Dart, si può fare! La sonda ha deviato l'orbita dell'asteroide Dimorphos: le riprese del minisatellite italiano Liciacube Video

Si può fare! La sonda Dart ha deviato la traiettoria dell'asteroide Dimorphos: le ripresa del minisatellite italiano Liciacube
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 11 Ottobre 2022, 23:28 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 13:05

Si può fare! Si può deviare la traiettoria di un asteroide scagliandogli contro una sonda e senza nemmeno ricorrere a ordigni e alla roboante colonna sonora degli Aerosmith come nel film Armageddon che la missione Dart ha replicato in sedicesimi. Dalla fantascienza alla scienza grazie al tuffo kamikaze della sonda americana Dart (Double Asteroid Redirection Test) della Nasa che nella notte fra il 26 e il 27 settembre scorso si è scagliata, distruggendosi, verso il piccolo asteroide Dimorphos grande come il Colosseo deflettendone l'orbita. A riprendere lo spettacolare schianto è stato il minisatellite italiano LiciaCube, gestito e coordinato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall'azienda Argotec di Torino con due fantastici video in timelapse che testimoniano quanto è accaduto immediatamente prima e dopo l'impatto. Le foto del primo tentativo dell'uomo di intervenire, e con successo, sulla meccanica celeste: c'è da montarsi la testa. 

Come capire che quel macigno spaziale ha deragliato dopo l'impatto della sonda? Come stabilire se questo primo esperimento di difesa planetaria ha raggiunto lo scopo? Una rete di 80 telescopi sulla Terra (compreso quello di Asiago) ha calcolato che adesso Dimorphos impiega 11 ore e 23 minuti per orbitare attorno al fratello maggiore Dydimos (largo 700 metri) mentre prima servivano 11 ore e 55 minuti. Quei 32 minuti rappresentano il clamoroso successo della visionaria missione: figuriamoci, gli scienziati si sarebbero accontentati di 10 minuti di scarto per brindare. 

La Nasa

«Dart ha alterato l'orbita dell'asteroide Dimorphos e la conferma è arrivata dai telescopi», ha detto l'amministratore capo della Nasa, Bill Nelson, nella conferenza stampa organizzata dall'agenzia spaziale americana e nella quale ha dato l'annuncio insieme al presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia.

L'Asi

«Penso che il nostro pianeta possa sentirsi più al sicuro per il futuro», ha rilevato Saccoccia, mostrando i due video, frutto della composizione delle immagini catturate da LiciaCube negli ultimi secondi prima dell'impatto e nei circa 30 secondi immediatamente successivi.

È stato un impatto violentissimo, che ha scagliato in aria una nube di polveri e detriti, così intensa e persistente da dare all'asteroide Dimorphos l'aspetto di una cometa, ha osservato Lori Glaze, direttore della divisione di Science planetarie della Nasa.

Segna così un nuovo successo, il piccolo satellite italiano LiciaCube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), realizzato con il contributo scientifico di Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata 'Nello Carrara' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac). Primo satellite costruito in Italia ad affrontare un viaggio nello spazio profondo, alla distanza di 12 milioni di chilometri dalla Terra, LiciaCube ha identificato l'asteroide delle dimensioni di 160 metri alla velocità relativa di 6,6 chilometri al secondo.

I due video, che costituiscono una base fondamentale per analizzare quanto è avvenuto durante l'impatto e per conoscere la natura dell'asteroide, sono stati ottenuti utilizzando alcune delle 627 immagini che ha catturato e delle quali 326 sono finora arrivate a Terra. Quando tutte saranno a disposizione dei responsabili della missione e dei ricercatori potranno dire molto anche sul lato nascosto dell'asteroide.

La prima parte della missione

Che botta, che bagliore pirotecnico laggiù nel cosmo a 12 milioni di chilometri dalla Terra: in picchiata a 22.530 chilometri orari la sonda kamikaze Dart della Nasa (fate conto un Suv, ma pesante solo 570 chili) ha centrato l’asteroide Dimorphos (160 metri di diametro, fate conto il Colosseo) con la potenza deflagrante di almeno tre tonnellate di tritolo. Armageddon, il film, insomma, proprio quello, solo più in piccolo e senza Bruce Willis: l’obbiettivo è infatti quello di deviare la traiettoria dell’asteroide che a sua volta orbita a 1,8 chilometri di distanza dal fratello maggiore Dydimos (780 metri) ora in quella parte dell’universo verso la costellazione di Eridano. Un esperimento, il primo, di difesa planetaria giacché sono già censiti 2.600 asteroidi potenzialmente - ok, molto potenzialmente - pericolosi per la Terra.

