Covid, test rapidi e sale-abbracci: il Natale (triste) nelle Rsa

Covid, test rapidi e sale-abbracci: il Natale (triste) nelle Rsa
di Raffaella Troili
4 Minuti di Lettura
Sabato 5 Dicembre 2020, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 15:15

La “circolare abbracci” ha la delicatezza di un regalo di Natale triste e struggente. Perché la solitudine, l’isolamento improvviso specie agli sgoccioli della vita, ancor di più sotto le feste, fanno male quanto una malattia. Questo il senso della circolare del ministero della Salute che sollecita la realizzazione nelle Rsa per anziani di spazi tipo la “sala degli abbracci” dove «un contatto fisico sicuro può arrecare beneficio agli ospiti in generale ed a quelli cognitivamente deboli in particolare». Un modo per far ripartire le visite dei parenti nelle strutture socioassistenziali. 


Primo, la socializzazione. Non può essere interrotta, le misure anti covid non devono paradossalmente far danni, un isolamento può far precipitare situazioni delicate e creature già fragili. Un potenziamento dei contatti viene sollecitato, dal vetro, dal vivo, via telefono. «Vanno sviluppate e diffuse - sottolinea la circolare - buone pratiche nella gestione dei contatti e della rete sociale degli ospiti, sia in presenza che a distanza, e modalità per valutarne l’impatto in termini di efficacia e di sicurezza. Le direzioni sanitarie debbono perciò predisporre un piano dettagliato per assicurare la possibilità di visite in presenza e contatti a distanza in favore degli ospiti delle strutture». 

Devono comunque essere previsti «adeguati protocolli - in particolare, ad esempio, in riferimento alle misure igieniche da rispettare ed ai dispositivi di protezione da indossare - in modo da garantire il contenimento del rischio e la sicurezza degli ospiti, dei lavoratori, dei volontari e dei visitatori». Questo perché i maggiori cluster si sono verificati proprio in rsa e case di riposo. Ovunque, dal Lazio alla Lombardia dove durante il primo lockdown solo nella Rsa di Milano “Pio Albergo Trivulzio” da marzo a maggio si sono registrati 430 decessi. Proprio il direttore sociosanitario del Pio Albergo Trivulzio Pierluigi Rossi ieri ha dichiarato che stanno «valutando una stanza per gli abbracci, perchè ci sono anche aspetti negativi: il telo di plastica che dividerebbe le persone potrebbe essere scarsamente compreso dagli ospiti con problemi cognitivi interpretandolo male. Per questo stiamo valutando con il servizio di psicologia clinica tutti i pro e i contro di questa soluzione che comunque non escludiamo. Per ora abbiamo introdotto la possibilità di effettuare tamponi rapidi ai parenti che vengono in visita».

D’altronde la circolare del ministero della Salute prevede l’attivazione di «test antigenici rapidi per i familiari che vogliano visitare i propri congiunti ospiti nelle Rsa». Per «ristabilire e favorire gli accessi dei visitatori in sicurezza, come già in atto in alcune Regioni, si raccomanda di promuovere strategie di screening immediato» con test antigenici rapidi ai familiari. Tali test possono essere effettuati direttamente in loco e, con esito negativo, i visitatori sono autorizzati ad accedere alla struttura secondo le indicazioni». Una buona notizia, considerato che le visite hanno subìto un importante giro di vite, sono tornate a vedersi le processioni di familiari fuori alle strutture per lasciare ai propri cari generi di conforto e indumenti, a volte gli infermieri si sono visti costretti loro malgrado a dire no davanti alla richiesta «me lo faccia vedere solo un minuto». E in tempi da record la Rsa San Giuseppe, gestita dalla Cooperativa sociale Il Margine, a San Mauro Torinese, ha allestito la sala degli abbracci. Una struttura gonfiabile in Pvc collocata nella cappella interna della struttura e che, grazie a un doppio ingresso, permette di mantenere divisi i percorsi dei familiari. «Ci è sembrata un’idea rivoluzionaria in questi mesi di distanziamento forzato», sottolinea Nicoletta Fratta, presidente della cooperativa. Appena stanziati 900mila euro per allestire stanze degli abbracci in Toscana. «Il Covid sta distruggendo i legami, la Toscana non si arrende e supera i limiti» sottolinea, in un post su Facebook, il presidente della Toscana Eugenio Giani. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA