Il presidente dei Chimici: «I piccoli laboratori condannati a morte»

Il presidente Fabrizio Martinelli
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Martedì 22 Settembre 2020, 21:01 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 05:42
«E’ un attacco alla professione, un attacco che non ha precedenti». Va giù pesante Fabrizio Martinelli, presidente dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise.
L’ira di Martinelli è stata scatenata dal Decreto Legislativo del 3 settembre (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 settembre) che mette in ginocchio l’intero comparto delle imprese che si occupano di controllo sui rifiuti.
Il Decreto, infatti, prescrive da subito (dal 29 settembre) che tutti i campionamenti e tutte le analisi dei rifiuti, d’ora in avanti, potranno essere eseguite esclusivamente dai laboratori accreditati.
In Italia, l’unico ente certificatore è “Accredia”. Un ente designato dal governo in regime di monopolio per attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità dei laboratori di prova;  scopo per altro già attribuito dalla Costituzione agli Ordini Professionali (in questo caso dei Chimici e dei Fisici).
«Peccato, però - riprende il presidente dei Chimici e dei Fisici - che quest’ente sia gestito da privati ed abbia dei costi esorbitanti, anche fino a 40 mila euro per una lista di prove che, di anno in anno, va poi rinnovata. Ben altra cosa rispetto a qualche anno fa quando, invece, la procedura di accreditamento era gestita direttamente dal Ministero della Salute con costi che non superavano i 5 mila euro all’anno».
«Insomma, non bastava la crisi - lamenta sconsolato Martinelli - ora ci si è messo anche il Governo a complicare le cose in un settore particolarmente delicato, come quello dei rifiuti, che ha invece bisogno di procedure snelle, veloci e agili. Dove la libera concorrenza deve favorire i laboratori migliori e più seri. Mentre, in questo modo, c’è il rischio di finire in un mercato monopolizzato dalle grandi società, magari estere».
«Questo decreto – aggiunge Martinelli – porterà le imprese verso una crisi irreversibile. Molti laboratori chiuderanno, visto che già vivono una realtà economica particolarmente difficile, che la crisi degli ultimi mesi ha ulteriormente aggravato. Un colpo di mano – continua Martinelli – perché nessuno del settore sapeva nulla. Anzi, il Decreto Legge, appare anche doloso, visto che il Ministro della Sanità (che figura tra i firmatari del provvedimento) il 31 luglio scorso, incontrando i Chimici, aveva mostrato nuove e sostanziali aperture alle istanze della categoria. Lo dico forte e chiaro, e anche con rinnovata determinazione – conclude il Presidente dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici - il decreto, nella parte che interessa le questioni che riguardano la gestione dei rifiuti va cambiato immediatamente. Il Governo trovi il modo di rimediare all’errore se non vuole avere sulla coscienza la morte di centinaia di aziende che operano nel settore e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Tra l’altro di colleghi laureati e altamente preparati».
«E’ come se - conclude Martinelli - ad un avvocato che ha sostenuto la tesi di laurea e gli esami di Stato, venga poi chiesto un “accreditamento su ogni singolo reato” per poterlo discutere in Tribunale».
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