Variante Omicron, nuovo caso in Italia: è il primo che non arriva dall’Africa

Variante Omicron, nuovo caso in Italia: è il primo che non arriva dall Africa
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 8 Dicembre 2021, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 08:38

Tredici casi di variante Omicron in Italia. Ma se per dodici, compreso quello di ieri del cinquantenne piemontese asintomatico tornato dal Sudafrica, è semplice trovare il collegamento con viaggi nelle zone in cui si è diffusa la mutazione (o con persone rientrate da quelle aree) in Veneto è spuntato un tredicesimo contagio da Omicron differente, che sembra testimoniare una circolazione interna, di comunità. Un’altra incognita arriva da uno studio diffuso ieri da The Guardian: esiste una versione “invisibile” della Omicron che sfugge ai tamponi e dunque la circolazione di questa variante potrebbe essere molto più elevata di quanto stiamo vedendo. Intanto, i primi dati del Sudafrica confermano: la Omicron è più contagiosa, ma provoca sintomi meno gravi. I ricercatori del Medical Research Council hanno pubblicato una sintesi di una ricerca e rilevato che «l’assenza di un aumento significativo dei decessi ospedalieri in relazione al drammatico aumento del tasso di casi per la provincia di Gauteng nel suo insieme». Ciò potrebbe essere dovuto - avvertono però - «al consueto ritardo tra casi e decessi».

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L’analisi

Ma perché è importante il tredicesimo caso del Veneto? Una donna di 77 anni, di Padova, va in ospedale con dei lievi sintomi di Covid.

Sottoposta al tampone, risulta positiva. Viene curata con gli anticorpi monoclonali e sta bene, è a casa in buone condizioni. Il laboratorio di microbiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, come fa ciclicamente, esegue dei sequenziamenti a campione, anche su casi non sospetti. Ed ecco la sorpresa, annunciata ieri dal presidente del Veneto, Luca Zaia. La signora padovana è stata contagiata dalla B.1.1.529: è la Omicron, individuata per la prima volta in Botswana e sequenziata in Sudafrica dove è già dominante e dove sta dimostrando una velocità di trasmissione senza precedenti, con un alto numero di reinfezioni. Ha dimostrato di aggirare i vaccini (tutti i casi italiani avevano ricevuto la doppia dose) per quanto riguarda lo sviluppo dell’infezione, ma resta solida la protezione dalla malattia grave. La domanda che si stanno facendo in Veneto, dove il numero dei nuovi casi giornalieri è diventato altissimo, attorno a 3.000: la Omicron come ha contagiato la signora di Padova? Nella vicina Vicenza era stato trovato un altro caso, ma è una persona tornata dal Sudafrica e quindi la catena di trasmissione è chiara. Ma la 77enne non ha viaggiato all’estero di recente e, almeno stando alle prime verifiche, non ha avuto contatti con persone rientrate dall’Africa. Si sa che in alcune occasioni, in pullman, per ragioni personali, ha raggiunto la zona dell’aeroporto di Venezia, ma sembra davvero un indizio troppo fragile per pensare che a contagiarla sia stato un viaggiatore arrivato dalle zone dove la Omicron è maggiormente diffusa. Per questo si teme che, esattamente come avvenne con la Delta, la circolazione interna sia ormai cominciata, che la B.1.1.529 stia viaggiando sottotraccia, non intercettato dai sequenziamenti.

I dati sulla Omicron in Europa

Ieri l’Ecdc (l’agenzia europea della sanità) ha diffuso alcuni dati sulla Omicron in Europa che fanno riflettere: ufficialmente i casi di Omicron sono 483 (tra confermati e probabili). A livello mondiale sono 1.400 (ma si parla solo di quelli sequenziati, in realtà sono molti di più) per il 60 per cento concentrati in Sudafrica, Regno Unito e Danimarca. Proprio un numero così alto di casi di Omicron in Danimarca (261) non passa inosservato: si tratta di un Paese dell’Unione europea tra i più efficienti nei sequenziamenti e, in una settimana, ha visto decuplicare i casi di Omicron individuati. Appare possibile che ciò che Copenaghen sta documentando stia in realtà avvenendo in gran parte dell’Europa.
 

 
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