Uomo eritreo muore a 127 anni, la famiglia: «È la persona che ha vissuto più al mondo». E chiede un posto nel Guinness dei primati

Sempre più longevi, il nuovo limite è a 130 anni: le prove in una ricerca del Politecnico di Losanna
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Mercoledì 29 Settembre 2021, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 21:27

È l'uomo che ha vissuto di più al mondo? L'eritreo Natabay Tinsiew è morto all'età di 127 anni e la sua famiglia spera si guadagni un posto nel Guinness dei primati mondiali come uomo più longevo di sempre. Questa posizione, infatti, è attualmente occupata dalla francese Jeanne Calment, morta nel 1997 a 122 anni. «Pazienza, generosità e una vita gioiosa» sono stati i segreti del defunto, come ha detto suo nipote Zere Natabay alla Bbc. L'uomo è morto lunedì nel suo villaggio, Azefa, circondato da montagne e che ha una popolazione di circa 300 abitanti.

Morto a 127 anni, il certificato di nascita

Suo nipote ha detto che i registri della chiesa e il suo certificato di nascita mostrano l'anno di nascita, 1894, in cui fu battezzato, anche se la sua famiglia credeva che fosse nato nel 1884 e battezzato solo dieci anni dopo, quando nel loro villaggio arrivò un sacerdote.

Padre Mentay, un prete cattolico che ha prestato servizio nel villaggio per sette anni, ha confermato che i documenti indicano la nascita di Natabay nel 1894, aggiungendo di aver partecipato alla festa del suo 120esimo compleanno nel 2014. Il nipote ha detto alla Bbc di aver già contattato il Guinness dei primati per la convalida dei documenti della nascita e di attendere notizie. Natabay si è sposato nel 1934 e sua moglie è morta nel 2019, all'età di 99 anni. È stato un pastore proprietario di molti capi di bestiame e ha visto crescere cinque generazioni della sua famiglia. Zere ha detto che suo nonno sarà ricordato come un «uomo straordinario», gentile, premuroso e laborioso.

Il nuovo orizzonte di longevità

Verso un nuovo orizzonte di longevità. Superare il limite apparentemente invalicabile dei 130 anni potrebbe essere possibile entro il 2100. A dirlo è la statistica, in particolare uno studio, basato anche sui dati Istat italiani, guidato da ricercatori del Politecnico di Losanna (Epfl) e pubblicato su Royal Society Open Science.

Una volta raggiunti i 110 anni ogni anno di vita «è come lanciare una moneta», spiegano i ricercatori: oggi per raggiungere i 130 anni si ha una probabilità inferiore a 1 su un milione ma in futuro potrebbe essere diverso. Da millenni l'uomo si interroga sulla possibile esistenza di una durata massima per la vita umana e in questi decenni sono stati innumerevoli gli studi che cercano di indagare i meccanismi biologici responsabili della 'fine vità e che si spingono a cercare di identificare eventuali timer.

Lo studio

Un nuovo approccio al problema arriva ora dallo studio guidato da ricercatori svizzeri analizzando una serie di archivi internazionali sui dati relativi alla mortalità dei super centenari tra cui i dati dell'Istat italiani e l'omologo francese. I dati evidenziano la presenza di un forte picco di mortalità intorno ai 108 anni, un numero che rappresenta una sorta di 'trappolà ma che, per quanto difficoltosa, può essere superata. Una volta superati i 108 anni i dati evidenziano che ogni anno in più ha sostanzialmente la stessa probabilità di essere raggiunto, indipendentemente dal sesso.

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Le dichiarazioni

«Oltre i 110 anni si può pensare di vivere un altro anno come se fosse il lanciare una moneta - ha detto Anthony Davison, dell'Epfl e alla guida della ricerca - se esce testa, allora vivrai fino al tuo prossimo compleanno, in caso contrario, morirai ad un certo punto entro il prossimo anno». Sulla base dei dati sembra dunque probabile che gli esseri umani possano vivere almeno fino a 130 ann. «Siamo stati in grado di dimostrare che se esiste un limite inferiore a 130 anni - ha aggiunto Davison - dovremmo essere in grado di rilevarlo ora utilizzando i dati disponibili».

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La nuova soglia dei 130 anni

Un vero limite alla vita, dunque, non esiste ma arrivare a 130 anni «equivale approssimativamente a ottenere testa per 20 lanci consecutivi di una moneta», scrivono i ricercatori nelle conclusioni. Non è impossibile ma la probabilità è meno di 1 su un milione. Il miglioramento degli stili di vita e quindi l'aumento degli ultra centenari, però, fa crescere la possibilità di avvicinarsi al limite entro fine secolo.

«La ricerca - ha commentato all'Ansa Livio Fenga, senior lecturer del Centro di analisi, simulazione e modelli dell'università britannica di Exeter - si sofferma sui limiti della vita umana, analizzando i dati ufficiali raccolti dagli istituti di statistica italiano e francese. In breve, gli autori individuano un limite che appare come invalicabile, che si attesta attorno i 130 anni verso cui, tuttavia, si può tendere».

Il concetto di limite viscoso

Utilizzando «una serie di tecniche statistiche assolutamente appropriate e condivisibili - rileva l'esperto italiano - la ricerca indica che esiste un limite alla durata della vita umana che si attesta intorno ai 108 anni. Tale limite è indotto dal cosiddetto 'stato di naturà, ovvero da quell'insieme complesso di regole codificate ed immutabili che definiscono la struttura dei sistemi (viventi e non)». In altri termini, si tratta di «un cosiddetto 'limite viscoso, ossia - spiega Fenga - di un limite mobile che verosimilmente tenderà ad aumentare, seppure molto lentamente nel tempo». Le evidenze raccolte dagli studiosi «convergono verso un 'limite teoricò di 130 anni per la vita umana, una sorta di limite invalicabile connaturato alla 'macchina biologicà umana».

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