Ristorante No vax murato in Svizzera: «Adesso sanno a cosa vanno incontro»

La polizia ha arrestato (e poi rilasciato) il titolare dopo ripetute violazioni delle norme anti Covid

Ristorante No vax murato in Svizzera: «Adesso sanno a cosa vanno incontro»
di Francesca Pierantozzi
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Lunedì 8 Novembre 2021, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 06:41

Free Ivan, sul twitter svizzero, l'hashtag è di tendenza: Ivan Aufdenblatten, ristoratore, figlio, nipote e pronipote di ristoratori, proprietario dello storico Walliserkanne nel centro di Zermatt, è diventato il simbolo della rivolta anti-Green pass della Confederazione. Dopo settimane di un'offensiva no-pass che ha visto schierati al fronte camerieri rigorosamente senza mascherina anche nella calda sala del seminterrato, con clienti invitati a non presentare nessun certificato (come precisato sul sito) né tantomeno a fornirsi di maschera, gli ultimi giorni hanno visto un'escalation degli atti ostili, fino ad arrivare all'arresto dei gestori, ai sigilli sulle porte del ristorante, al ritiro della licenza e addirittura allo schieramento di blocchi di cemento davanti all'ingresso.

 


LA PUNIZIONE
Ieri il tribunale di Zermatt ha deciso di rimettere in libertà la famiglia di trasgressori, Andreas e Nelly Aufdenblatten e il figlio Ivan, respingendo la richiesta del Pubblico Ministero che avrebbe voluto prolungare la punizione.

Locale No vax chiuso con il cemento

 

Ci auguriamo che d'ora in poi proprietari rispetteranno le disposizioni delle autorità, in caso contrario, sapremo come agire ha detto Frédéric Favre, capo del Dipartimento Sicurezza del Cantone. Per il momento, gli Aufdenblatten non potranno tornare a condurre la loro battaglia tra le fondute e le raclette del loro ristorante, perché la licenza è sospesa a tempo indeterminato.

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Dopo svariati quanto vani richiami all'ordine, con inviti delle autorità sanitarie e di polizia a controllare i pass sanitari dei clienti, a far indossare le mascherine ai camerieri e a offrire gel idroalcolico sul bancone, le ostilità sono esplose a fine ottobre. Dopo l'ennesimo controllo degli agenti che avevano constatato le ennesime lampanti e totali contravvenzioni a qualsiasi misura di precauzione decisa a livello confederale, il ristorante era stato chiuso con sigilli alle porte.
I titolari avevano però incitato i clienti a venire ugualmente a gustare le loro specialità montane, attirando, se non gli amatori di formaggi fusi e carni rosse, una piccola folla di No vax e No pass. Risultato: il 30 ottobre la polizia ha deciso di passare ai mezzi pesanti e ha piazzato davanti all'ingresso del ristorante alcuni blocchi di cemento.
A quel punto il ristoratore Ivan ha deciso di rispondere attaccando, e, dal balcone di legno della sala al primo piano, ha arringato folla e clienti: Entrate!, entrate!, il Walliserkanne è aperto, non fatevi spaventare da un paio di sassolini. Davanti al ristorante si sono dati appuntamenti i membri di alcune associazioni di ribelli come i Freiheitstrychler (suonatori di campane) della Svizzera centrale e il movimento svizzero-tedesco Mass-Voll (il vaso è colmo). Per dimostrare quanto facile sia contravvenire alle imposizioni, i manifestanti hanno anche improvvisato degustazioni sui blocchi di cemento, dove hanno scritto con grossa pittura nera: indegno di uno stato di diritto.

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La polizia è allora intervenuta per disperdere i manifestanti e il 31 mattina, i tre gestori sono stati arrestati. Sono settimane che va avanti questa storia, nonostante i tentativi di prevenzione e il dialogo, hanno continuato le loro attività, ignorando le misure di protezione sanitaria contro la pandemia e anche il divieto di aprire il ristorante, ha spiegato un poliziotto.
Ieri i tre sono usciti di prigione senza rilasciare dichiarazioni. Il fratello di Ivan, che vive all'estero, ha detto di non essere al corrente delle loro intenzioni e.la polizia ha portato via i blocchi di cemento anche se le porte restavano chiuse, con i sigilli ben in vista.

 

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