Dall’astrofisica teorica e osservativa di sorgenti galattiche ed extragalattiche, all'origine dei raggi cosmici. Dai gamma-ray bursts alle teorie di accelerazione di particelle fino ad arrivare alle sorgenti di onde gravitazionali e neutrini, lampi gamma terrestri e fenomeni magnetosferici.
Sono questi i principali campi di investigazione di Marco Tavani, il nuovo presidente dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), designato dal Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi, che succede a Nichi D'amico, scomparso lo scorso 14 settembre,
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CARRIERA
Il nuovo numero uno dell'Inaf , come si legge dalla nota dell'Istituto con sede nel parco Mellini, è autore di 1045 riferimenti bibliografici di cui 278 pubblicazioni in refereed journals (al 10 ottobre 2020) che includono Nature, Science, Physical Review Letters, Astrophysical Journal, Astrophysical Journal Letters, Astronomy & Astrophysics, Journal of Geophysical Research, Geophysical Research Letters, Natural Hazards and Earth Sciences, Le Scienze, Il Saggiatore. 15.271 citazioni bibliografiche al 10 ottobre 2020.
DICHIARAZIONE A CALDO
«L’INAF è un’entità scientifica di primissimo piano.
(Marco Tavani è il nuovo presidente dell'Inaf)
CURRICULUM
Tavani è nato a Roma il 5 ottobre 1957 e si è laureato con lode in Fisica all’Università La Sapienza di Roma nel 1982 sotto la guida di Marcello Conversi, ha poi conseguito nel 1989 il Ph.D in Fisica alla Columbia University di New York. Negli Stati uniti ha maturato una esperienza decennale di ricerca e insegnamento, presso la Columbia University, University of California at Berkeley, Lawrence Livermore National Laboratory, Stanford University, Princeton University, NASA Goddard Space Flight Center, Marshall Space Flight Center. Dal 1999 è Dirigente di Ricerca prima al CNR e poi all’INAF.
IL SATELLITE AGILE
Dal 1997 è il Principal Investigator della missione spaziale dell’ASI AGILE, satellite scientifico di astrofisica delle alte energie in orbita dal 23 aprile 2007 e al momento tuttora operativo.
Nel 2012 Marco Tavani e il Team AGILE hanno ricevuto il Premio Bruno Rossi della High-Energy Division dell’American Astronomical Society “per la scoperta della variabilità dell’emissione gamma dalla Nebulosa del Granchio", risultato ottenuto grazie alle osservazioni del satellite.