E la Luna bussò alle porte del marketing

E la Luna bussò alle porte del marketing
di Michele Boroni
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Domenica 14 Luglio 2019, 11:04
IL MERCATO
La luna è stata un vero affare. La notte del 20 luglio 1969 può essere considerata un piccolo passo per l'uomo ma sicuremente anche un grande balzo per il marketing, con tutto il suo carico di segni e simboli destinati ad accendere l'immaginario collettivo. Non parliamo solo di film, canzoni e romanzi che hanno preso ispirazione da quei fatidici passi, ma di una quantità infinita di prodotti ideati da designer, progettisti e imprenditori più o meno visionari partendo dall'impresa dell'Apollo 11. Nei primi anni 70 sono iniziati a comparire nelle nostre case oggetti che rimandavano a quel mondo e il trend non si è mai veramente interrotto. Per non parlare dell'anniversario tondo del 2019 che ha fatto rispuntare la luna in tutte le salse. Dalla moda alle carrozzine per bambini.
L'IMPRENDITORE
Figlio di quella notte che tenne inchiodati milioni di persone davanti alla tv è il doposci più famoso del mondo. Anche Giancarlo Zanatta, classe 1938, da Nervesa della Battaglia provincia di Treviso, imprenditore del settore calzaturiero, si trova di fronte allo schermo con tutta la famiglia e non riesce a staccare lo sguardo da quell'orma ma, soprattutto, per deformazione professionale, da quegli stivali. Perché quindi non copiare il concetto di quelle buffe calzature e farne dei doposci che lascino un'impronta simile sulla neve? L'evocazione della grande conquista è un richiamo fortissimo evidenziato dal nome, Moon Boot, e in più c'è l'innovazione di prodotto: il nylon al posto della pelle e del pelo di origine animale, la gamma di colori accesi sullo stile della pop art, ma soprattutto la forma tonda e bizzarra della calzatura, ambidestra e senza vincoli di taglia.
Fu davvero un gigantesco passo nel fatturato dell'azienda Tecnica: milioni di paia di Moon Boot venduti e un mito che sopravvive ancora (quest'anno è stata lanciata anche una versione estiva più simile all'infradito...). Il Louvre lo ha scelto come uno dei cento oggetti del ventesimo secolo più rappresentativi della storia del costume mondiale e Moon Boot è ancora oggi uno dei pochi trademark ammessi nel dizionario Zingarelli: il sogno di ogni brand, diventare prodotto per antonomasia, nome comune, parola di uso corrente.
Lo sbarco sulla luna fu un booster clamoroso per tutti quegli oggetti di design progettati pochi anni prima che avevano forme e funzioni ispirate al mondo dello spazio. Dopo quell'evento prodotti come Algol 11, il televisore progettato da Richard Snapper e Marco Zanuso per Brionvega, ispirato alla struttura di un'astronave, visse una seconda giovinezza. Luminoso e portatile, da questo modello in poi il televisore abbandona il legno per diventare un oggetto pop. Tutto, dalla moda all'architettura, riflette la corsa allo spazio e il pubblico chiede a gran voce oggetti scintillanti da tenere in casa che si adattino alla visione di un futuro intergalattico.
LA FORZA EVOCATIVA
Stesso destino per Eclisse, la lampada progettata dal designer italiano Vico Magistretti nel 1965, immessa sul mercato nel 1967 da Artemide, vincitrice peraltro del Compasso d'Oro, che ebbe il vero boom di vendite dopo quella mitica estate 1969, anche se qui il riferimento astrale era il sole piuttosto che la luna, ma la forza evocativa era comunque fortissima. Poco più tardi Achille e Pier Giacomo Castiglioni progettarono Allunaggio, l'iconico sedile per esterni prodotto da Zanotta che, con la sua forma, celebrava la ricognizione mediante sonde della luna, uno dei momenti focali di quel fatidico giorno.
I GIOCATTOLI
Mamma, da grande voglio fare l'astronauta divenne la frase più ricorrente dei bambini di tutto il mondo occidentale. Questo fu una manna per l'industria dei giocattoli, nonostante la Nasa fosse molto rigorosa nel non concedere il marchio per uso commerciale. Oggi ne beneficiano pure i neonati: per i 50 anni dell'allunaggio Inglesina ha lanciato la carrozzina Aptica Apollo Tribute to The Moon rigorosamente in versione total white, realizzata con materiali performanti ispirati alle tute spaziali, con tanto di parasole color bronzo che ricorda la visiera dei caschi degli astronauti. C'è poi tutto un mondo di materiali ormai diventati più che familiari che hanno origine dallo sviluppo del programma Apollo. A partire dal Goretex delle tute degli astronauti, oggi utilizzato per le giacche a vento, al velcro che sostituisce bottoni e chiusure lampo, al rivestimento in teflon che rende le pentole da cucina antiaderenti.
Secondo gli esperti per ogni dollaro dei circa 25 miliardi spesi negli anni '60 per il programma dalla Nasa, le ricadute tecnologiche ne hanno prodotti tre. Per non parlare delle invenzioni più sofisticate che vanno dai microchip da cui poi sono nati i personal computer, ai cibi liofilizzati, dagli orologi al quarzo alle tante innovazione nella medicina. Basterebbero solo queste scoperte per schernire coloro che ancora oggi sostengono che l'allunaggio non sia mai avvenuto e che siamo tutti vittime di un complotto.
 
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