La super luce arriva dallo spazio, catturata l'esplosione di stelle fuori dalla Via Lattea

La super luce arriva dallo spazio, catturata l'esplosione cosmica di stelle
di Enzo Vitale
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 21:13
La super luce arriva dallo spazio, un lampo di raggi gamma 100 miliardi di volte più ricco di energia rispetto alla luce visibile, un livello mai misurato prima per questo tipo di eventi celesti. Una scoperta che arriva grazie a una collaborazione internazionale che ha coinvolto telescopi spaziali e sulla Terra e centinaia di ricercatori in tutto il mondo. La potentissima esplosione cosmica è stata registrata lo scorso 14 gennaio, ma l'elaborazione dei dati si è protratta fino ai nostri giorni.

IL CONTRIBUTO ITALIANO
Ancora una volta di prim'ordine il contributo italiano che ha visto coinvolti i ricercatori di Inaf, Infn e Asi ma anche varie università. A captare questi fotoni, che hanno raggiunto energie dell’ordine del teraelettronvolt, ovvero migliaia di miliardi di volte più elevate di quelli della luce visibile, sono stati i telescopi gemelli Magic sulle isole Canarie. «Dopo anni di ricerche -dicono i ricercatori dell'Inaf- attualmente sappiamo che i lampi di raggi gamma sono il risultato dell’esplosione di stelle molto massicce o della fusione di stelle di neutroni in galassie lontane. Pur avendo identificato l’origine di questi fenomeni ancora molto è il mistero che avvolge il fenomeno stesso e la fisica che lo caratterizza».


(La rappresentazione artistica di una esplosione cosmica che origina un lampo di raggi gamma sovrapposta allo scorcio di uno dei due telescopi gemelli MAGIC. Crediti: Gabriel Pérez Díaz)

COSA SONO I LAMPI GAMMA
Ecco sul sito dell'Inaf la spiegazione ei raggi gamma in poche righe: «I lampi di raggi gamma (gamma-ray burst - GRB in inglese) sono brevi ma potenti esplosioni cosmiche che compaiono all'improvviso in cielo, circa una volta al giorno. Scoperti alla fine degli anni ’60 -si legge nel documento-, la loro origine è rimasta misteriosa fino alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso quando, grazie al satellite italiano per astronomia X BeppoSAX, è stato possibile identificare con precisione, e quindi osservare con i più potenti telescopi, la regione di cielo in cui si manifestano. Sono caratterizzati da un flash iniziale molto luminoso nei raggi gamma che ha una durata tipica variabile da frazioni di secondo a qualche centinaio di secondi. Questo lampo iniziale è seguito dal cosiddetto afterglow, una emissione di luce osservabile a tutte le lunghezze d'onda che va attenuandosi nel tempo. Proprio grazie all’esistenza dell’afterglow è stato possibile osservare e studiare finora qualche migliaio di GRB, per comprenderne tanto l’origine quanto la fisica. Queste ricerche sono state fatte a tutte le lunghezze d’onda utilizzando strumentazione sia da terra che dallo spazio, spesso espressamente concepita per studiare questo affascinante quanto misterioso fenomeno».

LE OSSERVAZIONI
«Le osservazioni con i telescopi per raggi gamma di altissima energia, tipo il Magic delle Canarie -spiegano ancora dall'Inaf-, sono fondamentali per risolvere questi aspetti ancora misteriosi perché ci permettono di osservare direttamente il cuore del fenomeno. Esattamente quanto è successo con le osservazioni del GRB190114C effettuate dai telescopi MAGIC alle isole Canarie che per la prima volta hanno rivelato l’emissione di fotoni da parte di questa sorgente all’energia del teraelettronvolt». I risultati della ricerca sono stati pubblicati in due
articoli sulla rivista Nature.





 
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