Video


Così all’una e 14 di ieri una nube di polvere ha avvolto quel masso errante nel cosmo, con i detriti che hanno maestosamente riflesso la luce del Sole permettendo alla minisonda LiciaCube di Argotec e Agenzia spaziale italiana di scattare 620 foto impressionanti nella loro scientifica e non più fantascientifica nitidezza. Il reportage della prima esplosione causata su un asteroide riporta subito a Torino, all’Argotec dell’ad David Avino, che negli ultimi 5 anni, insieme all’Asi, si è ingegnata a comprimere in due scatole da scarpe, a racchiudere in 13 chilogrammi le due “camere” Leia e Luke (sì, Star Wars) guidate da un algoritmo che esprime il massimo dell’intelligenza umana e artificiale. La nanosonda italiana (il “made in Italy” che si è spinto più lontano dalla Terra) nei giorni scorsi si era staccata, dopo un viaggio di 11 mesi iniziato in California, dalla sonda Dart veleggiando poi sulla zona dell’impatto per scattare autonomamente le foto.

La sonda Dart tallonata dalla sonda LiciaCube

Un altro primato storico del nostro comparto aerospaziale che in questa avventura si è avvalso anche di Inaf, università di Bologna e Parthenope di Napoli e Cnr-Ifac. Ricapitolando: la Nasa ha investito 330 milioni di dollari nella missione Dart per dimostrare che si può deflettere la traiettoria di un corpo celeste. Fra qualche settimana le rilevazioni di decine di osservatori terrestri, compreso quello di Asiago, diranno se la missione è completamente riuscita, se Dimorphos, ferito profondamente da Dart, ha cambiato rotta anche solo dell’1%, ovvero ha mutato di una decina di minuti il tempo di rivoluzione, adesso di 11 ore e 54 minuti, attorno a Dydimos.

Un “niente”, ma un inizio incoraggiante per difendere la Terra. Purtroppo per loro, i dinosauri non ci avevano pensato. Intanto è strabiliante essere riusciti a centrare un bersaglio così veloce (30mila chilometri orari) e così piccolo a 12 milioni di chilometri, un quinto della distanza minore fra Terra e Marte. Una precisione possibile anche grazie a ulteriore tecnologia italiana: Leonardo ha fornito alla Nasa il sensore d’assetto delle telecamera Draco che ha guidato la sonda Dart verso l’asteroide, un sensore che “punta” una moneta da un euro a 2,5 chilometri di distanza. Alla Nasa, nella notte, compreso il grande capo Bill Nelson, hanno brindato allo «storico successo» e festa anche in Italia, con Simone Perrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi, che ora attende le rilevazioni degli osservatori. «È un momento d’oro per le attività spaziali italiane sempre più solide nei legami con grandi alleati internazionale e sempre più ricche di ricadute per le nostre imprese e per i nostri enti di ricerca» chiude Giorgio Saccoccia, presidente Asi.

Affermazioni che riecheggiano il sostegno del governo alla candidatura del sito di Sos Enattos, in Sardegna, per il futuro telescopio di onde gravitazionali Einstein voluto anche dai Paesi Bassi.


Paolo Ricci Bitti
 

Qui sotto la diretta della Nasa 

Video

Bill Nelson, orgoglioso capo della Nasa: "Un nuovo traguardo dell'esplorazione spaziale è stato raggiunto".

I due asteroidi inquadrati da Dart 

Asteroide sempre più vicino

Asteroide centrato, da 7 km di quota l'ultima immagine (riuscita solo in parte) di Dart prima dell'impatto

L'esultanza nella sala di controllo.

La foto dell'esplosione

Il "giochino"

Se digitate Double Asteroids Redirection Test sulle ricerche di Google la sonda Dart...

Fonte Esa: l'asteroide Dimorphos
La Terra fotografata da LiciaCube; sotto spiccano le Pleiadi della costellazione del Toro

Asteroide Dimorphos, gli ultimi minuti prima della collisione della navicella spaziale DART

Qui il video-rendering della missione

 

Paolo Ricci Bitti

L'Italia entra in gioco anche per la seconda missione, questa volta tutta europea, diretta verso Dydimos e la sua Luna. Con la sonda madre Hera saranno inviati nel 2024 anche due CubeSat, compreso Juventas che sarà il primo strumento in assoluto ad utilizzare un radar a bassa frequenza per investigare la struttura interna di un asteroide.

L'Italia è alla guida di Hera per quanto riguarda i sottosistemi di alimentazione e propulsione della missione, e fornisce  il transponder per lo spazio profondo che permetterà l'esperimento radio-scientifico della missione.

L'Italia guida inoltre il CubeSat (realizzato Tyvak International a Torino) di prospezione mineraria, che prende il nome dello scienziato Andrea Milani, profondo studioso di asteroidi, scomparso nel 2018.

 

 

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