Tragedia sfiorata ma episodio tutto da chiarire quello avvenuto domenica scorsa a Putignano (Bari) dove una bambina di 11 anni in coma etilico è stata soccorsa provvidenzialmente dagli operatori del 118 della postazione dell'ospedale Santa Maria degli Angeli. Una notizia emersa solo qualche giorno dopo l'accaduto ma che sta sollevando non poche polemiche ma soprattutto sconcerto in città.
La richiesta di aiuto di un'amica
Ad allertare i medici, a tarda notte, è stata una 13enne. Entrambe le bambine stavano partecipando ad una festicciola in cui, però, sono stati consumati dei super alcolici. Ad un certo punto una delle ragazzine si è sentita male a causa dell'abuso di alcol ed ha perso i sensi. La 13enne, accortasi di quanto stava accadendo, ha immediatamente dato l'allarme al 118 che è intervenuto con un'ambulanza sul luogo della festa.
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Lavanda gastrica in ospedale
Mai intervento fu più tempestivo.
Accertamenti su chi ha venduto gli alcolici
Pare che le bambine avessero acquistato i super alcolici in un ipermercato cittadino. Per questo i militari dell'Arma hanno avviato accertamenti sia sui cassieri di turno al momento dell'acquisto che sul direttore della struttura commerciale. La bambina è fuori pericolo ma è logico pensare che potrebbe avere strascichi penali. Infatti, in Italia, nel momento in cui un giovanissimo compra dell'alcol al supermercato i gestori dei locali, se hanno dubbi sull'età, sono obbligati a sincerarsi dell'età effettiva della persona che sta acquistando chiedendo un documento d'identità. La vendita di alcolici ai minorenni in Italia è vietata e costituisce reato. In base a quanto stabilito dalla legge non è il minore che compra una bevanda alcolica ad essere punito, ma la persona che gliela vende. Se si vende superalcolici ad un minore di 16 anni, come in questo caso, si rischia l'arresto fino a un anno. Se lo si vende a un minore dai 16 ai 18 anni si rischiano pesanti multe oltre alla chiusura delle attività.