MILANO Alle due e mezza di pomeriggio di sabato 27 maggio, il giorno dell'omicidio, l'amante di Alessandro Impagnatiello telefona a Giulia Tramontano. «Mi sono presentata, ma lei sapeva già chi fossi», mette a verbale la ragazza. Si accordano per incontrarsi all'Armani Bamboo, tema di discussione il fidanzato in comune che proprio in quel momento stava preparando drink dietro al bancone. Ma tutto avviene con tranquillità, con un sentimento di comunanza: «Perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo. Tant'è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile».
SPAZZOLINO Giulia Tramontano, 29 anni, uccisa a coltellate da Impagnatiello con il bambino che sarebbe nato tra due mesi, stava con il compagno da quattro anni e mezzo.
«Ho temporeggiato per raccogliere prove e metterlo alle strette, avevo anche iniziato da un po' a registrare le conversazioni tra me e lui. Quindi ho aspettato il mio compleanno poiché avrei dovuto dormire da Alessandro. Ovviamente la mattina del 19 maggio mi ha chiamata dicendomi che era scoppiato un tubo a casa del fratello. Io sapevo che era una scusa, che in realtà a casa sua c'era Giulia». Anche lei sa dell'esistenza dell'altra: a gennaio Impagnatiello le ha confessato la relazione parallela, e confida alla sorella che non vuole tenere più il bambino ma è troppo tardi per abortire, a maggio trova un rossetto sull'auto di lui. Giulia Tramontano è furibonda, vuole lasciarlo, quando l'amante la contatta è quasi un sollievo. Si scambiamo messaggi per due ore, poi si incontrano al bar per un confronto nel quale intendevano coinvolgere anche Impagnatiello. «Ma Alessandro nel frattempo ha lasciato il posto di lavoro, dicendo al suo manager che aveva un problema con la madre che non stava bene».
IL BAMBINO Giulia se ne va dall'Armani ancora più salda nella sua determinazione di rompere con il compagno. «Mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio, che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva ancora se fosse andata a Napoli dai suoi genitori, sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago per parlargli e lasciarlo. Mi disse di non preoccuparmi e mi ringraziò». La ragazza invece è in ansia per la giovane, si offre di ospitarla, la sera le scrive ma a rispondere con freddezza - «Lasciami stare» - è Impagnatiello, che l'ha già uccisa. Alle 23,29 parlano per nove minuti, lei chiede di Giulia e lui dice che è a dormire da un'amica, Alessandro vuole vedere l'amante. «Le sue richieste erano talmente pressanti che a casa dal lavoro mi ha riaccompagnato un collega», racconta. L'aspetta alla fermata del tram, lei entra nell'appartamento di nascosto e gli parla dalla grata del ballatoio. «Lui insisteva perché lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura». Secondo il gip Angela Minerva rischiava di essere l'altra vittima: dopo avere ucciso Giulia, Impagnatiello sperava di proseguire la relazione, lei però «lo aveva allontanato frustrando (nuovamente) le sue aspettative».
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