Natale 2021, italiani in Antartide a 15 mila chilometri da casa: viaggio tra i più isolati del mondo

I ricercatori posano davanti alla Base Concordia
di Enzo Vitale
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Venerdì 24 Dicembre 2021, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 16:50

La leggenda narra dell'esistenza del mal d'Africa. Lui, invece, soffre del mal d'Antartide. E la tigna é stata talmente forte che nell'arco di due anni è già ritornato due volte al Polo Sud insieme ad un centinaio di colleghi nell'ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide, finanziato dal Ministero Università e Ricerca (MUR) e gestito da ENEA per la parte logistica e dal CNR per quella scientifica.

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Fatte le dovute precisazioni sbarchiamo nelle gelide terre del sesto continente con Massimiliano Catricalà, Station leader (ricercatore proveniente dal Cnr dall'Istituto di Cristallografia) della 37 campagna australe italiana.

Lui ed altri 11 compagni (5 italiani, sei francesi e uno svedese) a partitre dal prossimo febbraio, rimarranno isolati dal resto del mondo fino a novembre del 2022.  Attualmente le basi sono abbastanza affollate, sono infatti 140 i ricercatori e i tecnici che passeranno il Natale e l'inizio del nuovo anno tra i ghiacci del Polo Sud, a ben 15mila chilometri da casa.

(Massimiliano Catricalà, Station leader della Base italo francese Concordia dal prossimo febbraio)

I DODICI INVERNANTI AL POLO SUD, CHI SONO

I francesi, ai quali tocca la gestione tecnica della base, sono Frederic Sergent che è il responsabile tecnico, Pierre Supiot il meccanico, Nicolas Girard l'elettricista, Stanislas Grabowsky idraulico e Julien Witwicky ricercatore glaciologo. Quest'anno anche il medico invernale è francese e si tratta del dottor Fabien Farge. Oltre a lui anche il medico dell'Esa (European Space Agency) che tiene sotto controllo il gruppo periodicamente, ovvero Hannes Hagson svedese residente a Londra. Per quanto riguarda gli italiani  oltre a Catricalà, come già accennato, ci sono Thomas Pagano (addetto alla telecomunicazioni ICT ), Angelo Galeandro  (metereologo), la glaciologa Alessia Nicosia (unica donna del gruppo),  l'astrofisico Thomas Gasparetto e, dulcis in fundo, è proprio il caso di dire, il cuoco Marco Smerilli, vecchia conoscenza della Base.

(I dodici invernanti della Base italo-francese Concordia: in tuta rossa gli italiani)

LA BASE, COME E PERCHE'

La base Concordia è in una posizione fondamentale per determinati studi. Questo perchè l'assoluta mancanza di qualsiasi tipo di inquinamento rende i suoi osservatori unici. «Ricordo che qui -commenta Catricalà-, essendo
isolati dal resto del mondo, qualsiasi tipo di misura è ritenuta fondamentale. Qui gli osservatori di magnetismo, di sismologia, di glaciologia e di astronomia nonché quelli di meteorologia sono inseriti tutti in contesti internazionali dove i risultati sono a disposizione della comunità scientifica».

Geograficamente la Stazione italo francese si trova alle seguenti coordinate: 75°06'06''Sud - 123°23'43''Est ad un'altitudine di  3.233 metri.  Va anche ricordato che si trova a 1,300 km dalla costa nel bel mezzo del Plateau Antartico e i vicini più prossimi sono i russi della base Vostok a circa 600 km.

«Al di la delle distanze -spiega ancora lo station leader-,quello che ci rende veramente isolati sono le temperature estremamente basse. Infatti da febbraio a novembre quando le temperature cominceranno ad essere intorno ai 50 gradi sotto lo zero i mezzi a motore non potranno piu essere usati, aerei inclusi, e quindi si rimane isolati. Nel pieno
dell'inverno invece, quando in Italia sarà piena estate, le temperature scenderanno ulteriormente fino ad arrivare ad oltre 80 gradi sotto lo zero che con l'effetto del vento (detto Windchill) saranno interno ai 100 gradi sotto lo zero.
Le sensazioni che si provano, visto che lei le ha già provate? «Ovviamente sono pazzesche. Innanzi tutto per un centinaio di giorni sarà sempre notte (per la gioia dell'astrofisico, sorride) e il cielo ha una quantità di stelle che in pochi nella loro vita hanno avuto la possibilità di vedere. La Via Lattea (la nostra galassia, ndr) è paragonabile ad un'autostrada per quanto è luminosa e la sua luce illumina il cammino sul ghiaccio mentre di notte si va in qualche laboratorio fuori la base».

