La sessuologa Nada Loffredi: «Donne non delegate all’uomo la vostra capacità di provare piacere»

Nada Loffredi
di Valentina Venturi
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Mercoledì 23 Settembre 2020, 11:35

Sarà vero che le dimensioni non contano? Secondo Nada Loffredi, psicoterapeuta esperta in sessuologia clinica e terapeuta EMDR, non ci sono dubbi, visto che «l’idea che la dimensione del pene sia importante è relativa al fatto che un uomo che ha un pene piccolo, si porta dietro una serie di complessi del tutto irragionevoli. E quindi la costruzione della sua autostima viene minata». Loffredi affronta questi argomenti, ma anche temi legati alla sfera della sessualità al femminile, con il libro “Le dimensioni non contano. Dizionario pop dei luoghi comuni sul sesso per lui e per lei”, Giunti Editore, per la collana Narrativa Non Fiction. Un testo leggero che tratta temi importanti.
 
È quindi ora di sfatare il luogo comune dei centimetri?
«Alla fine alcune dimensioni contano, ma sono quelle dell’autostima. Questo mi sembrava il luogo comune più rappresentativo della popolazione maschile visto che è la domanda che più di frequente mi viene rivolta e soprattutto mi ha dato la possibilità di spiegare perché le dimensioni non contano. L’idea che la dimensione del pene sia importante è relativa al fatto che un uomo che ha un pene piccolo si porta dietro una serie di complessi del tutto irragionevoli. E quindi la costruzione della sua autostima viene minata».
 
Passiamo alle donne. Qual è il dubbio più ricorrente?
«Questa famosa e ormai ritrita scissione tra orgasmo vaginale e quello clitorideo. Non mi aspetterei più quest’ignoranza sulla sessualità, eppure… Si tratta di una modalità differente di raggiungimento dell’orgasmo, invece si rappresenta il mito dell’orgasmo vaginale come unico e quindi quello da raggiungere. Nel libro descrivo come funziona il riflesso di un orgasmo».
 
Ossia?
«Il riflesso orgasmico è uno e uno solo. Poi può partire da diversi punti ma il clitoride diciamo è l’unico organo innervato. E infatti nelle pratiche barbare che conosciamo come infibulazione o clitoridectomia non chiudono la vagina, ma chiudono o infibulano il clitoride. Un organello delizioso!».
 
Come mai il clitoride viene considerato di serie B?
«Perché di riflesso gli uomini sono un po’ spaventati un po’ delusi dall’idea di non essere il totem del piacere femminile con il loro pene. Poi se andiamo a vedere se può essere più eccitante l’orgasmo insieme all’uomo o meno, sono componenti che si raggiungono con l’intimità».

E il punto G?
«Il clitoride vince anche sul punto G, visto che da un punto di vista anatomico e funzionale ce lo abbiamo tutte ed è facilmente raggiungibile. Il punto G è scientificamente provato come sia un residuo embro genetico. Lo sviluppo umano maschile e femminile fino a un certo punto percorre la stessa direzione, poi c’è una differenziazione tra testicoli e vagina… Va per gradi lo sviluppo e probabilmente il punto G è un residuo di prostata che se stimolato adeguatamente, così come produce l’eiaculazione per il maschio in un rapporto anale, produce l’eiaculazione femminile con molto piacere. Come un vero e proprio getto eiaculatorio che hanno visto essere costituito da lo stesso liquido prostatico ma in assenza di spermatozoi».
 
Nel libro, una sorta di vademecum sessuale, parla di 21 temi. Cosa consiglierebbe agli uomini e alle donne?
«Per gli uomini avere la possibilità di parlare di quello che succede nell’erezione e eiaculazione, tranquillizzandoli: avere una défaillance non significa avere perso per sempre. Per le donne l’argomento orgasmo ma non solo da un punto di vista di riflesso al maschile, ma nella possibilità di comprendere l’importanza di conoscersi, di toccarsi e riappropriarsi del proprio piacere. Non si deve delegare all’uomo la capacità orgasmica. Siamo abituate a dire è lui che ci farà raggiungere l’orgasmo senza considerare il fatto che magari abbiamo fatto poco con noi stesse».
 
Esiste uno slogan sessuale?
«Direi “il sesso non vuole pensieri”».

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