La didattica è a distanza ma non per tutti, le scuole superiori infatti restano aperte per accogliere in presenza gli studenti che non possono fare altrimenti. Dai figli dei medici ai ragazzi disabili, ci sono studenti per i quali la classe può restare aperta. Se le lezioni online si stanno dimostrando utili per fronteggiare l’emergenza, è anche vero che stanno mostrando tutti i loro limiti. Innanzitutto ci sono attività che, da remoto, non si possono proprio svolgere e ci sono studenti che, a distanza, non vivrebbero la scuola come ne hanno invece diritto. Si tratta innanzitutto dei ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali che hanno bisogno di un sostegno o comunque di un aiuto ad hoc.
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Nella prima ondata sono stati troppi i casi in cui gli studenti disabili sono stati abbandonati a loro stessi, impossibilitati a ricevere l’assistenza del docente specifico.
Sempre tra gli studenti più giovani è prevista la possibilità di frequentare in presenza per i figli del personale sanitario come medici, infermieri e assistenti. I ragazzi potrebbero infatti dover restare soli in casa, se mamma e papà lavorano in corsia con turni lunghi, e così la scuola è chiamata a garantire la presenza. Per poter entrare in classe è necessario fare espressa richiesta al preside che potrà attivarsi in collaborazione con gli altri docenti: l’obiettivo è quello di far partecipare comunque tutti alla didattica digitale integrata quindi gli studenti in presenza devono assistere alla stessa lezione dei compagni che si collegano da remoto. Praticamente si trovano in classe insieme al professore. La stessa deroga alle lezioni online è riservata ai ragazzi che non dispongono di un computer, di un tablet o di una connessione adeguati per seguire la lezione del docente: se la scuola non riesce ad aiutare l’alunno fornendo dispositivi utili oppure il ragazzo vive in un territorio senza connessione, la didattica si farà in presenza.
Esistono poi delle attività scolastiche per le quali la didattica online è impossibile da praticare: si tratta delle attività laboratoriali che, per loro natura, sono necessariamente in presenza. E non sono poche visto che rappresentano la parte caratterizzante del percorso di studi tecnico e professionale. Si possono svolgere infatti in presenza “i percorsi che prevedono esercitazioni pratiche e di laboratorio -spiega la nota ministeriale con le linee guida - purché formalmente contemplate dai vigenti ordinamenti e nel rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza”. E c’è poi la possibilità di portare avanti anche i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, vale a dire la ex alternanza scuola lavoro, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza dal distanziamento all’utilizzo delle mascherine.