la Azzollini vorrebbero fare della scuola a partire da settembre  è rimasto deluso. Pare che in sostanza tutto verrà demandato ai presidi, al loro spontaneismo, alle loro decisioni autonome. E si va avanti così, come oggi pensano tutti nell’Azzolina Day: a colpi di non scelte  sulla scuola quando è la scuola il cuore di ogni Paese (abbiamo avuto come ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile, tanto per dire) e anche o soprattutto del nostro. 

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Di fatto, in questi mesi cruciali si è fatto rotolare la scuola in fondo alla lista delle priorità. E la ministra si è distinta più che altro per le sue somiglianze - un po’ Michael Jackson e molto Sabina Guzzanti ma anche il fratello Corrado che in Lorenzo inventò il perfetto ragazzotto poco intento a studiare  - e per un’aria un tantino svagata da Alice nel paese delle meraviglie.
 


O ancora: sarà ricordata la titolare dell’Azzolina Day più che altro per la polemica con Salvini sul plexiglass nelle aule, un’idea stravagante  (e infatti sconfessata) che partorì la sotto-disputa con il capo leghista su come si debba scrivere: “plexiglass” (lei) o “plexiglas” (lui)? Non esattamente all’altezza della controversia fra Croce e Gentile (due suoi predecessori) sull’idea di istruzione e sul ruolo della scuola nella storia d’Italia.

E poi , come non ricordare proprio nell’Azzolina Day la task force ministeriale che a maggio la bacchettò sull’ipotesi di mandare metà alunni in classe e metà a casa, o tutto il tira e molla  sull’esame di maturità  al tempo del Covid o sul sei politico causa virus? Oggi insomma, al di là delle questioni politiche e delle divisioni tra partiti,  più che un giorno di protesta dovrebbe essere una giornata di cordoglio per ciò che sarebbe potuta essere la scuola - motore della ripresa italiana - e che invece non si è capaci di far diventare.

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