Il Webb Space Telescope per scoprire la vita aliena (se esiste) su altri pianeti: lancio a fine anno

Il pianeta extrasolare GJ 1132b: si pensa che abbia perso la sua atmosfera ma che la stia recuperando
di Enzo Vitale
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Martedì 20 Aprile 2021, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 00:24

Nel caso ci fosse la vita lui non se ne starebbe con le mani in mano. Sarebbe in grado di svelarla nell'arco di una manciata di ore. Una sessantina secondo gli scienziati. E' il James Webb Telescope, Jwt come lo chiamano più semplicemente gli scienziati.

Il supertelescopio spaziale, che dovrebbe prendere il posto di Hubble, procede nell'assemblaggio e gli  ingegneri che ci lavorano «hanno già piegato e imballato con successo -confermano alla Nasa- il suo tettuccio parasole per il suo prossimo viaggio di milioni di miglia (circa 1,5 milioni di chilometri), che inizierà entro la fine dell'anno». Secondo i ricercatori dell'Ente spaziale statunitense Jwt «sarà il telescopio spaziale più grande, potente e complesso mai costruito e lanciato nello spazio. Cambierà radicalmente la nostra comprensione dell'universo».

(I lati del parasole del James Webb Space Telescope sono stati sollevati verticalmente in preparazione per il ripiegamento degli strati del parasole.

Crediti: NASA / Chris Gunn)

ALLA RICERCA DELLA VITA

Dopo aver accumulato una serie di ritardi, il Jwt ora è quasi pronto per la sua missione. Va però ricordato che la Nasa si avvarrà anche del supporto dell'Esa e dell'Agenzia spaziale canadese. 

Ma quale saranno i suoi obiettivi? Che tipo di ricerche dovrà effettuare una volta lanciato in orbita? E' presto detto: innanzitutto  studiare le galassie più lontante per cercare di ricostruire i primi istanti dopo la nascita dell’universo, ma soprattutto scandagliare le atmosfere degli esopianeti fino ad ora scoperti per comprenderne la loro composizione e, quindi, scoprire eventuali possibilità di vita. Degli oltre cinquemila corpi oltre il Sistema solare andrà a caccia di quei pianeti che si trovano nella cosiddetta "fascia di abitabilità". Un recente studio effettuato dalla Ohio State University, realizzato da Caprice Phillips , immagina che i risultati della ricerca di Jwt potrebbero essere in grado di «trovare realisticamente segni di condizioni di vita su un altro pianeta nei prossimi 5-10 anni».

(Caprice Phillips, la ricerca dell'Ohio State University a cui si deve lo studio)

UN SUPER OCCHIO DI ULTIMA GENERAZIONE

James Webb Telescope non è il primo telescopio spaziale, il progetto arriva dopo le esperienze dei suoi predecessori: Hubble e Spitzer. Osserverà in primis l’universo a infrarossi e cercherà di esplorare le fasi della storia del nostro Universo. Cercherà di rilevare la luce emessa dalla prima generazione di galassie che si sono formate nell’universo primordiale, il periodo subito dopo il big bang, ma si occuperà anche dell'argomento più in voga negli ultimi tempi, lo studio, come già accennato, delle atmosfere degli esopianeti vicini per possibili segni di abitabilità. Tornando alla ricerca dell'Ohio State University va detto che gli scienzaiti hanno prodotto una lista di pianeti extrasolari in cui il telescopio dovrebbe cercare la vita. «L'umanità si è sempre posta una serie di domande tipo; Siamo soli nell'universo? Cos'è la vita? La vita fuori dal nostro pianeta è simile a noi? La nostra rocerca -ha precisato la Phillips- suggerisce che per la prima volta abbiamo le conoscenze scientifiche e le capacità tecnologiche per iniziare realisticamente a trovare le risposte a queste domande».

(La distanza di operatività  di Hubble e James Webb Telescope)

LE DIFFERENZE TRA I DUE SUPERTELESCOPI

Innanzitutto la grandezza: Hubble ha uno specchio primario per le osservazioni ottiche di quasi 2,5 metri, 5 strumenti scientifici che gli permettono di osservare anche nell'ultravioletto e nell'infrarosso. Il suo successore osservatore, invece, operarerà prevalentemete nell'infrarosso per studiare gli oggetti più remoti del nostro universo. Ma come Hubble, anche Jwt avrà la possibilità di osservare otticamente con uno specchio, anzi una serie di specchi, che misura oltre sei metri di diametro che sarà in grado di osservare gli oggetti più deboli, risalendo ancora più indietro nel tempo rispetto ad Hubble con immagini più nitide e accurate. Oltre alle dimensioni la differenza tra i due sarà anche la distanza di operatività dalla Terra: 570 chilemtri per il primo, oltre1,5 milioni di chilometri per il secondo. Sotto il video esplicativo che illustra le differenze tra i due giganti a cura dell'Inaf (Istituto nazionale di astrofisica)

enzo.vitale@ilmessaggero.it

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