Camilla Canepa, si indaga su tutti i medici coinvolti. «Sapevano della sua malattia congenita?»

Camilla Canepa, si indaga tutti i medici coinvolti. «Sapevano della sua malattia congenita?»
di Cristiana Mangani
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Sabato 12 Giugno 2021, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 15:29

Soffriva di una malattia del sangue Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni di Sestri Levante: aveva la piastrinopenia autoimmune familiare (che provoca una carenza di piastrine). E assumeva una doppia terapia ormonale per la presenza di una cisti ovarica, una a base di estrogeni e l'altra a base di progestinici. Lo hanno raccontato agli investigatori i genitori della giovane, morta dopo essersi vaccinata con AstraZeneca.

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Ma lo aveva comunicato anche lei ai medici del Pronto soccorso di Lavagna dove si è recata il 3 giugno perché aveva forti cefalee e fotofobia.

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Era stata sottoposta a una tac cerebrale e a un esame neurologico che avevano dato risultati negativi. Quindi era stata dimessa con la raccomandazione di ripetere gli esami ematici dopo 15 giorni.
La situazione, però, è precipitata in poco tempo, e ora per quella morte la procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e si appresta a iscrivere sul registro degli indagati tutti quei medici che hanno saputo della malattia di Camilla e non hanno impedito che si vaccinasse con AstraZeneca.


I SEQUESTRI
Ieri pomeriggio i carabinieri del Nas di Genova si sono recati negli ospedali dove la giovane è stata visitata e operata, per sequestrare le cartelle cliniche. Sebbene sembri certo che il 25 maggio, giorno dell'open day, Camilla abbia comunicato ai medici vaccinatori la patologia della quale soffriva e che sconsigliava l'uso di AstraZeneca, i pm Stefano Puppo e Francesca Rombolà vogliono avere la conferma che le cose siano andate realmente così.
La reazione al vaccino con vettore virale adenovirus che porta in casi molto rari al verificarsi di trombosi cerebrali gravi, è infatti proprio una trombocitopenia autoimmune, tanto che si parla di trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT). Anche se l'ematologo Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di Medicina interna dell'università statale di Milano, ritiene che «la piastrinopenia autoimmune è una condizione molto frequente, una patologia in genere acquisita, non familiare. Colpisce le giovani donne, ma è una malattia diversa anche per gravità rispetto alla cosiddetta Vitt», acronimo che indica quelle trombosi rare atipiche associate a piastrine basse, osservate in alcuni casi dopo la vaccinazione Covid con prodotti scudo a vettore virale. «Dalla piastrinopenia autoimmune si guarisce o è una patologia che si controlla bene - aggiunge l'esperto - .

Da un punto di vista generale non la ritengo un'indicazione a non vaccinarsi, ma a 18 anni non avrei usato il vaccino anti-Covid di AstraZeneca».


I militari, diretti dal maggiore Massimo Pierini, si sono recati negli ospedali di Lavagna, dove la giovane è stata ricoverata il 3 giugno, e al Policlinico San Martino. Tra i documenti che hanno acquisito ci sono anche le relazioni dei dirigenti medici del San Martino, Pelosi e Brunetti. Per la prossima settimana sono stati convocati due docenti di Pavia, Luca Tajana e Franco Piovella, che probabilmente già martedì si occuperanno di eseguire l'autopsia.
La ragazza era stata immunizzata il 25 maggio a un open day per gli over 18 dopo un'anamnesi vaccinale negativa. A distanza di nove giorni era andata al pronto soccorso, perché cominciava a manifestare sintomi avversi. Era stata dimessa, ma il 5 giugno era dovuta ritornare al pronto soccorso perché erano subentrati deficit motori a una parte del corpo. I medici l'hanno nuovamente sottoposta a Tac cerebrale con esito emorragico, per questo è stata immediatamente trasferita alla Neurochirurgia del San Martino, dove è stata operata ma, purtroppo, non c'è stato più nulla da fare.

 


La Asl - Sul primo ricovero al pronto soccorso di Lavagna, la Asl4 aveva fatto approfondimenti il 7 giugno 2021, tre giorni prima del decesso. E lo conferma il direttore generale Paolo Petralia: «La direzione sanitaria - spiega - ha acquisito in data 7 giugno dettagliata relazione del direttore Uoc pronto soccorso sul percorso relativo alla paziente e, ritenendola esaustiva, non ha attivato ulteriori iniziative». Aggiunge il dirigente che «il modulo di consenso del vaccino di AstraZeneca non prevede un divieto di somministrazione della dose in caso di piastrinopedia». La carenza di piastrine, però, è un indice di allarme anche se insorge post vaccino, infatti nel protocollo del ministero della Salute il controllo delle piastrine è indicato come primo accertamento in caso di trombocitopenia indotta da vaccino. Un aspetto sul quale la procura vuole fare chiarezza.
 

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