Scoperto il buco nero più vicino alla Terra, un mostro distante "solo" mille anni luce Video

Il rendering del sistema stella che contiene il buco nero
di Enzo Vitale
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Maggio 2020, 17:22 - Ultimo aggiornamento: 17:42

Quel “mostro” non è poi così lontano. Anzi è il buco nero più vicino alla Terra che sia mai stato scoperto. Dista dal nostro pianeta appena 1.000 anni luce che, considerando le misure dell'Universo, è una cosa di poco conto.


(Una ripresa virtuale all'interno del sistema stellare HR 6819)

Lo ha scoperto un team di astronomi dell’European Southern Observatory (Eso) attraverso le osservazioni fatte al telescopio da 2,2 metri di diametro che si trova che si trova a La Silla, a un'altitudine di 2.400 metri sul livello del mare, ai margini del Deserto di Atacama, a circa 600 chilometri a nord di Santiago del Cile.


(L'Osservatorio dell'Eso a La Silla in Cile)


DI COSA SI TRATTA
Tutto è nato dall'osservazione e dallo studio di un sistema stellare chiamato HR 6819, che si trova nella costellazione del Telescopio, una costellazione visibile solo dall'emisfero australe. Le elaborazioni fatte studiando il moto di due stelle hanno portato gli scienziati a presupporre la presenza din un oggetto invisibile all'ottico, ovvero di un buco nero, proprio dal moto dei due astri. «Siamo rimasti veramente sorpresi quando ci siamo resi conto che questo è il primo sistema stellare con un buco nero che si può vedere a occhio nudo -si legge nel documento rilasciato dall'Eso firmato anche da Petr Hadrava, scienziato emerito dell'Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca a Praga e coautore della ricerca-. Il sistema è così vicino a noi che le sue stelle sono visibili, dall'emisfero sud, in una notte scura e serena anche senza l'ausilio di un binocolo o di un telescopio».
«E' il buco nero più vicino alla Terra di cui siamo a conoscenza», ha ribadito invece Thomas Rivinius, a capo dello studio pubblicato oggi dalla rivista Astronomy & Astrophysics.

Chi ha paura del buio, i tre giovani astrofisici che spopolano nel web: «Ecco quale sarà la stella che dopo il 2067 diventerà una nova»


Buco nero, l'astrofisico Ciriaco Goddi: «Ora caccia al mostro al centro della Via Lattea»


(L'ubicazione di HR 6819 nella costellazione del Telescopio visibile nell'Emisfero meridionale)

LE DIMENSIONI
SEcondo lo studio dei ricercatori dell'Eso «Il buco nero nascosto in HR 6819 è uno dei primissimi buchi neri di massa stellare che non interagiscono violentemente con il loro ambiente e, quindi, appaiono davvero neri». E' stato possibile individuarne la presenza e calcolarne la massa studiando l'orbita della stella nella coppia interna. «Un oggetto invisibile con una massa almeno 4 volte quella del Sole - ha sentenziato sempre Rivinius- non può che essere un buco nero».


(Ecco come si presenta la parte di cielo dove si trova il sistema stellare con il buco nero)


BUCO NERO STELLARE, CHE COSA E'
«I “buchi neri stellari” vengopno definiti così perchè generati dopo la morte di una stella massiccia oltre 8-10 volte la massa del Sole che esplode come supernova e può lasciare come “residuo” proprio un buco nero -spiega Matteo Miluzio, astrofisico (HE Space) attualmente in forza presso la sede spagnola (nei pressi di Madrid) dell'Agenzia spaziale europea (Esa) per la missione spaziale Euclid e amministratore del seguitissimo profilo Facebook Chi ha paura del buio insieme a  Filippo Bonaventura e Lorenzo Colombo-. L’altro fatto straordinario è che questo buco nero non è attivo: siamo abituati a parlare di “disco di accrescimento” quando nominiamo I buchi neri, ovvero quel disco di materiale in rapidissima rotazione attorno al buco nero e che si scalda così tanto da emettere potentissimi getti di radiazione ad esempio nei raggi X, rilevabili poi dal nostro pianeta. Questo buco nero invece -dice ancora l'astrofisico- non interagisce con l’ambiente circostante. Se ne sta li, silente, rendendo enormemente difficile la sua osservazione da Terra e rilevabile solo con lo studio delle particolari orbite delle due stelle di questo (ex) sistema doppio, in cui la stella più interna, una stella normale di circa 5 masse solari, orbita attorno al buco nero mentre la terza componente è una stella più distante dalla coppia centrale stella-buco nero».


(L'astrofisico Matteo Miluzio)

LA PUNTA DELL'ICEBERG
Non si è fatto in tempo ascoprire questo buco nero che, all'orizzonte, pare ne appaia un altro. Gli astronomi sono già convinti che questa scoperta potrebbe far luce su un secondo sistema stellare chiamato LB-1 un po' più distante dalla Terra rispetto a HR 6819 . Insomma la caccia è aperta visto che l'ipotesi che si affaccia è quella dell'esistenza di numerosi sistemi simile a quello scoperto dal team dell'Eso.
Secondo Marianne Heida, che lavora con una borsa post-dottorato presso l'ESO e co-autrice dell'articolo. «LB-1 è un po' più lontano dalla Terra ma ancora decisamente vicino in termini astronomici, quindi ciò significa che probabilmente esiste un nomero molti maggiore di questi sistemi. Trovandoli e studiandoli possiamo imparare molto sulla formazione e l'evoluzione di quelle rare stelle che iniziano la loro vita con una massa pari a oltre 8 volte la massa del Sole e la terminano in un'esplosione di supernova che lascia come residuo un buco nero».

enzo.vitale@ilmessaggero.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA