Il professor Fedele: «I contagi scendono, ma non va dimenticata l'immunità naturale»

Il professor Francesco Fedele
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Giovedì 3 Giugno 2021, 23:01 - Ultimo aggiornamento: 23:04

E’ sotto gli occhi di tutti l’andamento estremamente positivo dei numeri della pandemia in Italia. Il numero dei contagiati è sceso al di sotto dei 50 casi ogni 100.000 abitanti, il numero dei ricoveri in degenza ordinaria si è ridotto significativamente, il numero dei letti di terapia intensiva occupati è sotto i 1000 e anche i morti non superano le 100 unità.
Un quadro che il professor Francesco Fedele, primario di Cardiologia al  Policlinico Umberto Primo, aveva già disegnato il  14 aprile, appena prima del decreto governativo che prevedeva un parziale allentamento delle misure di lockdown. 
«Analizzavamo la campagna vaccinale - commenta il prof. Fedele -  che al tempo era ben avviata, seppure con qualche criticità di approvvigionamento. Ma consideravamo anche il numero di persone che verosimilmente erano venute a contatto con il virus, numero molto superiore ai contagiati ufficiali. Così abbiamo previsto questo andamento favorevole».
«Allora - prosegue il prof. Fedele - i cosiddetti “aperturisti” spingevano per la mitigazione del lockdown, soprattutto con motivazioni economiche. I virologi il 26 aprile prospettavano scenari drammatici, considerando la relativa lentezza della campagna vaccinale e l’avvento delle varianti. Nessuno ha fatto riferimento al gran numero di italiani, già allora intorno ai 20 milioni, che essendosi contagiati avevano acquisito una relativa immunità naturale. Questo dato è fondamentale perché ancora adesso mancano circa 36 milioni di italiani all’appello vaccinazione. Nonostante questo, l’epidemia si sta esaurendo a dimostrazione della correttezza della nostra analisi».
«Abbiamo voluto ricordare questi fatti e questi dati - conclude il prof.

Fedele - non per sminuire la validità della campagna vaccinale, che riteniamo cardine basilare per sconfiggere l’infezione da Covid 19. L’obiettivo è sempre fornire una visione più corretta e più completa, anche da un punto di vista scientifico ed epidemiologico, su ciò che sta avvenendo. Conoscenza è scienza: solo la conoscenza e la considerazione di tutte le variabili di fenomeni complessi ci possono aiutare nella loro comprensione, permettendo un’informazione corretta. Sperando che tutta la popolazione, anche in periodi drammatici come quelli che stiamo vivendo, possa trarre benefici da una crescita culturale».

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