Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno in gara all'Ironman di Cervia: «È una rinascita. Il primo pensiero a mio padre, morto per il Covid»

Il 20 febbraio 2020 a Codogno fu il primo italiano diagnosticato con il Covid. A due anni da quel giorno parteciperà a una gara di Triathlon

Cervia Ironman, in gara anche il paziente zero di Codogno
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 08:20

Il 20 febbraio 2020 a Codogno fu il primo italiano diagnosticato con il Covid. A due anni da quel giorno in cui con lui l'Italia intera precipitava nell'incubo della pandemia, Mattia Maestri, 40 anni, parteciperà all'Ironman di Cervia, una sfida di resistenza fisica che si terrà il prossimo weekend dal 15 al 18 settembre. Un sogno avverato, ma anche una rivincita su quella malattia che ha lasciato ferite profonde nell'anima. Sì perchè dopo il contagio, il virus ha portato via anche suo padre: «Mio papà è morto per Covid: quando scenderò in gara a Cervia, il mio primo pensiero sarà per lui» ha raccontato Mattia a Repubblica. 

 

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«Sarà la mia rinascita»

Dopo il tampone positivo Mattia fu ricoverato per tre settimane in rianimazione, lottando tra la vita e la morte.

Era la prima volta che l'Italia vedeva gli effetti del virus. Da quell'esperienza nasce la sua voglia di rinascere, anche attraverso lo sport. «L'ho deciso circa un anno fa e ho iniziato la preparazione con un coach bravissimo, mi alleno tutti i giorni. È un sogno nel cassetto che ho ripreso in mano. In un certo senso per me è un simbolo di rinascita» racconta. 

La gara di Triathlon è una prova di resistenza che prevede diversi tipi di sport: 4 km di nuoto, oltre 180 chilometri di bicicletta e una maratona completa (42,195 chilometri di corsa). Un percorso impegnativo che Maestri  spera di completare, innanzitutto. Come obiettivo ha anche un tempo «Spero di metterci tra le 12 e le 14 ore». E conclude: «Lo faccio per me stesso, ma se posso essere un modello anche per qualcun altro, sono ancora più contento. Per me lo sport rappresenta tantissimo nella vita e quando faccio sport sono felice. Per me lo sport è stato una medicina e penso possa esserlo per tutti» 

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