Sembra essere proprio una fuga quella che i docenti della scuola italiana stanno organizzando per il prossimo anno scolastico. Sono tanti infatti, circa 30mila, gli insegnanti che hanno chiesto di lasciare la cattedra per andare in pensione, anche in anticipo tramite la possibilità di quota 103. E le domande di pensionamento sono circa il 24% in più rispetto allo scorso anno: i motivi? Sono da ricercare proprio tra i banchi di scuola: la pandemia ha messo gli insegnanti a dura prova tanto che, dal 2020, le domande di pensione sono in aumento. Ma non si tratta solo dei problemi legati al covid. A spingere tanti insegnanti verso l’uscita è stata anche l’escalation di aggressioni verso i docenti, fisiche e verbali, che stanno mandando in crisi il lavoro che si svolge in aula. Un impegno sempre maggiore per uno stipendio che, di fatto, è tra i più bassi degli insegnanti di tutta Europa.
LE RICHIESTE
Le domande di pensionamento raccolte a febbraio sono state 21.599 con le regole già in uso, come quota 100, la vecchia legge Fornero che richiede 67 anni di età e almeno 30 di servizio o, per le maestre della scuola dell’infanzia e delle elementari, la pensione anticipata a 66 anni e 7 mesi di età con almeno 30 anni di servizio.
LE AGGRESSIONI
Ma sono ancora di più i casi sommersi e le aggressioni che, pur non essendo di carattere prettamente fisico, sono comunque verbali con offese, minacce e prese in giro ai danni dei docenti. Una lunga serie su cui il Governo ha deciso di intervenire su più fronti: gli insegnanti, che decidono di denunciare, verranno difesi dall’Avvocatura dello Stato nei processi in cui il ministero dell’istruzione e del merito si costituirà parte civile con richiesta di risarcimento anche per danno di immagine. E’ già in corso una sorta di censimento dei casi di aggressione scuola per scuola. Ma è necessario intervenire anche sulle retribuzioni, dal Governo sono arrivati aumenti medi di circa 124 euro al mese. Ma gli stipendi degli insegnanti italiani non sono solo bassi, sono anche quelli che, in Europa, crescono meno: la possibilità di fare carriera infatti è ridotta al minimo tanto che, dopo 35 anni di servizio, non crescono nemmeno del 50% mentre ci sono paesi come Irlanda, Paesi Bassi e Polonia, dove lo stipendio iniziale cresce oltre il 60% già nei primi 15 anni di insegnamento.