Scuola, 6 Regioni rinviano. Mascherine, gli scienziati: «Ai banchi non servono»

Scuola, 6 Regioni rinviano. Mascherine, gli scienziati: «Ai banchi non servono»
di Marco Conti
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Martedì 1 Settembre 2020, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 00:01

Ora che è tutto più o meno pronto, e che anche sui trasporti regioni e governo hanno trovato un'intesa, il cerino arde tutto nelle mani della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. «Non era mai successo, ma ce la faremo», scrive la responsabile del dicastero di viale Trastevere in una lettera inviata a presidi, docenti e a tutto il personale scolastico che tra qualche giorno sarà alle prese con regole nuove, spesso differenti da regione a regione, e con il caos di sempre.
La riunione serale della Conferenza unificata Stato-regioni, consegna l'ultimo tassello delle linee guida per la ripartenza: le regole per gli spostamenti su treni e bus. La spuntano i governatori che riescono a far salire all'80% la capienza degli autobus e ottengono risorse (200 milioni di euro) per implementare le corse in modo da coprire anche il restante 20%. Scuolabus a pieno carico invece per percorsi sotto i quindici minuti. Distanziamento di un metro, e quindi posti ridotti, sul resto dei bus e sui treni regionali in attesa che arrivino i plexigas a separare studenti e passeggeri. Poi i banchi monoposto che sono in consegna, anche se ieri non sono state date certezze sui tempi, niente obbligo di mascherine in classe se c'è un metro di distanza. Obbligatorie invece all'uscita e negli spostamenti dentro l'istituto scolastico. Le classi vanno arieggiate di continuo, con 37 e mezzo di febbre si sta a casa, ma la misurazione spetta alle famiglie.

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IL SETTORE
Alla riunione, convocata dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, erano presenti la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, in collegamento i ministri della Salute Roberto Speranza e dell'Istruzione Lucia Azzolina e i presidenti di regione Bonaccini e Toti nonchè i rappresentanti dell'Anci, per rimettere in attività un settore che, come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rappresenta una «risorsa decisiva» per il Paese.
Alla fine della riunione tutti d'accordo, anche perché non si poteva più rinviare malgrado non tutte le regioni hanno intenzione di aprire le scuole il 14 settembre. Inizia per primo la provincia di Bolzano, dove i ragazzi torneranno in classe il 7 settembre. Seguono tutte le altre il 14 ad eccezione del Friuli dove si rientrerà il 16 settembre, la Sardegna il 22, mentre Puglia, Calabria e Abruzzo, e probabilmente anche la Campania, andranno al 24 settembre in modo da scavallare referendum e elezioni regionali del 20.

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Un balletto di date che non rende la sfida del governo meno semplice. Riaprire le scuole, dopo sei mesi di stop e un anno scolastico - quello passato - da dimenticare, rappresenta per l'esecutivo un test importante che si somma a quelli elettorali di fine mese. «Sfida complessa», la definisce la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riconosce l'importanza dell'appuntamento quando dice che «riaprire le scuole è la nostra priorità».

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Conte ringrazia il ministro Speranza mentre lascia alla ministra dell'Istruzione il compito di far ripartire una macchina che, ai problemi di sempre, ne aggiunge uno potenzialmente in grado di far saltare l'intero sistema dell'istruzione pubblica qualora si dovesse arrivare a nuove e seppur parziali chiusure. Ne fa cenno lo stesso ministro della Salute quando avverte le scuole che comunque dovranno avere sempre pronto un piano b fatto di «lezioni online» soprattutto «per gli studenti fragili» e «educatori vulnerabili». Quanti saranno i professori e maestri che presenteranno il 14 settembre un certificato medico è difficile quantificarlo anche se un'ex ministra dell'Istruzione, l'azzurra Maria Stella Gelmini, parla di una stima di 260 mila supplenti da reclutare nelle prossime settimane. In attesa del consueto valzer di docenti, tirano in sospiro di sollievo anche le scuole paritarie visto che il ministero dell'Economia fa sapere che le scuole paritarie potranno richiedere «anticipazioni di tesoreria» «in caso d'urgenza».
 

 

 

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