Scuola in presenza dal 9 dicembre, governo al lavoro. Ma le Regioni sono divise. Zaia: noi all'oscuro

Scuole aperte dal 9 dicembre, governo al lavoro. Ma le Regioni sono divise
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 14:02 - Ultimo aggiornamento: 16:53

Scuola in presenza dal 9 dicembre? Il governo non fa mistero di lavorare all'ipotesi. Lo ha ribadito ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza a DiMartedì e la ministra Azzolina ha più volte sottolineato di voler fare il possibile per riavviare la didattica in aula quanto prima. La data del 9 dicembre, però, non trova tutti d'accordo: alcune Regioni, infatti, non sono pronte. Restano irrisolti, in primis, i nodi dei trasporti e poi ci sono i dubbi sanitari. Secondo l'immunolgo Galli, ad esempio, «riportare gli alunni in aula sarebbe un vero boomerang».

«Sentiamo dire che si vorrebbe riaprire la scuola il 9 dicembre. È una leggenda metropolitana? Non so. Qualcuno ce lo dica», ha detto ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia. «Per le Regioni - ha aggiunto - c'è il problema dei trasporti, coinvolge la scuola, la sanità, la protezione civile.

Vorremmo capire cosa succede con il Dpcm del 3. Non possiamo rinviare alla conferenza stampa o alla diretta Facebook».

Per Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico e probabile neo-commissario alla sanità in calabria, aprire il 9 dicembre «potrebbe essere una buona opzione, bisogna far ritornare ragazzi e docenti a scuola garantendo la sicurezza, il rischio deve diventare compatibile con la disponibilità di risorse per tamponi in tempo reale e tracciamento a supporto della vita scolastica». «Riteniamo che l'apertura delle scuole non sia a rischio zero però è un rischio sicuramente inferiore di immaginare i ragazzi liberi di andare nei centri commerciali senza regole ed è un rischio che prende in considerazione la salute psicofisica dei ragazzi - ha aggiunto Miozzo a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24 - Non è pensabile lasciare milioni di giovani nella didattica a distanza per un anno intero, avremo quest'anno dei liceali che arriveranno alla maturità avendo fatto un mese di scuola in presenza, questo è inaccettabile». 

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Per Alberto Villani, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) e presidente della Società Italiana di Pediatria, a Buongiorno, su Sky TG24, che «la scuola sia un posto sicuro è confermato. Essendo un luogo dove c'è il rispetto rigoroso di regole, era facilmente prevedibile che non sarebbe stato un luogo di contagio. Quello che rappresenta un problema è ciò che avviene fuori, la scuola è possibile riaprirla e questo avviene grazie agli sforzi significativi fatti da tutto il sistema scolastico». «Stando così i numeri» si potrebbe aprire il 9 dicembre, ha spiegato, «però abbiamo imparato ormai a navigare a vista, a fare sempre i conti con la situazione epidemiologica. Certamente se ci sarà un ulteriore calo dei contagi e le persone continueranno a rispettare rigorosamente le regole». Villani ha poi continuato: «Anche sul settore trasporti si stanno facendo opportuni cambiamenti, poi si paga lo scotto di lustri di abbandono di sanità, scuola e trasporti, non si può pretendere di cambiare tutto in poche settimane. Va fatta una riflessione profonda su quella che deve essere la programmazione, di questo si parla poco».

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