Omicron, primo caso in Veneto: è un 40enne vicentino tornato dal Sudafrica. Positivi anche i familiari

«Siamo in massima allerta su tutto il fronte», ha detto il governatore Luca Zaia

Omicron, primo caso in Veneto: è un 40enne vicentino tornato dal Sudafrica. Positivi anche i familiari
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 20:42

I più colpiti dal virus SarsCoV2 in Italia, in questo momento, sono i giovani sotto i 20 anni mentre continuano a crescere i ricoveri ed i casi tra i bambini, tra i quali l'incidenza è schizzata a 180 su 100mila in sette giorni. La variante Delta resta dominante, con il 99% di sequenziamenti, mentre la Omicron fa registrare un primo caso in Veneto, oltre ai 7 casi legati al focolaio dell'imprenditore campano rientrato dall'Africa. La Omicron è stata sequenziata nel materiale genetico di un 40enne vicentino, anch'egli rientrato da un viaggio di lavoro in Sudafrica, che al momento non ha particolari problemi. Sono risultati positivi al Covid anche la moglie e uno dei due figli sui quali il sequenziamento è ancora in corso.

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Zaia: «Massima allerta»

«Siamo in massima allerta su tutto il fronte - sottolinea il governatore del Veneto Luca Zaia - e questa novità, non bella ma attesa, dimostra che la rete dei controlli, dei tamponi e dei sequenziamenti funziona efficacemente».

In generale, il virus non allenta dunque la presa: il trend della curva è in salita ormai da sei settimane, con l'incidenza nazionale che ha raggiunto 155, tanto che da lunedì anche l'Alto Adige - dopo il Friuli Venezia Giulia - diventerà zona gialla.

Il quadro che emerge dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia conferma la tendenza al peggioramento della situazione epidemiologica, anche se i numeri restano comunque migliori rispetto a quelli registrati in altri Paesi europei.

E preoccupa il repentino aumento dei contagi tra i più giovani. Le fasce più colpite sono quelle sotto i 20 anni, ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. E l'aumento maggiore del valore dell'incidenza si registra proprio tra i più piccoli: nella fascia 0-9 anni l'incidenza è pari a 180 per 100mila abitanti rispetto a 130 (per 100mila) della scorsa settimana, mentre nella fascia 10-19 anni è pari a 160 da 125.

In questo quadro, si attende la partenza da metà dicembre della campagna vaccinale per i bimbi tra 5 e 11 anni, ma resta da chiarire un nodo: se e con quante dosi immunizzare i bambini guariti. L'Aifa, ha spiegato Rezza, «ha approvato il vaccino per i bambini, ora va fatta una circolare e siamo in attesa delle note tecniche. Rispetto alla vaccinazione dei bambini guariti, in questo momento non mi sentirei di sbilanciarmi». In Usa, ha ricordato, «la scelta è stata di maggiore aggressività scegliendo di vaccinare con ciclo completo dopo un mese i bimbi che hanno avuto l'infezione. Bisogna essere cauti, ma vedremo». Intanto, i contagi salgono, così come gli altri parametri. Anche questa settimana, ha sottolineato Rezza, «tende ad aumentare l'incidenza, che si fissa a 155. L'indice di trasmissibilità Rt tende invece a stabilizzarsi intorno a 1,2».

Per quanto riguarda il tasso di occupazione di area medica e di terapia intensiva, «siamo rispettivamente al 9,1 e al 7,3%, quindi con una tendenza al leggero aumento». Insomma, «siamo di fronte ad un quadro chiaro, con una tendenza a un aumento dei casi ma non ad una esplosione». Andamento confermato dai dati del bollettino giornaliero del ministero: sono 17.030 i positivi nelle ultime 24 ore (ieri erano16.806) e sono 74 le vittime (ieri 72). Il tasso di positività è al 2,9%, in aumento. Sono invece 708 i pazienti in terapia intensiva, 10 in più, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.385 (+87). Data la situazione è quindi «bene continuare a mantenere comportamenti prudenti, ma vediamo comunque - avverte Rezza - che le persone vaccinate sono molto più protette dalla malattia grave e questo ci dice che è importante continuare con intensità la campagna vaccinale». L'attenzione all'uso della mascherina, anche all'aperto se c'è assembramento, e l'attenzione all'areazione negli ambienti chiusi sono anche «elementi importanti. Se intervengono tali comportamenti prudenti, uniti alla campagna vaccinale - ha concluso Brusaferro - crediamo che si possa invertire la curva con una riduzione del carico ospedaliero e delle terapie intensive».

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