La peste nera che ha ucciso 50 milioni in Europa è iniziata in Asia centrale: risolto l'enigma ​della sua origine

La peste nera, scrivono i ricercatori, «è una delle più grandi catastrofi legate alle malattie infettive nella storia umana»

La peste nera che ha ucciso 50 milioni in Europa è iniziata in Asia centrale: risolto l'enigma della sua origine
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 19:22

La peste nera che nel XIV secolo sconvolse l'Europa, l'Asia e il Nord-Africa è nata al confine tra il Kirghizistan e la Cina, ai piedi della catena montuosa del Tian Shan. Lo ha scoperto la ricerca coordinata dall'università britannica di Stirling, da quella tedesca di Tubinga e dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig, pubblicata sulla rivista Nature.

Peste nera, la catastrofe del quattordicesimo secolo

La peste nera, scrivono i ricercatori, «è una delle più grandi catastrofi legate alle malattie infettive nella storia umana.

Si stima che abbia causato la morte fino al 60% della popolazione eurasiatica occidentale nel corso dei suoi otto anni», dal 1346 al 1353. Lo studio potrebbe aver risolto l'enigma della sua origine: i ricercatori hanno studiato i resti umani rinvenuti in due siti archeologici nei pressi del lago Issyk Kul. Le iscrizioni sulle tombe datavano i decessi al 1338 e le attribuivano a una pestilenza. Dapprima il team ha confermato, attraverso l'analisi genetica dei denti degli scheletri, che la causa del decesso era proprio un'infezione da Yersinia pestis.

Il Dna del batterio

L'analisi completa del Dna del batterio ha inoltre consentito di concludere che il genoma isolato in Kirghizistan si situava alla base di una serie di ramificazioni genetiche che si sono sviluppate parallelamente alla diffusione del batterio nel resto del mondo. «Abbiamo scoperto che gli antichi ceppi del Kirghizistan sono posizionati esattamente nel nodo di questo enorme evento di diversificazione. In altre parole, abbiamo trovato il ceppo di origine della Morte Nera e conosciamo persino la sua data esatta: l'anno 1338», afferma la prima firmataria dei studio Maria Spyrou, dell'università di Tubinga. Infine, la somiglianza del genoma batterico rinvenuto negli scavi con quello che si trova ancora oggi nei roditori della zona ha confermato che con ogni probabilità la grande epidemia del Trecento ha avuto origine da un passaggio del batterio dall'animale serbatoio all'uomo avvenuto proprio in quella zona. Allo studio ha collaborato anche l'Università di Pisa.

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