Spherex alla ricerca della vita, il telescopio spaziale studierà 300 milioni di galassie: lancio previsto nel 2023

Il telescopio spaziale Spherex in una interpretazione artistica
di Enzo Vitale
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 18:46
Il Sistema Solare sta diventando troppo piccolo, dunque la Nasa guarda più lontano, anzi, lontanissimo. E per studiare l'origine e l'evoluzione del nostro Universo, ma soprattutto per capire quanto siano comuni gli ingredienti per la vita all’interno dei sistemi planetari della nostra galassia, l'Ente spaziale americano ha messo in piedi SPHEREx, una missione che ha il compito di studiare il cielo sia nell'ottico che nell'infrarosso.

300 MILIONI DI GALASSIE
Sarà uno studio ciclopico che si prefigge lo scopo di studiare ben 300 milioni di galassie e oltre 100 milioni di stelle all'interno della Via Lattea. SPHEREx è l'acronimo di  Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization, and Ices Explorer.

TEMPI E COSTI
Per ora, esclusi i costi del lancio, la missione è stata finanziata con 242 milioni di dollari, mentre il suo lancio è previsto fra quattro anni, nel 2023. Chi pensava che gli Usa non avessero più intenzione di proseguire nell'esplorazione del cosmo, ha dovuto subito ricredersi dopo l'annuncio di qualche giorno fa:  «Sono entusiasta di questa nuova missione - ha dichiarato proprio Jim Bridenstine, amministratore della Nasa-. In questo modo espandiamo la potente flotta degli Stati Uniti con altre missioni spaziali dedicate alla scoperta dei misteri dell'universo. Ma c'è di più: SPEREx è una parte fondamentale di un programma scientifico equilibrato che include missioni di varie dimensioni». Il suo compito, dunque,  sarà quello di esaminare galassie vicine e lontane, alcune così lontane che la loro luce ha impiegato 10 miliardi di anni per raggiungere la Terra. Nella Via Lattea, invece, la missione ha il compito di cercare acqua e molecole organiche - essenziali per la vita, come la conosciamo - in vivai stellari, regioni in cui le stelle nascono dal gas e dalla polvere, così come i dischi attorno alle stelle dove potrebbero formarsi nuovi pianeti .

LA RICERCA DI ESOPIANETI
Tra le missioni più importanti messe in campo dalla Nasa c'è quella della ricerca di esopianeti. Fino ad ora ne sono stati scoperti, naturalmente fuori dal nostro Sistema Solare, oltre 4 mila. La sonda che ha dato il maggior contributo alla ricerca è stata Kepler. Tra le tante cose scoperte dalla sonda ora in quiescenza c'è ne una fondamentale: esistono Sistemi solari tipo il nostro, ma anche Sistemi molto diversi. Il Sistema Solare, come lo conosciamo, non rappresenta una regola fissa, è uno dei tanti. Ogni stella messa sotto osservazione, infatti, ospita una serie di pianeti che le orbitano intorno. Se andiamo avanti con le caratteristiche sappiamo che i pianeti più simili alla nostra Terra sono, per adesso, almeno una trentina.

DOPO KEPLER ARRIVATO TESS
L'apertura della caccia, almeno in ambito spaziale, non si ferma mai. E quindi dopo Kepler è arrivato un nuovo cacciatore di esopianeti, Tess. Gli strumenti di bordo hanno già raccolto importanti indizi su un cospicuo numero di esopianeti, quasi trecentio. La sonda è stata lanciata l'anno scorso,  nell’aprile 2018, e ha iniziato il suo compito dopo tre mesi. Oltre agli esopianeti, in poco più di due mesi, Tess ha anche osservato eventi come supernove in galassie lontane che sono state in seguito osservate da telescopi a terra.

(Il telescopio spaziale Tess durante la sua realizzazione a terra)


SI ATTENDE IL TELESCOPIO SPAZIALE JAMES WEBB
Ma per una più accurata ricerca e per avere risposte certe, riferite ad una eventuale presenza di atmosfera, servono strumenti più potenti di quelli in dotazione di Kepler e Tess. Quelli attualmente in servizio permanente effettivo non bastano. Nell'ottobre 2018 doveva esser lanciato il telescopio spaziale James Webb, un "mostro" di quasi sette metri di diametro, definito dagli stessi ricercatori il successore scientifico di Hubble, ma il lancio è stato rinviato ancora una volta e si spera che possa essere effettuato non prima del maggio del 2020. Gli esopianeti scoperti fino ad ora hanno dato grandi soddisfazioni, ma la caccia al pianeta più incredibile continua: si attende solo il gemello della Terra più gemello di tutti gli altri.

I MISTERI DELL'UNIVERSO
Tornando alla nuova missione della Nasa, SPHEREx, ha detto la sua anche Thomas Zurbuchen, amministratore associato della direzione della missione scientifica della NAS: «Questa straordinaria missione sarà un tesoro di dati unici per gli astronomi e fornirà una mappa galattica senza precedenti contenente le impronte digitali fin dai primi momenti della storia dell'universo. Avremo nuovi indizi per uno dei più grandi misteri della scienza e probabilmente la risposta al quesito dei quesiti: come è stato possibile che l'universo si espandesse così rapidamente meno di un nanosecondo dopo il big bang?».
Ogni sei mesi, spiegano sempre dalla Nasa, SPHEREx esaminerà l'intero cielo utilizzando tecnologie adattate dai satelliti della Terra. La missione creerà una mappa dell'intero cielo in 96 diverse bande di colore, superando di molto la risoluzione cromatica delle precedenti mappe. Oltretutto identificherà anche gli obiettivi per uno studio più dettagliato da parte di future missioni, come il telescopio spaziale James Webb della NASA e il Telescopio per indagini a campo ampio a infrarossi.


(Un gruppo di galassie)


enzo.vitale@ilmessaggero.it







 
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