Fase due, studiare le atmosfere degli esopianeti e dl'origine del nostro Universo. Gli strumenti attuali non bastano quindi è in arrivo Jwt, ovvero il James Webb Telescope, un vero e proprio "mostro" che verrà lanciato nello spazio tra pochi mesi. Sarà l'occhio terrestre mai messo in orbita fino a questo momento. Il suo predecessore, il telescopio spaziale Hubble, a confronto, è quasi un moscerino.
COSA FARA'
Jwt, il telescopio spaziale della Nasa, dopo una lunga serie di ritardi, dovrà lasciare il nostro pianeta il prossimo ottobre (almeno questo il ruolino di marcia indicato dall'Agenzia spaziale americana).
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(Il rendering dell'assemblaggio e della messa in orbita del telescopio spaziale, fonte Nasa Goddard)
A CHE PUNTO SIAMO
Nelle ultime settimane sono stati completati i test sulla sua elettronica interna, ovvero si è verificato che i sistemi interni dell'osservatorio funzionano a dovere e che i suoi quattro strumenti scientifici possono inviare e ricevere dati correttamente attraverso la stessa rete che useranno nello spazio. «Pietre miliari -hanno commentato gli ingegneri della Nasa- che avvicinano la partenza prevista per il mese di ottobre di quest'anno dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese, dove sarà lanciato a bordo di un razzo Ariane 5».
(Foto di gruppo dei membri del progetto James Webb Space Telescope Crediti: NASA / Chris Gunn)
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UN SUPER OCCHIO DI ULTIMA GENERAZIONE
James Webb Telescope non è il primo telescopio spaziale, il progetto arriva dopo le esperienze dei suoi predecessori: Hubble e Spitzer. Osserverà in primis l’universo a infrarossi e cercherà di esplorare le fasi della storia del nostro Universo. Cercherà di rilevare la luce emessa dalla prima generazione di galassie che si sono formate nell’universo primordiale, il periodo subito dopo il big bang, ma si occuperà anche dell'argomento più in voga negli ultimi tempi, lo studio delle atmosfere degli esopianeti vicini per possibili segni di abitabilità.
GLI STRUMENTI DEL JWT
L'ISIM (ntegrated Science Instrument Module) è il cuore del telescopio spaziale, «quello che gli ingegneri -viene spiegato nel sito della Nasa dedicato all'Osservatorio- chiamano il carico utile principale. Ospita i quattro strumenti principali che rileveranno la luce da stelle e galassie lontane e da pianeti in orbita attorno ad altre stelle». E' così composto: Near-Infrared Camera, o NIRCam, fornita dall'Università dell'Arizona; Near-Infrared Spectrograph, o NIRSpec - fornito dall'ESA, con componenti forniti dalla NASA / GSFC; Mid-Infrared Instrument, o MIRI - fornito dal Consorzio europeo con l'Agenzia spaziale europea (ESA) e dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA e, infine, dal Fine Guidance Sensor / Near InfraRed Imager and Slitless Spectrograph , o FGS / NIRISS- fornito dall'Agenzia Spaziale Canadese.
(Il confronto tra gli specchi di Hubble e James Webb Telescope)
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