Coronavirus, Rusconi: «Sarà difficile per gli studenti recuperare le lezioni perse: nel 2021 prevedo bocciature»

Coronavirus, Rusconi: «Sarà difficile per gli studenti recuperare le lezioni perse: nel 2021 prevedo bocciature»
3 Minuti di Lettura
Sabato 4 Aprile 2020, 09:21

Professor Mario Rusconi, a capo dei presidi di Roma e Lazio, partiamo da una certezza: l'esame di Stato quest'anno sarà diverso.
«Ebbene sì. Al netto di come saranno articolate le prove, le commissioni saranno composte da sei membri interni e da quello che possiamo chiamare il notaio ovvero il presidente di commissione che sarà esterno. Poi se la scuola non riaprirà, ci sarà solo l'orale».

Da anni la Maturità non è più uno scoglio insormontabile: circa il 97% degli studenti viene promosso. Ora esame a parte, quasi certamente nessun alunno - meritevole o impreparato - sarà lasciato indietro. Quale sarà la conseguenza?
«Per chi ha sempre avuto dei buoni risultati la strada non cambia, per chi invece si porterà dietro delle lacune il 2021 sarà l'anno cruciale perché credo che il prossimo anno l'incidenza dei bocciati sarà superiore rispetto alla media odierna».

È possibile fare una previsione?
«Mediamente ogni anno i ragazzi che non vengono ammessi alle classi successive sono circa il 15%, spero di dovermi ricredere ma penso che la percentuale a giugno 2021 possa raddoppiarsi e arrivare al 30%. Se chi sarà obbligato a colmare i deficit con i corsi di recupero tra l'estate e settembre non ci riuscirà, vien da sé che tutto il nuovo programma sarà recepito in maniera parziale. E questo conterà negli scrutini nel 2021».

Qualcuno - forse provocatoriamente - suggeriva l'annullamento dell'anno scolastico.
«Sarebbe stato impossibile e comunque penalizzante per tutti coloro che hanno sempre studiato e raggiunto dei buoni risultati. Il nostro sistema scolastico, poi, è tra i più lunghi d'Europa e già paghiamo il prezzo di questo».

Torniamo per un attimo alla Maturità: ha ancora senso parlare di esame di Stato considerate le modifiche - necessarie - che saranno varate sia che la scuola riapra sia che resti chiusa?
«È un obbligo previsto dalla legge ma è altrettanto chiaro che sarà completamente rimodulato: se la scuola non riapre, gli scritti non ci saranno e se riaprisse, le seconde prove potrebbero non essere uguali per tutti ma decise da ogni scuola in base al programma ma c'è anche un altro problema che mi preme sottolineare».

Quale?
«Quello sanitario. Gli istituti - e non importa quale sia l'ordine e il grado - ospitano al loro interno da anni le cosiddette classi pollaio, aule di 25-27 alunni. Se l'emergenza da coronavirus ci obbligherà a rispettare le misure di sicurezza, come il distanziamento o l'utilizzo di dispositivi di protezione, si porrà un problema ambientale molto grave: perché gli spazi sono quelli».
Tra l'altro le scuole dovranno non solo essere pulite, ma anche sanificate.
«Pulizia e sanificazione sono due concetti diversi. La prima spetta ai collaboratori scolastici, la seconda - che di prassi attiene all'ente locale - a personale qualificato perché presuppone l'utilizzo di sostanze particolari e determinate schermature. Ora il governo ha stanziato più di 40 milioni di euro per permettere alle scuole di far ricorso a ditte esterne per la sanificazione ma bisognerà vedere se le risorse basteranno per tutti perché ci sono istituti, ad esempio, che hanno più plessi e le scuole sono tante. Il Comune di Napoli ad esempio si fa carico di questa partita».
Alla fine dell'emergenza quale prezzo pagherà la scuola?
«Una preparazione meno solida soprattutto per quei ragazzi che non avevano delle basi già strutturate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA