«Il Green pass? I locali devono controllarlo. È sempre importante rispettare le regole, ma in questo momento ancora di più: non possiamo lasciarci travolgere dalla quarta ondata». A dirlo è Piero Angela, giornalista e divulgatore, che dall’alto dei suoi 92 anni ha le idee chiarissime su come si dovrebbe reagire alla nuova emergenza Covid. E su come ci si possa difendere nel caso ci si imbatta in commercianti o ristoratori che non rispettano le regole. «Poco tempo fa sono andato a mangiare in un ristorante a Roma, in una giornata in cui il locale era particolarmente frequentato. Il cameriere, per far prima, non mi ha controllato il Green pass. Ho provato a richiamarlo, ma niente. A quel punto credo di aver anche gridato. Ho preteso civilmente, e infine ottenuto, il controllo: non bisogna mai vergognarsi di chiedere il rispetto delle norme». Può capitare, come accaduto allo stesso Angela, che il locale sia molto affollato e che la procedura di controllo rallenti l’accesso. Ma la fila all’ingresso non è un alibi, e non consente in nessun caso di saltare il controllo.
La salute da tutelare
«I gestori devono tutelare la salute dei loro clienti. E se questo non avviene, sta a noi segnalarlo. Parlare di protezione nei luoghi pubblici è altamente inutile, se poi non si procede al controllo». E pazienza se qualcuno si irrita solo a sentir parlare di Green pass: «Io la capisco anche l’irritazione, può succedere e ho rispetto per chi lavora in un locale e deve gestire situazioni a volte anche complesse.
Persino Angela, da più di 50 anni alla guida delle trasmissioni scientifiche più amate e seguite dagli italiani, fatica a comprendere la riluttanza di chi «rifiuta di tutelarsi contro la malattia. Abbiamo visto che chi non rispetta le regole di igiene e non si vaccina rischia più degli altri. Mi stupisce come questa evidenza, pur documentata, non induca le persone incerte ad avere paura di una morte nove volte più vicina a loro che agli altri». Guidati da una sorta di «pensiero magico pseudoscientifico», i ribelli alle regole sanitarie anti Covid «hanno un atteggiamento completamente irrazionale, paragonabile a quelli che ho studiato in tanti anni di attività nel CICAP (l’associazione per il controllo sulle pseudoscienze, di cui è presidente e fondatore, ndr), che resiste anche di fronte all’evidenza. Per fortuna si tratta di una minoranza: personalmente spero che arrivino ulteriori restrizioni per chi si oppone».
Chi possiede un locale, inoltre, secondo Angela avrebbe una ragione in più - oltre alla tutela della salute dei propri clienti - per impegnarsi affinché il virus non si propaghi, specialmente ora: «l’economia. Soprattutto nel periodo natalizio abbiamo bisogno che le nostre attività siano efficienti, che i turisti non abbiano paura a frequentarle, che le famiglie spendano in serenità durante il loro tempo libero. Abbiamo già sofferto abbastanza, non mi pare il momento di subire di nuovo una crisi legata alla pandemia». E come ogni bravo divulgatore, il giornalista Rai non rinuncia a spiegare, ancora una volta, le basi del problema: «Se vaccinarsi è come allacciarsi la cintura di sicurezza, o attivare l’airbag in macchina, avere il Green pass è come fare l’assicurazione: è un foglio senza il quale non puoi circolare, perché se investi qualcuno e non sei assicurato sono guai. Bene: se nessuno si lamenta che il vigile controlli l’assicurazione, perché non dovrebbe essere lo stesso con il Green pass?».
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