Un altro asteroide potenzialmente pericoloso passerà vicino alla Terra il 6 maggio 2022

Un altro asteroide potenzialmente pericoloso passerà vicino alla Terra il 6 maggio 2022
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Giovedì 7 Gennaio 2021, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 19:52

In arrivo un altro asteroide nei pressi della Terra. Si chiama 2009 JF1, all'inizio si pensava avesse un diametro di 130 metri ma poi la sua "misura" è stata calcolata in 13 metri. L'oggetto è monitorato con particolare attenzione perché è fra quelli che potrebbero avvicinarsi al nostro pianeta. Si tratta di un  Near Earth Object (Neo), “oggetto vicino alla Terra”, categoria che comprende corpi celesti (asteroidi, meteoroidi e comete) con un perielio (la distanza minima dal Sole) di 1,3 Unità Astronomiche, ossia poco meno di 200 milioni di chilometri. 2009 JF1, scoperto dieci anni fa, non fa parte, insomma, dei  Phas, “potentially hazardous asteroid”, asteroidi potenzialmente pericolosi.

A spiegare bene come potrebbe evolversi il caso è Albino Carbognani,  astrofisico ed esperto del settore che da anni studia tali fenomeni celesti:

«La velocità di un eventuale impatto dell’asteroide con la Terra -dice lo scienziato- è stimata in 26,4 km/s, assumendo un diametro medio di 15,5 m e una densità media di circa 2500 kg per metro cubo (un valore ragionevole per un piccolo asteroide), risulta un’energia cinetica di circa 400 kt, pari a 25 volte l’energia sviluppata durante l’esplosione atomica di Hiroshima. Nonostante questo valore che può apparire elevato, l’asteroide molto probabilmente si disintegrerebbe in atmosfera fra i 30 e i 40 km di quota e al suolo arriverebbero solo piccoli frammenti, oltre a una debole onda d’urto praticamente innocua e, -chiosa l'astrofisico- sempre in riferimento a 2009 JF1 possiamo dormire sonni tranquilli e, per favore, basta raschiare il fondo del barile».

IN ITALIA C'E' IL PROGETTO PRISMA

In Italia c'è un gruppo di esperti che studia tali oggetti nell'ambito della rete PRISMA (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), un progetto aperto che vede la collaborazione di persone provenienti da diverse realtà sia professionali che amatoriali. Tra i responsabili ci sono Daniele Gardiol (coordinatore nazionale), Antonio Volpicelli (Comitato Tecnico); Alberto Buzzoni  (Comitato Scientifico);  Walter Riva  ( Comitato Didattica e Divulgazione); Giovanna M. Stirpe (Comitato Territoriale) e Tullia Carriero (Segreteria di progetto). Lo scorso 6 novembre, ad esempio una meteora particolarmente luminosa (in gergo definita “bolide”) è stata osservata da tantissime persone nel Centro Italia e in particolare lungo la costa adriatica delle Marche mettendo in moto la rete PRISMA.

«Sul sito dell’IMO (International Meteor Organization) -aveva spiegato proprio Walter Riva- sono arrivate più di 40 testimonianze visuali da Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Toscana, Campania e Basilicata, per lo più inviate tramite il sito di PRISMA, la Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera (www.prisma.inaf.it). Il bolide è stata descritto dai tanti testimoni oculari occasionali come inizialmente bianco, virato al colore arancione alla fine quando c'è stata la disintegrazione finale.

Anche due stazioni della rete PRISMA hanno ripreso il bolide: quella di Caserta e quella - da poco entrata in funzione - di Civitanova Marche. Analizzando i dati raccolti dalle camere PRISMA, ecco il quadro preliminare che ne esce».

(Alcuni dei ricercatori in un Prisma day a Firenze)

In quell'occasione il bolide aveva seguito una traiettoria percorsa da sud-est verso nord-ovest, inclinata di circa 41° rispetto alla superficie terrestre, muovendosi dal Mare Adriatico verso la costa marchigiana. Le camere PRISMA avevano iniziato a riprendere l'evento quando il bolide era a 69 km di quota. L’ingresso in atmosfera del meteoroide era avvenuto con una velocità  di 16,5 km/s e, dopo avere percorso circa 47 km in poco più di 4 secondi, si era estinto a 38 km d'altezza - nei paraggi di Civitanova Marche - quando si muoveva ancora a 8 km/s. «Tale velocità -aveva spiegato sempre Riva- indica che il meteoroide si era completamente consumato in volo, senza generare cadute di meteoriti al suolo o in mare».

TORNIAMO AL MONITORAGGIO DI  2009 JF1

Ricordato che la distanza media fra la Terra e la Luna di 380 mila chilometri, c'è anche una data del passaggio più vicino alla  Terra di  2009 JF1, ovvero il 6 maggio 2022. La Nasa sta monitorando l'asteroide attraverso il sistema Sentry e calcolato il rischio di impatto con la Terra in base alla dimensione, alla velocità e all'orbita in relazione alla distanza dal Sistema solare. Nel sistema di monitoraggio elaborato dalla Nasa, 2009 JF1, che viaggia a oltre 86mila chilometri l'ora, è il quinto corpo celeste per rischio di impatto con la Terra. 

Quante possibilità tuttavia ci sono di un impatto? Remotissime: una su 3.800. Ovvero una probabilità di impatto dello 0,026% oppure, in altre parole, possibilità del 99,974% che l'asteroide manchi la Terra. Un evento insomma per gli astronomi, anche quelli dotati degli strumenti meno potenti.

Per L'agenzia spaziale europea in teoria la distanza minima che 2009 JF1 potrebbe raggiungere è di 0.0000172 Unità Astronomiche (2.500 chilometri), appunto entro maggio del 2022

La Nasa ha spiegato: «Alcuni asteroidi e comete seguono orbite che li portano ad essere attratti più vicini al Sole e, di conseguenza, anche alla Terra».

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