Green pass per gli alunni: sì dei virologi, ma i presidi aspettano governo e Cts

Green pass per gli alunni: sì dei virologi, ma i presidi aspettano governo e Cts
di Lorena Loiacono
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Domenica 25 Luglio 2021, 22:49 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 09:51

In classe, tutti in presenza, con la mascherina ma anche con il green pass in tasca. Per il governo l’obiettivo di settembre è permettere a tutti gli alunni di tornare tra i banchi, per la scuola non resta che organizzarsi. E mentre si decide come convincere i docenti non ancora vaccinati a prenotare la prima dose, si discute anche del green pass per entrare a scuola. Esteso a tutti, studenti compresi. Sul numero del personale scolastico non ancora vaccinato, il 20 agosto si farà ricognizione tra le regioni per decidere come muoversi e prevedere, se necessario, l’obbligo. Ma resta il tema degli studenti.

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Numeri bassi

Gli adolescenti dai 12 anni in su si stanno vaccinando ma i numeri non sono ancora abbastanza elevati per permettere un ritorno in classe senza rischi, visto che la variante Delta sembra correre molto più velocemente tra i ragazzi. È la più presente nelle fasce tra i 10 e i 19 anni e tra 19 e 29.

Un aspetto che preoccupa non poco le scuole che devono organizzare la ripresa di settembre e manca poco più di un mese. In questo contesto è partita la decisione della preside del Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Napoli che ha richiesto il green pass a studenti e docenti per settembre. Si tratta di una rilevazione di dati: se la scuola risulterà vaccinata al 60%, docenti e studenti compresi, potrà permettersi di organizzare gli spazi e la frequenza in maniera più semplice. La necessità di vaccinare i ragazzi si fa sentire: su questa posizione si sono espressi anche i presidi del sindacato Dirigenti Scuola che, in una protesta negli ultimi giorni sotto le finestre del ministero dell’istruzione a Roma, hanno ribadito la necessità di vaccinare l’intera popolazione scolastica: «Propongo l’obbligatorietà – ha sottolineato il presidente, Attilio Fratta - per quegli insegnanti che non si sono ancora immunizzati. Stesso discorso vale per gli studenti: i vaccini salvano le vite, di tutti. Quindi bene all’immunizzazione per la fascia che va dai 12 ai 16 anni». Più cauto il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma, Mario Rusconi: «Aspettiamo dal Comitato tecnico scientifico indicazioni precise sul vaccino dai 12 ai 16 anni in relazione alla frequenza nelle scuole. Sarebbe opportuno che queste spiegazioni arrivassero per tempo: manca poco all’inizio della scuola e dobbiamo organizzare orari e spazi».

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Per tornare in presenza

Ma non è solo il mondo della scuola ad esporsi sull’opportunità o meno del green pass a scuola: «Se l’obiettivo è la didattica in presenza possiamo considerare anche la possibilità del green pass a scuola - spiega il virologo dell’università di Milano, Fabrizio Pregliasco - stiamo assistendo ad una crescita continua e costante dei contagi. Il vaccino tra gli studenti può sostenere la continuità didattica. Ora serve un recupero della normalità poi, una volta stabilizzata la situazione, potrebbe esserci bisogno di richiami annuali del vaccino e, in quel caso, potrebbero essere coinvolti solo i pazienti fragili».
Il tema della ripresa della didattica coinvolge necessariamente anche le Regioni e così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, valuterà a metà settembre il livello di immunizzazione tra docenti e studenti nelle scuole per prendere provvedimenti mirati. Secondo il presidente, infatti, il mancato raggiungimento della soglia del 70% nell’intera popolazione scolastica obbligherebbe le scuole a mantenere il doppio regime «studenti vaccinati in presenza e didattica a distanza per chi non è vaccinato». Una possibilità comunque da scongiurare, visto che l’obiettivo è tornare in presenza al 100%: 7 ragazzi su 10, almeno, devono avere il vaccino. Per ora, su 4,6 milioni di ragazzi tra i 12 e i 19 anni, quelli che hanno già ricevuto almeno una dose sono 1,3milioni, cioè circa uno su tre. «Il rientro a scuola – ha commentato il senatore di LeU Francesco Laforgia - deve essere in presenza e in sicurezza. Per questo l’obbligo alla vaccinazione per studenti e insegnanti ha un senso a patto che non si intenda ritornare alla didattica a distanza, che ha generato nuove diseguaglianze e privato i ragazzi di socialità». 

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