(Le basi in Antartide e la collocazione della Concordia e della Mario Zucchelli nel Mare di Ross)

IL LUNGO E GELIDO INVERNO ANTARTICO
Ma cosa mancherà ai dodici ricercatori più isolati del mondo, addirittura più isolati della Stazione spaziale internazionale. E' ancora Catricalà a provare a dircelo: «Sembra una domanda generica ma in realtà è molto profonda. Nel senso che oltre alle famiglia mancheranno tantissime cose. Partiamo dal presupposto che qui non c'è linea telefonica e quindi i cellulari non squillano. Non si maneggiano soldi per un anno. Non si guida. Il colore predominante è il bianco e non ci sono forme di vita....ne mosche ne zanzare. Non ci sono piante se non il germoglio di una patata ormai troppo vecchia per essere mangiata. Durante l'inverno non abbiamo cibo fresco...addio a mozzarelle, pomodori, frutta, insalata e via dicendo. Il risultato di questa domanda quindi risulta essere molto più complesso di come può apparire».

FEBBRAIO, L'INIZIO DELLA SOLITUDINE

A febbraio la campagna estiva si chiude con l'ultimo aereo che decolla da Concordia. Da quel momento i dodici argonauti rimarranno da soli fino a novembre e, all'orizzonte, nessuna velleità di conquista del vello d'oro. In quel periodo ogni specialista sarà impegnato nel suo lavoro quotidiano. Ma non ci sarà solo lavoro. «Eh no -ribatte Catricalà- nel periodo invernale il lavoro diventa una routine e ognuno di noi ha i suoi controlli o misure giornaliere. In tutto questo si ha ovviamente del tempo libero e, non potendo fare scampagnate fuori, la maggior parte delle attività ludiche avvengono in base. Concordia è una base ben attrezzata per questo avendo una palestra, una video room per poter guardare film, una living room con una ricchissima libreria. E poi ognuno ha i suoi hobbies personali.
Da Station Leader ho piacere anche a suggerire serate a tema con cene particolari che, sopratutto durante l'inverno, aiutano e rafforzano il gruppo».

(Una panoramica vista dall'areo della Base Concordia)

L'IMPORTANZA E LA CENTRALITA' DELLA CUCINA

La cucina è il fulcro di tutte le giornate. Non solo perché il pasto deve distogliere dalla sensazione di solitudine ma anche perché scandisce il tempo delle giornate sopratutto d'inverno quando è buio 24 ore su 24. Diventa un punto di incontro per tutti coloro che durante il giorno si incontrano poco e ci rende conto che basta un po di musica mentre si guarda il cuoco all'opera per ricordarci che lì, anche se si è isolati, non si è soli. «Marco Smerilli -spioega il capo spedizione- è un cuoco esperto e molto disponibile capace di soddisfare palati francesi ed italiani. Ritengo il suo in particolare  un ruolo molto difficile perché accontentare tutti per cosi tanto tempo non è cosa banale. La cosa simpatica però è che quando usciamo a fare "la spesa" nei container ghiacciati ognuno è libero di dare spazio alla sua fantasia culinaria e farsi preparare le cose piu strane o tradizionali».

LI' IL COVID NON C'E', MA FARANNO LA TERZA DOSE LAGGIU'

Da due anni oramai le campagne antartiche, inutile negarlo,  si sono complicate. Non tanto per il Covid sul continente bianco (va detto che ogni ricercatore al suo arrivo fa una severa quarantena in Nuova Zelanda prima di entrare in Antartide) ma sopratutto perché in Italia e in Europa è stato impossibile fare dei corsi di addestramento completi obbligatori come si facevano prima della pandemia. «Oltretutto -prosegue ancora Catricalà- è stato veramente difficile muoversi ntra i vari aeroporti internazionali. In ogni caspo quest'anno la terza dose la faremo qui in base e sicuramente guarderemo le notizie e subiremo passivamente i cambiamenti di queste situazioni sperando, ovviamente, che al nostro ritorno, a novembre del prossimo anno, le cose siano migliorate».

enzo.vitale@ilmessaggero.it

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